Capitolo 11

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Apro gli occhi e il freddo mi percorre la schiena. Shaw dorme: ha una coperta addosso. Ma che dico? Non è una coperta è una giacca. Assomiglia tanto a quella di Root che è infatti vicino a me, che mi guarda.
«Flirtare con Shaw non è mai abbastanza vero?» dico con voce roca, alzandomi piano.
«Non credo che flirtare sia il termine giusto» mi dice.
«Oh, giusto. Ci stai provando con lei.»
«Diciamo che Shaw ha il suo fascino.»
«Sì. Se fosse maschio sarebbe un bono da far paura» dico ridendo.
«Ammetto che è vero.» La guardiamo sorridendo. Dico sul serio: un tipo come Shaw non mi dispiacerebbe.
«C'è sempre John» le faccio notare.
«Ma il suo cuore appartiene ancora a Joss» ribatte. Joss. Maledetta me che non riuscii a salvarla quel giorno. Che non lo previdi. Che rimasi ferma dov'ero. Manca davvero a tutti. Andavo alle medie con Taylor e ci vedevamo spesso a casa sua. Quando ho capito che costituivo un pericolo mi sono dovuta allontanare.
«Comunque lo faccio maggiormente per irritarla» si giustifica. Ora non mi va di parlare del suo orientamento per le relazioni così annuisco sorridendo.
«È meglio se la lasciamo dormire?» chiedo.
«No. È mattiniera, si alzerà fra qualche minuto.» Ed infatti eccola riemergere dal sonno.
«Come stai?» mi chiede.
«Meglio, bene anzi. Ho voglia di scendere.»
«Ricordati che hai ancora la febbre» mi ricorda Root avvicinandomi un paio di pantofole. Ci infilo dentro i piedi e mi alzo piano. Non ho molta forza nelle gambe ma cerco di restare in piedi. Scendiamo tutte e tre e accendiamo la TV. Capisco che nessuno ha voglia di vedere come ha voglia di sentire le news così metto su una serie televisiva poliziesca. Ci dimostriamo davvero impazienti: siamo capaci di risolvere i casi già dall'inizio della puntata. Lascio le ragazze ai loro insulti e mi preparo un the caldo. Emetto un grugnito di dolore.
«Ahi» dico. Mi fa male il petto. Bevo un sorso di the. Anzi una goccia. La risputo immediatamente nel lavandino. Okay, niente liquidi. Provo a mangiare un biscotto. Lo devo sputare. Niente solidi. Niente acqua, niente cibo. Morirò. Ecco il significato della birra e del vomito.
«Shaw» la chiamo. Stranamente si gira, senza il minimo fastidio, e mi guarda.
«Morirò nell'arco di una settimana» dico. Alla parola morte Root si gira, John arriva dalla stanza e Harold si affaccia dalla sua camera al piano di sotto. Per la tensione che si è creata credo che i morti arriveranno qui per fissarmi.
«Ma non essere stupida. È febbre» mi dice lei. Comunque noto la preoccupazione nella sua voce.
«Non scherzo, Shaw. Non posso né bere né mangiare. Se lo faccio vomito e non assumo niente comunque. E sappiamo entrambe che tre giorni senza acqua...»
«Equivalgono al disidratamento totale.» Annuisco. Root si morde il labbro.
«Non è colpa vostra, non siate sceme» gli dico, sapendo già cosa pensano. Poi ho un'idea. Vado in camera e prendo carta e penna.
«Che fai?» chiede John.
«Ho un amico. Una volta ebbe lo stesso mio problema. Riuscì a trovare una cura e credo non abbia mandato all'aria la soluzione ad un problema che si può ripresentare» rispondo. Intanto scribacchio sul foglio. Se non risponde gli tiro un calcio nel sedere prima di morire.
*Spazio autrice*
>.< Lo so. Il capitolo fa praticamente schifo. È minuscolo ed insignificante. Scusatemi è che ho un mal di testa enorme. Ora rischio di svenire. Scusatemi tanto. Se vi va lasciate lo stesso un commento su sto capitolo schifoso.
Ciao
Eleonora.

Person Of Interest-Skylar Connor [In correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora