Sembra mi sia stato consegnato un antico segreto trascritto su pezzi di carta sacra tramandati da eletti illuminati. Prendo il quaderno con delicatezza, nel rispetto della solennità del momento, ma tutta la scena si trasforma non appena lo apro e inizio a leggere le ultime pagine, e ogni traccia di cerimoniosità svanisce. Improvvisamente mi sento il partecipante di un reality alla ricezione di una lettera da un familiare: ho tutti gli sguardi addosso, intenti a carpire ogni mia minima reazione, a stabilire dalla mia espressione se siano buone o cattive notizie.
C'è questa fase della mia vita che per diverso tempo, anche dopo averla superata, ho definito con eufemismi e giri di parole: momento no, fase di down, crisi, periodaccio, prima di trovare il coraggio di chiamarla semplicemente con il suo nome: depressione. Come in un gioco di incastri, questa fase ne racchiude e circoscrive altre, sigillate e confinate in quel periodo da un forte senso di vergogna e contrizione. Una di queste sotto-fasi consiste in una sorta di Tecnica Ludovico della TV spazzatura, così strutturata: tuta, divano, cibo spazzatura, visione passiva del peggio che il palinsesto televisivo possa offrire, senza possibilità di distogliere lo sguardo. Da qui, appunto, il nome della tecnica. Il senso di nausea non manca ed è sicuro che alla fine del trattamento non si vorrà mai più fare qualcosa del genere, il paragone con Arancia Meccanica è calzante.
Requisiti per un corretto svolgimento della suddetta fase: odio per sé stessi, scarsa igiene, nessuna voglia di uscire, rispondere al telefono, vedere persone, lavorare, sentirsi normale, pensare, prendersi cura di sé, reagire, vivere.
Prima regola: non cambiare canale nemmeno durante le pubblicità, se non per un rapido zapping finalizzato a trovare qualcosa di peggio. Vietato alzare il livello, come quando si assumono alcolici: si sale sempre di grado. Non sono validi TV on demand, streaming, noleggio, DVD; vale solo il palinsesto televisivo tradizionale.
Seconda regola: negare e mentire a vita riguardo eventi personaggi di cui si viene a conoscenza durante questo trattamento. Anche a distanza di anni dalla ripresa della dignità intellettuale di cui si dispone, pur riconoscendo un partecipante o un fatto relativo a un programma spazzatura, andrà simulata completa ignoranza in materia. Controindicazioni al tentativo di ogni accenno di confessione: nausea e malessere generale si ripresentano.
Prontuario di risposte tipo da utilizzare all'occorrenza: «Ah non so chi sia», «Non ho mai visto nemmeno cinque minuti di quel programma», «Non ho proprio presente» o «Conosco solo per sentito dire».
Non posso dire ad alta voce a che tipo di momento televisivo immagino di appartenere ora che ho questo quaderno in mano, perché l'assenza di Sincero in me farebbe decadere le fatte stabilite dalla regola numero due. Così, continuo a tacere e mi allontano di qualche passo, fino all'ingresso della casa abbandonata. Sembra passato molto più tempo di quanto ne sia trascorso in effetti, come se il diverso scorrere del tempo fosse esteso dal portale fino a questa zona.
Mi siedo sul gradino dell'ingresso e sfoglio il quaderno a partire da parecchie pagine prima di quelle indicate. Manuel ha una calligrafia orrenda, ma tutto sommato comprensibile. Scopro che si tratta di un resoconto simile e speculare a quello che ho fatto io sull'agenda della Banca. C'è tutto, sin dall'inizio: il primo topolino, io che allargo l'ingresso, i miei primi passaggi, la genesi degli altri S., fino a Caterina. Trovarmi dinanzi alla descrizione di ciò che mi è successo, vissuto da un altro punto di vista, mi fa sentire come il protagonista di una storia di fantasia, un'avventura incredibile che vale la pena raccontare. Mentre se fosse per me eviterei di farlo. Mi chiedo se sia previsto il lieto fine, così scorro fino alle ultime pagine. E lì leggo del fantomatico piano A, dettagliatamente descritto in fasi. Segue il piano B, abbozzato sul quaderno di getto, dopo l'inaspettato e forse provvidenziale arrivo di Caterina.
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Il nascondiglio del topo
AdventureVincitrice Wattys 2021 - categoria Jolly La penultima cosa che S. vorrebbe è un topolino nella casa per cui ha appena acceso un mutuo trentennale. L'ultima è vedere la sua vita sgretolarsi sotto il naso, per aver seguito quel topo nel suo nascondigl...