Capitolo 15

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Eravamo ormai a metà Novembre. Accaddero tantissime cose straordinarie dal primo giorno in cui rientrai a scuola e di certo quello fu l'anno più movimentato quanto il più bello. Era quasi un mese ormai che la mia relazione con Jennifer andava avanti, tanto quanto la "chiusura" del rapporto con miei genitori. Non ebbi loro notizie da quella famosa litigata e, automaticamente, loro non avevano mie notizie. Ci soffrivo tutt'ora, ma la mia vita, gli studi, Jennifer e la sua famiglia, Dorothy ecc mi aiutavano a non concentrarmi sul grosso dolore che provavo. E Jennifer, la mia amata e meravigliosa Jennifer, mi aiutava più di chiunque altro. Quella giornata la passai come ogni giorno da due mesi a questa parte, scuola, studio e relax. La sera la passavo sempre con Jennifer, ma quel giorno volevo fare un qualcosa di carino, di semplice ma intenso. Così optai di portarla nella parte collinare di LA e guardare le stelle dalla nostra macchina. Sembrava sdolcinato ma questi erano i momenti che preferivo di più con lei: noi e la natura circostante.

"Amore dove mi porti a quest'ora?" mi disse durante il nostro viaggio

"In un posto dove non ci sarà nessun altro che noi"

"Questo lo avevo intuito, hai preso la strada per la collina."

"Quanto sei curiosa!" dissi ridendo "ti piacerà vedrai!"

Mi guardò sorridendo quando svoltai proprio nella strada apposita. Parcheggiai in un ampio spazio riservato apposta per chi volesse, come noi, godersi quello spettacolare panorama. Davanti a noi, un'immensa distesa e di verde e l'infinito cielo stellato.

"Siamo... in paradiso..."

"Più o meno!" le dissi mentre, voltandomi ai sedili posteriori, afferrai una lunga coperta di lana. "Vieni fuori!"

"Ma si gela!"

"Per questo ho portato questa!" le dissi, mostrandole la coperta.

Mi sorrise per poi strapparmela dalle mani ironicamente. Uscimmo dal veicolo per poi sdraiarci sul cofano anteriore della macchina e raggomitolarci come due gatti all'interno della grande coperta di tessuto. Ci stringemmo l'una l'altra, ammirando l'immensità di quello spettacolo.

"Non ho mai realizzato appieno la meraviglia di questa città... dei suoi lati naturali, della pace che può dare... tu me le stai facendo scoprire solo ora..."

"Penso sia normale... Sei sempre stata abituata a riflettori, red carpet, fotografi..."

"Più quelli che altro..."

"Qual'è stato il momento in cui sei riuscita a respirare aria pulita senza migliaia di persone che urlavano il tuo nome?"

"Per fortuna alcuni ne ho avuto... al mare... il rumore delle onde, il fruscio dell'acqua, la sabbia nei piedi... lì ti ricordi quanto è bella la vita"

Sorrisi a quelle parole piene di purezza e fragilità. Era l'essere più puro che avessi mai incontrato, Dio, questa donna è arte, pensai. "Un weekend ce ne andiamo al mare, io e te. E non sentirai nient'altro che quello che hai detto e noi."

La vidi sorridere. "Sono fortunata."

Sorrisi. "Io lo sono."

Per poi concludere quella magica atmosfera con un bacio da favola.

2 giorni dopo...

Quel giorno non mi svegliai particolarmente in forma, emotivamente parlando, avevo delle strane sensazioni. Ma non ci feci particolarmente caso, soprattutto al pensiero che a breve avrei avuto il mio "ciclo mensile" e si sa, bisogna lasciarci in pace in quel periodo.

Arrivai a scuola allo stesso orario e, guarda caso, mi incrociai con Jennifer. Ci sorridemmo dandoci un veloce bacio, approfittandone del fatto che non ci fosse ancora nessuno. Era dannatamente bella ed elegante quel giorno. I capelli erano liscissimi e setosi, un tailleur pantalone rosa confetto, ombretto azzurro tendente al grigio e un po' di mascara. Da togliere il fiato.

"Ain't It Funny?"( A Jennifer Lopez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora