Capitolo 2

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CAPITOLO 2

Erano passati alcuni giorni dal primo giorno... non furono particolarmente massacranti, tralasciando il fatto che la professoressa Peterson ci inondò, come promesso, di nuovi paragrafi da studiare. Così quel giorno decisi di trattenermi alla biblioteca all' interno della sede, visto che all' esterno vi era una specie di apocalisse climatica. E se ve lo state chiedendo si, ho la patente, ma intraprendere in macchina una strada con pioggia e tuoni dentro Los Angeles era un buon metodo per tentare il suicidio. Ecco il motivo per cui mi ero sempre spostata a piedi, oltretutto distavo una 20ina di minuti, non era così tragico.

La biblioteca era sempre stato il mio luogo preferito dell'Accademia, riuscivo sempre a studiare e a fare i compiti, a differenza di casa mia che aveva sempre un qualcosa che mi faceva distogliere l'attenzione dai miei impegni.

Così mi ritrovai davanti agli appunti di Arte dello Spettacolo, più specificatamente "Il Sistema di Stanislavskij".

"Quindi.... Stanislavskij viene ricordato oltre che per essere uno dei maggiori registi di riferimento del primo '900 anche per essere stato una figura molto importante nell'ambito della pedagogia, infatti è uno dei primi registi pedagoghi. Creò una sorta di grammatica per i propri attori della sua compagnia teatrale, quindi del suo ensemble, che viene definito sistema... il sistema è appunto una grammatica che consiste una serie di esercizi che gli attori devono svolgere durante le prove e prima della rappresentazione teatrale che consistono soprattutto nel, innanzitutto, ehm......."

"...In esercizi di rilassamento per i muscoli del corpo, esercizi di focalizzazione che consentono di riconoscere prima lo sfondo del teatro, poi il pubblico, poi gli oggetti più vicini a se e infine l'attore stesso ed esercizi di immedesimazione." Una seconda voce mi fece sobbalzare dalla sedia, assorta completamente dalla mia teoria. Mi girai di scatto per ritrovarmi davanti una figura assai famosa. Jennifer.

"Scusami non volevo spaventarti!" disse con gli occhi da cerbiatta... e menomale che lì non avrei dovuto avere distrazioni...

"N... No, si figuri... p... professoressa Lopez!"

"Oh mamma mia... Sono tantissimi i nomi che mi danno, ma professoressa Lopez sarà difficile abituarsi!"

Feci una piccola risata nervosa... non avevo idea di come comportarmi con lei... ha sempre avuto un fandom molto giovanile (si ok sono andata a studiare un po di cose sulla sua vita) e tutti tendevano a chiamarla 'Mama'... ma ora era diverso... un contesto completamente diverso!

"Immagino... ma sono sicura che dopo un po lo troverà divertente!"

"Ahahahah, forse si..." disse, sedendosi di fronte a me "Keira.... giusto?"

"Esatto... Keira Sala!"

"Oh! Italiana?"

"Padre italiano, madre americana!"

"Bilingue quindi...."

"Già... Come lei se non sbaglio!"

"Praticamente si, sono nata in America ma i miei genitori sono portoricani! Sono sempre stata abituata a parlare sia inglese sia spagnolo, ma alla fine diciamo che l'inglese è il più usato a casa mia!"

"Io non so, dipende da dove sto. Quando stiamo in Italia, italiano a raffica! In America inglese sino allo sfinimento"

Ridemmo entrambe, mi piaceva la piega che stava prendendo questa conversazione, era rilassante.

"In che parte dell'Italia hai vissuto?"

"Milano, poi ci siamo trasferiti qui per circa 3 anni... I miei genitori sono tornati in Italia per lavoro ma io mi sono talmente innamorata dell'America che non l'ho voluta più lasciare! Mi sento come se in fondo al cuore sia sempre stata americana, ma ho ancora tanto da scoprire e vedere... Anche Porto Rico mi piacerebbe!

Mi ascoltava con attenzione, senza interrompermi, senza mai togliere il sorriso dalle labbra... sembrava davvero interessata a sapere tutto su di me e tutto ciò era così strano quanto bellissimo.

