Dopo aver ruotato la Giratempo, Emma si ritrovò catapultata in una realtà che non conosceva. Si guardò intorno e notò subito qualcosa di insolito. "Binario nove e tre quarti? Questa è davvero bella!" pensò.
Non ebbe difficoltà a capire verso dove dirigersi, in quanto seguì un gruppetto di ragazzi vestiti in modo curioso che montarono su un vecchio treno che recava la scritta "Espresso per Hogwarts".
Non appena salì, non sapeva dove andare a sedersi, perciò entrò nella prima cabina che trovò. Si sentiva fuori luogo e molto imbarazzata. Non sapeva dove stesse andando, né a cosa sarebbe andata incontro. Tutti quei ragazzi sicuri di sé avrebbero capito che non apparteneva al loro mondo?
Un'affascinante ragazza dai capelli rossi la invitò a sedersi accanto a lei. Aveva una cravatta verde, come il resto dei dettagli della sua divisa. La ragazza le chiese dove fosse la sua divisa, ma Emma non sapeva cosa rispondere.
"Ah, sei nuova!" le disse la ragazza guardandola meglio.
Emma annuì sorridendo.
"Mi chiamo Roxanne, e tu?" le chiese porgendole la mano.
"Emma."
"Speriamo che tu non venga smistata in Grifondoro, sono i peggiori!"
"Hai l'aria di essere una di noi." osservò un ragazzo seduto di fronte a Roxanne.
"Te lo auguro! Serpeverde è la migliore delle case." disse fiera Roxanne, che aveva l'aria di essere un'ottima studentessa.
Emma cercò di reprimere la voglia di chiedere a quei ragazzi cosa fossero le case, ma sapeva che avrebbe destato sospetti.
"Che scuola hai frequentato finora? Non sembri un undicenne." le chiese il ragazzo.
"Io... Ho studiato... A casa. I miei genitori... Loro non..."
"Oh, capisco! Non volevano farti studiare e praticare la magia!" concluse Roxanne.
"Sono sudici babbani, per caso?" le chiese il ragazzo storcendo il naso.
Emma non sapeva cosa rispondere, si sentiva messa alle strette.
"Sono maghi?" la aiutò Roxanne.
Emma decise di dire una mezza verità per togliersi dai guai.
"I miei genitori adottivi non sono maghi, i miei genitori biologici sì. Però loro sono... Non li conosco."
"Adesso capisco tutto! Sta' tranquilla, se hai bisogno di una mano con gli incantesimi, le pozioni o altro, puoi contare su di me!"
"Anche se non sarò nella tua casa?"
"Scommetto che lo sarai. In ogni caso, ti aiuterò lo stesso perché mi sei simpatica." disse dandole una pacca sulla spalla.
"Grazie davvero." le rispose Emma, grata per tanta gentilezza e disponibilità.
Una chioma scura nel corridoio attirò la sua attenzione e scattò istintivamente in piedi.
La ragazza si voltò a guardarla.
"Come osi guardarmi, stolta ragazzina?" le disse con uno sguardo sprezzante.
"Piantala, Bellatrix, voleva solo conoscerti. Questa ragazza è una di noi."
"Non credo proprio! Sento puzza di fetidi Babbani. " replicò Bellatrix con un ghigno e senza aggiungere altro, si allontanò.
"Non farci caso, lei e la sua famiglia si sentono i padroni del mondo magico. Ti consiglio di evitarla, non è una che ama socializzare."
"L'ho notato." rispose Emma, temendo che quella ragazza dai lunghi capelli simili ai suoi fosse la sua vera madre.
"Vuoi una cioccorana?" le chiese Roxanne porgendole qualcosa che Emma non riuscì a identificare.
"No, grazie."
Trascorse l'intero tragitto in silenzio, impaziente ma al tempo stesso preoccupata.
Cosa la attendeva alla scuola di magia e stregoneria? Sarebbe stata all'altezza della situazione?
Ancora non sospettava minimamente che i giorni ad Hogwarts l'avrebbero cambiata profondamente, per sempre.
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Hogwarts e l'Erede del Principe
FanfictionEmma River, ragazza solitaria, il giorno del suo diciassettesimo compleanno riceve una rivelazione: è stata adottata. I suoi genitori adottivi le consegnano una scatola contente 5 oggetti: una lettera per Hogwarts , una spilla di Grifondoro, un bigl...