Capitolo 5

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Allora. I coltelli. Sì. Beh, ho sempre avuto una mira precisissima. Così precisa da riuscire a calcolare la traiettoria di ciò che lanciavo con largo anticipo. Prima lanciavo solo palline di carta. Ora coltelli. Non mi piace ferire le persone. I miei coltelli sono speciali: non possono ferirti. Non hanno una lama. Ma una scarica elettrica. Infatti miro sempre alla spalla. Sembrano normali coltelli ma non lo sono.
«Là c'è la macchina che dobbiamo usare» dico guardando la mappa e puntando il dito verso il parcheggio.
«Io guido» annuncia Shaw.
«Non credo che sarà facile prendere le chiavi» le faccio notare mentre un uomo si avvicina alla macchina. Ci avviciniamo.
«Posso sputargli in faccia?» mi chiede Shaw.
«Se sarà necessario.» La sento sorridere.
«Ehi tu!» dice Shaw chiamando il tizio. Io nel frattempo cerco di fregargli le chiavi. Mi avvicino piano, con cautela. Forse ho fatto qualche rumore di troppo perché l'uomo si gira. Ci fissiamo. Ehm, Shaw?! Uno sputo in faccia sarebbe gradito!
«Tu volevi fregarmi? VOLEVI...» cerca di gridare. Io però gli ho avvicinato un coltello allo stomaco. Sviene. Shaw gli guarda la faccia.
«Fallo dopo che prendo le chiavi, ti prego!» le dico. Mi affretto a prenderle e mi dirigo verso lo sportello del passeggero e mi siedo dentro la macchina e chiudo lo sportello. Mi allungo per vedere la scena. Shaw prende la mira, carica e sputa. Che schifo. Magari ci poteva spruzza un po' di profumo così da coprire l'odore della saliva.
«Dammi le chiavi» mi ordina.
«È stato soddisfacente?»
«Molto.»
«Perfetto! Gira a sinistra.»
«Grazie Tom Tom.»
«Non sono l'unica con l'umorismo acceso stamattina.»
«Non è umorismo. Si chiama prendere in giro.»
«Come non detto. Di nuovo a sinistra.»
Segue un periodo di silenzio interrotto solo dalle mie indicazioni stradali. Giungiamo in un punto che sembra sperduto nel nulla. Sembra tutto tranquillo. Sembra. Ripeto: SEMBRA. Sinceramente spero che anche questa volta l'apparenza mi inganni. E, sorpresa, le mie aspettative non vengono deluse. Apriamo entrambe il borsone. Nel mio ci sono: una dozzina di coltelli, una giacca di pelle probabilmente anti-proiettile, un elastico e una pistola. L'ultima non credo sarò mai capace di usarla. Non nel senso che non so usarla ma nel senso che non riuscirei a sparare ad un essere vivente. Anche fosse un animale. Non ci riuscirei. E spero di non trovarmi mai nelle condizioni di usarla. Guardo Shaw che tira fuori le sue cose dal borsone. Prende due pistole, tre paia di ricariche, la mia stessa giacca di pelle e basta. La cosa più forte è il basta. No okay a parte gli scherzi abbiamo un'attrezzatura non male. Il punto era: che fare? Io per prima cosa mi sfilo la maglia e indosso la giacca da sopra la canottiera. Shaw fa lo stesso.
«Perché siamo qui?» chiedo.
«Non lo so. Magari abbiamo un appuntamento galante» ironizza Shaw.
«Shaw sono seria. Ehi! Guarda lì!» le dico indicando freneticamente dei tizi che corrono. Mi lego i capelli in una coda alta e salto giù dalla macchina. Urrà! Un po' di azione! Speriamo che non sia tutta una cavolata. Chiudiamo gli sportelli.
«Andiamo.» Annuisco. Ci muoviamo velocemente ma in silenzio. I tipi non si guardano in giro, non si fermano mai a controllare se c'è qualcuno. Alla fine però si fermano e di seguito anche noi. Mi affaccio un po' per vedere la scena.
«L'abbiamo preso» dice uno.
«E allora dov'è?» chiede un altro che non riesco a vedere.
«Qui» risponde il primo indicando due persone. Poi capisco.
«Hanno rapito una persona» dico a Shaw.
«Chi è?» mi chiede. Mi riaffaccio: è un uomo sulla trentina, alto ed esile, capelli e occhi scuri. L'ho già visto da qualche parte. Ah sì!
«Hai presente l'edicola da dove passiamo per andare a mangiare?»
«Sì. Ma che c'entra?»
«Guarda» dico facendola affacciare.
«Che vogliono da lui? Sembra uno a posto» mi domanda.
«E che ne so! Senti, ho un piano.»
Ci dividiamo. Io mi arrampico fino al soffitto che non è altissimo. Abbastanza basso da poterci saltare giù senza problemi. Shaw nel frattempo gli distrae. Sono in cima e mi siedo su una trave. Poi sento qualcuno fare irruzione: Shaw. Segue una sparatoria continua. Mi ha detto di non interferire ma non posso. È una. Loro sono tre. Vedo che la mia amica si guarda in giro. O vuole una mano o vuole che io capisca di stare ferma. Opto per la prima. Un proiettile la schiva per un pelo. Ora sono arrabbiata. Salto giù. Prendo due coltelli e gli lancio. Si attaccano come meduse alle spalle di quegli idioti che cascano a terra gridando per il dolore.
«Skylar!» mi urla Shaw. Mi giro giusto in tempo per vedere il più grosso tra tutti che sta per piantarmi un coltellino nella gola. Gli fermo il braccio e con una velocità che non so neanche da dove esca fuori glielo storco e lo butto per terra. Lascia il coltello. Gli tiro un pugno in faccia e sviene. Mi tiro su.
«Grande ragazzina.»
«Mozzarella. Ecco di cosa sei fatto» dico sputandogli in faccia. Nessuno spara alla MIA squadra. Nessuno.
«Skylar?» mi chiama il tipo dell'edicola. Mi pare si chiami Alan.
«Alan, vero?» gli chiedo. Annuisce in silenzio.
«In che cosa ti sei cacciato?»
«Pensavano avessi qualcosa di loro. Blateravano su una memory card che può disattiva una macchina.»
Io e Shaw ci guardiamo. Io le faccio di sì con la testa. È quello che cercavamo noi e Samaritan. Uno delle parti del mio virus. Dobbiamo trovarla.
«Sai dirmi altro?»
«Sì. Parlavano di Central Park e di un tronco cavo.»
Grande! Se c'era una cosa che ho imparato leggendo è che le cose si nascondo anche nei posti più ovvi. Lo stacchiamo. Congediamo Alan che se ne va a gambe levate.
«Andiamo a Central Park» annuncio.
«La troveremo prima di loro?»
«Sì.»
«Come fai a saperlo?»
«Perché, un po' di anni fa, ci ho giocato anche io a questo gioco» rispondo rabbuiandomi. Saliamo in macchina. Ora so come possiamo trovare gli altri pezzi.
*spazio autrice*
Scusate se è corto, ma non so cosa altro scrivere. Comunque... di che gioco parla Skylar? Perché il virus è diviso in vari pezzi? Perché Skylar non ne ha parlato con nessuno? Cosa si cela dietro questo mistero? Una parte oscura del suo passato? Forse. Al prossimo capitolo
Eleonora.

Person Of Interest-Skylar Connor [In correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora