Capitolo 2

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Tutto è nuovo, più moderno, nulla è rimasto come lo avevo lasciato, proprio nulla.
"Mia! Angela!" Sentiamo una voce familiare chiamarci e d'istinto ci voltiamo.
"Lana!" Mia madre le diede un forte abbraccio, la "milf" non la vediamo da l'anno scorso eppure è sempre uguale, non cambia mai, plastica facciale, trucco, e voglia, tanta voglia di cazzo.
"Mia, santo cielo come sei cresciuta, è bello rivederti"
"Anche per me lo è Lana" cercai di nascondere il finto sorriso che esplicava le mie emozioni più negative.
"Venite, venite... Queste sono le vostre camere. Suit separate come richiesto"
"Grazie mille" dissi "così non sentirò mia madre scopare uno sconosciuto ogni sera" pensai, meno male che Lana fa questo lavoro.
"Mia"
"Jonathan" dissi
"Amorino hai visto come si è fatta grande la nostra Mia?" Il marito di Lana mi squadrò da testa a piedi e mi sentii a disagio mentre intravedevo tra i suoi capelli folti il paio di corna di cervo.
"Sei molto bella, una donna ormai"
"Già, grande responsabilità" sorrisi innocentemente a quegli occhi che mi penetravano ad ogni minuto che passava.
"Forse è il caso che io vada" dissi prendendo in mano un borsone.
"Oh cielo, permettimi di aiutarti"
"No no Jonathan tranquillo"
"Oh avanti Mia, chiamami Jonny, siamo in confidenza da una vita ormai e insisto, una fanciulla come te merita solo di godersi il puro piacere che questa vacanza e hotel daranno" sottolineò le parole "puro piacere" e prese il borsone per poi portarlo in ascensore.
"Dimmi Mia cosa fai ora? Studi?"
"Si, studia Giurisprudenza" rispose mia madre e per la prima volta apprezzai un suo intervento.
"Interessante... E cosa vorresti fare?"
"Vorrei diventare avvocato e sbattere dentro più criminali possibili" le parole che mi rimbalzarono in testa furono altre ma non dissi nulla.
"Eccoci qui signore, stanza numero 5 e numero 6, a voi la scelta" l'uomo rimase lì, sullo stipite della porta a fissarmi per vedere che stanza scegliessi.
"La 5 è la mia eh cara. C'è l'idromassaggio" rise mia madre saltellando in aria come una bambina.
"Va bene" risposi mentre sentii il fiato caldo di Jonathan vicino all'orecchio e poi una frase sussurrata "puoi venire da me per quello e per altro" mi irrigidii a quelle parole e senza dire nulla entrai e mi chiusi a chiave dentro la suit.

LUSSURIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora