Capitolo 9

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Corro.
Mi sta raggiungendo.
Corro più veloce.
Spara.
Cado.
Il sangue esce dalla gamba.
Si avvicina.
Punta.
Chiudo gli occhi.
Spara.
Un suono esce dalla mia bocca, un urlo sovrumano. È stato solo un incubo. Mi stendo di nuovo nel letto e chiudo gli occhi.
Corro.
Mi sta raggiungendo.
Corro più veloce.
Spara.
Cado.
Il sangue esce dalla gamba.
Si avvicina.
Punta.
Chiudo gli occhi.
Spara.
Scott mi cade vicino.
Morto.
Di nuovo.
Questa volta urlo più forte che mai, piango e grido il suo nome.
«SCOTT!» urlo.
«Skylar è un incubo!» Non so di chi sia la voce. So solo che non smetto di gridare.
«SCOTT!» chiamo. Qualcuno mi prende la testa fra le mani. Root mi costringe a guardarla negli occhi.
«Sei qui, è un incubo» mi dice.
«Scott... trovarlo... l'ha ucciso...» dico in preda al panico. Una mano mi si poggia sulla spalla.
«Signorina Connor» mi chiama Harold. Poi ricordo: sono nella mia vecchia villa in periferia. Scott è morto in un incidente. Io sono viva. Stiamo tutti bene. Mi calmo ma Root continua a tenere la mia faccia tra le sue mani. Mi sposta dal viso una ciocca di capelli e la mette dietro l'orecchio. John mi passa un bicchiere d'acqua e Shaw si siede accanto a me.
«Scusate» dico pianissimo.
«Stai bene?» mi domanda Shaw. Io scuoto la testa. No che non sto bene. Lei si alza e apre la finestra facendo entrare l'aria della notte. Saranno l'una al massimo. Sono arrabbiata con me stessa: non dovevo svegliarli.
«Che hai visto?» mi chiede Root con la voce più dolce del suo repertorio, tenendo le mani ancora appiccicate alla mia faccia.
«Un uomo che mi inseguiva. Ha sparato e Scott è caduto morto vicino a me» dico tutto d'un fiato. Il cuore ha ripreso a battermi all'impazzata. John mi porge altra acqua che bevo avidamente. Il mio cervello sta andando in tilt per tutti quegli incubi. Tutti mi fissano, preoccupati e comprensivi.
«Root levale le mani dalla faccia o potrebbe diventare la fotocopia perfetta dei tuoi arti superiori» le fa notare Shaw.
Root si scolla, in imbarazzo, e si mette in piedi.
«So io che ti serve» continua Shaw. Mi fa cenno di seguirla. Siamo all'entrata quando mi da uno dei sui giacconi e mi invita a indossare le scarpe. Il mio adorato genio della pizza sa leggermi nel pensiero, penso. Prende le chiavi della macchina e il telefono e chiude la porta dietro di se. Mi lancia le chiavi e ci mettiamo in macchina.
«Okay. Voglio che te ne freghi altamente dei limiti di velocità. Sfogati» dice tirando un morso ad un panino uscito da non so dove. Metto in moto e chiudo gli occhi. So cosa fare. Sto per partire quando Root apre lo sportello posteriore e si siede.
«Cosa c'è di meglio di un'uscita tra ragazze?» chiede. La guardiamo.
«Già» commento. Mi giro verso il manubrio e stavolta parto sul serio. Non che vada veloce, sono partita solo a centoventi chilometri orari. Il motore romba ma continua ad accelerare. Sta cosa mi serviva sul serio. Sterzo ad una curva ed entro in un circuito abbandonato. Root prende il telefono.
«Tre...» inizia.
«Due...» dice Shaw.
«Via» dico con un sorriso enorme.
«QUESTO IO LO CHIAMO VOLARE!» grida Root. Ho schiacciato l'acceleratore fino a fare un buco nella macchina. Centonovanta. Sto per andare in curva e sterzo prontamente, poi riparto a massima velocità. Il bello di questo circuito è che, per la maggior parte del percorso, è in rettilineo.
«AUMENTA!» mi grida Shaw. Io ho sinceramente paura di farlo visto che ha appena finito di mangiare. Ma okay, se lo dice lei... Duecento. È il giorno più bello della mia vita.
«FRENO!» avviso in anticipo. Entrambe si reggono forte e io faccio una frenata. Poi inizio a girare in tondo. Sento l'attrito sulla strada.
«È stato MITICO!» urlo.
«Affermativo soldato» dice Shaw.
«Concordo pienamente» afferma Root.
«Sai che ci vuole ora?» domanda la prima. Io e Root scuotiamo il capo.
«Un brindisi» dice. Poi continua: «Ti prego vai veloce come prima.» Guardo prima lei poi Root, poi di nuovo lei. Senza esitare ancora premo l'acceleratore. Questa notte di schifo rischia di diventare la più bella della mia vita.
Accosto vicino al bar e scendiamo. Entriamo nel locale. È tranquillo e per niente sovraffollato. Non sono una grande sostenitrice dell'alcool. Prendiamo tutte e tre una birra ciascuna, poi ci sediamo al bancone e aspettiamo. Non ho per niente sonno. Arriva la birra.
«Un brindisi all'eccellente guida di Skaylar» dice Shaw alzando la bottiglia.
«E a tutte e tre» aggiungo. La bottiglie tintinnano e io prendo un sorso. Sento gli occhi che mi bruciano.
«Tu non bevi molto vero?» mi chiede Root.
«Sì» rispondo.
«Si capisce. Hai gli occhi lucidi» interviene Shaw.
«Non è la prima bevanda nella mia lista» mi difendo.
«Siamo una bella squadra» dice Shaw.
«Concordo a pieno» la sostiene Root.
«Non concordi mai a vuoto vero?» le chiedo. Ridiamo. Bevo un altro sorso. Restiamo un po' in silenzio finché un ragazzo della mia età si avvicina. Scatto all'allerta.
«Ciao» mi saluta.
«Ciao» dico.
«Ti va di ballare?» Guardo Shaw e Root. Ho un talento innato per far fare a tutti brutte figure. Solo che sta volta è qualcosa di volontario.
«No» rispondo semplicemente girandomi verso il bancone. Root e Shaw sogghignano.
«M-ma, come no?» balbetta.
«No, ci hai sentito bene.» Il ragazzo si allontana deluso.
«Io ti stimo» dice Shaw.
«Cinque dollari, è il massimo che posso farti» dice seria Root.
«Ma cos... Che scema! Cinque è poco!» ribatto io. Torniamo a ridere. Squilla un telefono, il mio più precisamente. Lo tiro fuori dalla tasca. È un messaggio di John che dice: "È tutto okay? State bene?".
«Oh il nostro piccolo John si preoccupa» dice Root guardando il telefono.
«Digli che stiamo bene» dice Shaw. Digito "È tutto a posto. Non devi fare il baby-sitter" e invio.
"Già perché l'esperta in campo sei tu."
"Oh ti prego. È già una seccatura pensare cosa mi aspetta nei prossimi mesi."
"Dove siete?"
"Ad un bar."
"Vi lascio festeggiare l'ignoto allora."
"Grazie."
Spengo il telefono. Altri tipi si avvicinano a noi. Stavolta sono tre e ci guardano in maniera strana.
«Oh venite» dice Root trascinando me e Shaw non so dove. Tira fuori dalla macchina un borsone enorme. E magia! Nel borsone ci sono tre abiti da sera! E poi le fate non esistono. Indossiamo tutte e tre un abito da sera. Il mio è fantastico: blu, stretto in vita con dei ricami bianchi alla fine. Root mi porge delle scarpe bianche e con un tacco non troppo alto. Lei ha un vestito rosso e delle scarpe altrettanto rosse. Shaw ne ha uno nero, molto semplice, scarpe col tacco. Bellissime tranne me. È bellissima questa uscita. Iniziamo a camminare per le strade di New York, parlando del più e del meno, come se tutto quello che è successo ultimamente non fosse mai accaduto. Ridiamo tra le mie stupide battute e le persone che mi guardano. Ogni tanto qualche idiota fischia ma lo ignoriamo.
«Che ore sono?» chiedo dopo un po'.
«Le tre» dice Shaw.
«Forse è meglio se torniamo» propongo.
«Promettiamo di farlo di nuovo» dice Root.
«Oh ci puoi scommettere» la rassicuro. Ci sorridiamo e facciamo retrofront verso la macchina.
*Spazio autrice*
Ehiiiiiiii! Gnaaawwwwww voglio andare con Shaw e Root! Uff. In sto capitolo sono tutti cushiolosi. Ibwdiucbiwd.
Okay io sto Sclerando! Però davvero voglio Root, Shaw e gli altri qui!
Anyway, cosa vi ha fatto più ridere di sto capitolo?
Spero in un vostro commento alla pizza.
Eleonora

Person Of Interest-Skylar Connor [In correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora