• Introduzione •

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Cari lettori e lettrici, prima di iniziare la storia vera e propria, ci tenevo ad esporvi il mio punto di vista in merito ad un paio di questioni: la Dramione stessa e il personaggio di Draco.

Mi è capitato spesso di sentir dire che la Dramione è una ship un po' azzardata, che si fa fatica a vedere Draco e Hermione insieme.

Oppure che Draco non è tanto il ragazzo che non ha avuto scelta, ma il ragazzo che non ha avuto il coraggio di fare la scelta giusta.

Tuttavia Draco è forse il personaggio più complesso di tutta la saga, e mi piacerebbe dirvi come la penso.

Ma andiamo con ordine.

La Dramione: tante, troppe volte, vista come la ship superficiale in cui il personaggio bello viene messo con la protagonista intelligente che da un momento all'altro cade ai suoi piedi.
Partiamo dal presupposto che secondo me ogni ship vada rispettata, anche se non la si vede come la migliore.
Ad ogni modo, il mio parere è che questa, di ship, abbia un fondamento che la rende profonda e significativa.
Io personalmente non riesco a concepire la Romione: i litigi fra Ron e Hermione sono fin troppo frequenti, loro hanno personalità opposte e il loro rapporto è molto più fraterno che romantico.

Inoltre, penso che Hermione, negli anni di Hogwarts, data la sua personalità, ma ancor di più negli anni successivi alla guerra, visto ciò che ha passato, abbia bisogno di una figura (in questo caso un ragazzo, il suo ragazzo) che le dia un senso di sicurezza, stabilità e protezione.
E francamente fatico a pensare che Ron riuscirebbe a trasmettere queste sensazioni a Hermione.
I litigi non potrebbero cessare di punto in bianco, nonostante molti di essi fossero causati proprio dalla gelosia che Ron provava nei confronti di Hermione.
E la personalità di Ron mi fa pensare a un ragazzo che cerchi sicurezza, più che infonderne ad altre persone.
Non ha un carattere fermo e deciso, è spesso insicuro.

Con questo non sto assolutamente declassando il personaggio di Ron, che anzi secondo me ricopre un ruolo importante, ma semplicemente mettendo in evidenza le sue caratteristiche (o almeno quelle che io ho percepito dal racconto della Rowling).

Insomma, credo che tutte queste caratteristiche (dare sicurezza, stabilità e protezione) siano molto più tipiche di Draco, un ragazzo il cui carattere è molto meno flessibile e influenzabile di quello di Ron.

Inoltre Hermione potrebbe essere capace di far capire a Draco i suoi errori, ed essere in grado di guidarlo verso una strada più giusta, una strada diversa da quella che ha imboccato, per il semplice fatto di essere stato solo, completamente solo.

Per di più questa ship comporta una grande maturazione da parte di entrambi: lui, capace di mettere da parte i pregiudizi tipici dei Purosangue e vedere Hermione per ciò che è realmente, e lei, in grado di perdonare e guardare oltre la maschera superficiale e sprezzante di Draco.

Con questo passiamo al mio pensiero su questo personaggio.

Penso che Draco, nel corso del sesto libro, abbia dovuto affrontare una sfida che anche un mago adulto avrebbe faticato a portare a termine. E non mi riferisco solo alla difficoltà pratica di riparare l'Armadio Svanitore, ma anzi, soprattutto a quella psicologica di portare avanti un progetto in cui lui stesso non credeva più.

Non va sottovalutato, poi, il fatto che da poco fosse diventato un Mangiamorte, più per espiare le colpe del padre, dato il fallimento al Ministero, che per una reale convinzione.
Non dimentichiamoci che era stato Voldemort stesso ad obbligarlo a unirsi a loro e, successivamente, a uccidere Silente.

Non si può negare che Draco, all'inizio, fosse quasi onorato di essere al servizio di Voldemort (come si vede nella scena del film in cui parla con Piton dicendogli di non aver bisogno di protezione, e mettendo in evidenza il fatto che tra tutti gli altri Mangiamorte fosse stato scelto proprio lui), ma con il passare dei mesi il fatto che la sua vita, come quella della sua famiglia, dipendesse solo ed esclusivamente da lui si è fatto più concreto, e Draco ha realmente iniziato a capire cosa tutto ciò comportasse.

È stato obbligato a portare sulle spalle, da solo, un peso enorme, che lo schiacciava ogni giorno di più.
Il suo mondo ideale, del quale lui era il centro, e che aveva come satelliti i suoi genitori, gli è pian piano crollato addosso, si è sgretolato senza lasciare spazio alla speranza di poterlo rimettere insieme.
A 16 anni, avrebbe potuto essere responsabile della morte dei suoi genitori, che tanto amava (oltre chiaramente alla sua).
E a 16 anni, nonostante tutto, è riuscito a portare avanti e concludere un progetto che lo ha ucciso interiormente, lo ha fatto diventare adulto troppo in fretta. E lo ha fatto con coraggio, perché se di coraggio non ne avesse avuto, avrebbe rinunciato ancor prima di cominciare.

E lui non aveva scelta. Come avrebbe potuto averne?
Certo, l'alternativa era quella di andare da Silente. Come aveva fatto Piton.
Ma non dimentichiamo che Piton era un adulto - tra l'altro molto esperto in Occlumanzia -. Mentre Draco cos'era? Un semplice ragazzo che, se eventualmente sottoposto alla Legilimanzia da parte di Voldemort, sarebbe definitivamente crollato.
Ovviamente Silente avrebbe potuto aiutarlo, avrebbe potuto cercare di arginare ciò che stava accadendo.
Ma a che prezzo? Avrebbe messo in pericolo la vita dei Malfoy, e forse anche quella di altre persone.
E Draco? Cosa ci avrebbe guadagnato? Perché non è detto che ciò avrebbe funzionato, le probabilità che Voldemort lo scoprisse erano altissime.

Concludo dicendo che, a parer mio, la vera natura di Draco viene fuori durante il dialogo con il Preside sulla Torre di Astronomia:

Tratto dal libro Harry Potter e il Principe Mezzosangue:

«Io non ho alternative!» esclamò Malfoy. «Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!»

[...]

«Io posso aiutarti, Draco...» disse Silente.

«Non può, invece» ribatté Malfoy. Ormai la sua bacchetta tremava incontrollabilmente. «Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta».

Questo è ciò che penso davvero di Draco, un ragazzo obbligato a stare dalla parte sbagliata, un ragazzo che cercava un appiglio, ma che l'ha trovato troppo tardi. Un appiglio che, per di più, rendeva tutto infinitamente più complicato.
Un ragazzo che aveva solo bisogno di essere sostenuto, e che invece ha vissuto sulla sua pelle l'ira di Lord Voldemort, oltre che morte e distruzione, e non ha potuto fare niente per rimediare a ciò che aveva compiuto.
Non a caso, nel settimo libro, ha cercato un minimo di redenzione quando Harry, Ron e Hermione sono stati portati a Villa Malfoy.
Avrebbe potuto confermare le loro identità, e invece non l'ha fatto.

Potete definirlo codardo, io lo definisco troppo coraggioso per rendersi conto di esserlo.

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Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va lasciate un commento e una stellina e se la storia vi piacerà condividetela;)
Grazie <3

_littlewoman10_

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