"Beh, se dovessi andarci fammelo sapere! Ti do' qualche informazione sul cosa visitare!"

"Si... grazie! Glielo farò sapere senza dubbio! Posso farle una domanda?"

"Certo!"

"Cosa l'ha portata a venire ad insegnare qui? Voglio dire, è abbastanza insolito...."

"Che una come me venga ad insegnare piuttosto che fare musica, concerti e film?"

"Esatto..." dissi intimidita. Fece una piccola risata.

"Ho deciso di prendermi per ora un anno sabbatico, volevo concentrarmi su una delle tante passioni che ho sempre avuto, ovvero poter insegnare a danzare! Anche solo per hobby.. Vorrei che la gente sappia cogliere il vero significato della danza, ovvero libertà, spensieratezza, gioia! Quindi eccomi qua!"

Ogni parola che pronunciava potevi captare tutta la passione che metteva nel suo lavoro, si vedeva quanto fosse innamorata del ballo.

"Sono sicura che impareremo molto da lei, ho sempre pensato che chi mette amore e passione nel proprio mestiere riesce a trasmetterlo anche a chi lo impara!"

"Si, sono d'accordo con te... e farò di tutto per trasmettervelo!"

Ci guardammo per qualche istante. Aveva uno sguardo magnetico, che ti trasmetteva sicurezza, dolcezza e un briciolo di ansia causata dalla sua sensuale bellezza. Era bella da far paura.

"Credo che continuerò ad immergermi sul sistema di Stanislavskij" dissi, imbarazzata dal silenzio che si era creato.

"Hai ragione, perdonami se ti ho interrotta!" Disse alzandosi dalla sedia

"No anzi, la ringrazio, è stata una vera pausa rilassante!"

Mi guardò sorridendo, ma appena si accinse ad andarsene mi rivolse un ultimo sguardo

"Stai attenta con questo tempo, anche i marciapiedi sono scivolosi."

Rimasi senza parole, era stata così dannatamente dolce.

"G... grazie. Certo!"

Mi regalò un ultimo sorriso per poi salutarmi con un "ciao" mixato tra l'italiano e spagnolo, mi fece sorridere.

Percorse il resto della biblioteca di fronte ai miei occhi e, mi sembra scontato, i miei occhi caddero su quel "lato del corpo molto famoso" messo in grande evidenza a causa dei jeans attillati. Credo se ne accorse, perché si girò con la coda dell'occhio facendo una lieve risata. CHE FIGURA. Mi morsi il labbro per tutto il tempo a tal punto di farlo sanguinare un po.

Era inevitabile. QUESTA DONNA HA IL CULO PIÙ BELLO DEL MONDO!!!

Arrivò la sera. Finii di studiare circa verso le 18, quando smise di diluviare. Ne approfittai per tornare a casa con passo più svelto per poi tornare a casa e immergermi in un grande bagno caldo e una tazza di cioccolata tra le mani...

Il mio pensiero andava li, a Jennifer... voglio dire, alla professoressa Lopez!

Da quando subentrò nella mia vita mi sentii quasi intimorita da lei... per carità, dolcissima donna, simpatica, gentile e tanto colta... ma la sua presenza mi portava ad uno stato di insicurezza interiore che non riuscivo a spiegarmi... quasi sicuramente, mi dissi, era dovuto dal fatto che fosse una star internazionale che da un giorno all'altro si metteva ad insegnare una materia mai affrontata in una prestigiosa scuola privata della California. Si. Era per forza quello. Sono sicura che anche i miei compagni provavano il mio stesso stato d'animo.

Tutti quei pensieri mi fecero calare il sonno tutto di una volta, era stata una settimana decisamente intensa in ogni sfumatura. Mi asciugai, mi infilai il pigiama e dopo un semplice pasto fatto al microonde mi infilai dentro il letto che mi rapì in un sonno profondo pochi minuti dopo.

"Ain't It Funny?"( A Jennifer Lopez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora