Capitolo 3

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Il giorno della prima lezione di danza con Jennifer arrivò. Avevo una lieve ansia dentro di me, ma non c'era motivo. D'altronde lo dissero che non ci sarebbe stata nessuna gara o cose del genere, era solo un modo per farci conoscere più a fondo il mondo del ballo. Sicuramente sarebbe stato divertente.

Mille commenti non tanto casti uscirono dalla bocca dei miei compagni appena Jennifer varcò la porta con una tuta da ginnastica decisamente aderente, capelli raccolti da una lunga chioma e scarpe da ginnastica.

"Buongiorno a tutti ragazzi. Emozionati?"

Tra le varie risposte si aggiunse quella di Mike, il compagno più spudorato della classe: "Oh non immagina quanto professoressa!" disse, accompagnato da una risata di gruppo. Che coglioni morti di figa...

"Oh beh godetevi questa emozione finché potete perché durerà poco tranquilli".

Ci fu un silenzio di tomba, un sorriso malizioso si formò sulle mie labbra. Sapeva zittire la ragazza....

"Bene, possiamo iniziare! Vi mostrerò alcuni passi di flamenco e subito dopo chiamerò qualcuno di voi per provarlo con me!"

Tutti annuirono, senza nessuna obiezione. Partì una canzone, senza dubbio era sua, con delle parole in spagnolo e una melodia stile flamenco.... Si posizionò al centro della sala e in men che non si dica cominciò a muovere lentamente le braccia e le mani in una danza estremamente sensuale, tutto ciò accompagnati da movimenti del bacino... eravamo totalmente ipnotizzati dalla sua sensualità, c'è chi addirittura gli si seccò la bocca.

Il contesto era tutto ciò: sensualità, battiti di piedi estremamente rumorosi, scatti continui. Un flamenco coi fiocchi.

L'esibizione durò 2 buoni minuti dove nessuno si degnò di tirar fuori un segnale di vita, fu lei a prendere nuovamente parola.

"Ok. Chi vuole essere il primo?"

Come si volevasi dimostrare, nessuno espresse un segno di emozione esaltata, eravamo tutti quasi intimoriti da lei. Come se fosse una battaglia col nemico più potente del mondo. Un'aria di ansia quasi terrore si espandeva nell'aria.

"Keira! Vieni tu!"

Mi ghiacciai. Era l'ultima cosa che volevo, competere con lei, mettermi in gioco. Ma non potevo tirarmi indietro. Dovevo farmi coraggio. Così mi avvicinai a lei. Mise la musica e l'unica cosa che ricordo di aver fatto fu seguire, completamente fuori tempo, le sue mosse e, tra l'altro, senza un minimo di rilassamento.

Non durò nemmeno un minuto questo "ballo", non vedevo l'ora terminasse, non era questo quello che mi aspettavo, non era questo quello che volevo.

"Keira mi dispiace ma devo dirtelo: ma è un no completo. No, no e assolutamente no!"

"Mi dispiace professoressa.... ma penso lei sappia che qui nessuno ha mai praticato danza! Con tutto il rispetto, non può pretendere che noi riuscissimo ad essere dei bravi ballerini!"

"Io non pretendo che voi sappiate ballare come dei prodigi, io voglio solo che voi possiate iniziare ad amare voi stessi e il ballo è un ottimo modo per iniziare!"

Queste parole mi ferirono profondamente, come osava dire che non mi amavo? Non mi conosceva neanche!

"COS.... Lei sarà pure una professoressa e una star amatissima, ma io non permetto a nessuno di giudicarmi dicendomi che non mi amo abbastanza! Lei non mi conosce!"

"Keira calmati!" intervenne Dorothy, preoccupata e ansiosa della situazione.

"NO NON MI CALMO! Nessuno può giudicarmi, soprattutto chi non mi conosce! NON LO PERMETTO A NESSUNO!!"

Presa dall'ira e dalla tristezza, corsi via dalla sala in un mare di lacrime. Mi rinchiusi all'esterno della struttura in una stanza accanto alla palestra dove vi erano vari attrezzi non ben identificati. Mi rinchiudevo sempre lì quando volevo stare da sola, dove potevo urlare e dare sfogo alla mia rabbia, senza per forza scaricarla su qualcuno. Quello era uno di quei casi. Ero ferita, delusa, arrabbiata. Ma in realtà perché? Forse perché aveva centrato il punto, forse perché aveva capito di che pasta fossi fatta. Lei aveva capito, io no. E ciò mi irritava terribilmente. Ma il modo in cui si pose. Non mi conosceva e già si scagnò su di me "sputando sentenze".

Debole dallo sforzo di quei lunghi pianti, mi accovacciai in un tappetino da ginnastica, cadendo in un sonno profondo.

Non so quanto tempo passò da quando mi rinchiusi dentro quella specie di ripostiglio, ma di certo una forzatura della porta mi fece svegliare di colpo. Vidi Dorothy, che urlò di gioia appena mi vide.

"KEIRA!!! CI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO!"

"Stai tranquilla sto bene... Avevo bisogno di calmarmi o sai bene, sarebbe successo un casino...."

"Lo so... ma ci siamo spaventati tutti! Non riuscivamo a trovarti!"

"Beh sono qua!" dissi sarcastica

"Vieni dai, andiamo dentro..."

Attraversata la soglia della porta, per mia "spiacevole" sorpresa, vidi Jennifer, seduta su un muretto. Guardai Dorothy con sguardo severo.

"Keira, voleva parlare con te... per favore."

Il mio accigliamento scomparve e, pur forzato, feci un segno di comprensione. Dorothy si allontanò e vidi Jennifer avvicinarsi.

"Keira, ti chiedo profondamente scusa, davvero... l'ultima cosa che volevo fare era ferirti." l'ascoltai senza intervenire "Io quello che volevo dirti, è che tu hai tanto potenziale. Lo vedo nei tuoi occhi, anche solo dopo la chiacchierata dell'altro giorno, per quel poco che ti conosco, vedo che sei una ragazza estremamente profonda. Ecco perché ho scelto te oggi. Ma hai ragione, non ti conosco, mi sono lasciata andare troppo.. mi perdoni?"

Dio l'avevo odiata tanto quel giorno, ma anche volendo non ci riuscivo minimamente ad avercela con lei... era sincera, lo vedevo. E questo giocava totalmente a suo favore.

"Io la perdono se lei perdona la mia uscita violenta di prima!"

Sorridemmo allo stesso tempo e, per mia grandissima sorpresa, mi prese tra le sue braccia e mi strinse in un caloroso abbraccio. Era come se tutta la rabbia non fosse mai esistita. Mi fece stare benissimo.

Dopo alcuni secondi ci staccammo da quel gesto a dir poco professionale per poi guardarmi e dirmi testuali parole:

"Volevo darti questo..." mi consegnò un CD senza nessuna copertina "ci sono varie canzoni mie che mi piacerebbe ascoltassi"

"La ringrazio... ma mi dispiace dirle che non conosco molte sue canzoni..."

"Meglio! Sarà una sorpresa allora!"

Mi disse sorridendo, così la ringraziai e ci incamminammo all'interno della scuola.

Quella stessa sera inserii il cd all'interno del mio notebook trovandoci 10 tracce audio. Era strano ma curioso, Jlo che consegnava un cd non originale con delle sue canzoni ad una sua alunna (faceva ancora estremamente strano dire che ero l'alunna di Jennifer Lopez). Questa donna finora era una continua sorpresa.

Feci partire la prima traccia....

Amarte Es Todo.....

"Ain't It Funny?"( A Jennifer Lopez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora