The Sorting Hat

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La scuola di magia e stegoneria di Hogwarts era a dir poco incantevole, al di fuori di ogni umana immaginazione. Sembrava che il tempo si fosse fermato a centinaia di anni prima, regnava un'atmosfera magica e cavalleresca.
Emma si sentì come dentro ad una di quelle favole che sua mamma le leggeva da bambina prima di andare a dormire.
Quando alzò gli occhi verso il soffitto trapunto di stelle, rimase esterrefatta. In cuor suo pensò che forse al mondo non esisteva luogo più bello di quello.
Emma seguì con molta ansia lo smistamento degli altri ragazzini, rendendosi conto che fossero molto più piccoli di lei, perciò si sentì umiliata al pensiero di doversi sedere su quella sedia all'età di diciassette anni. Non appena arrivò il suo turno, memore di ciò che le avevano detto Roxanne e i suoi amici sul treno, sperò con tutto il cuore di non essere assegnata alla casa peggiore.
"Non Grifondoro, non Grifondoro!" pensò.
"Non Grifondoro?" rispose il Cappello Parlante, ed Emma si chiese se anche gli altri potessero sentirlo. "In effetti staresti perfettamente tra i Serpeverde. Il tuo destino appartiene a loro. Tuttavia, noto un cuore impavido, hai coraggio da vendere, faresti di tutto per proteggere coloro che ami.  Perciò direi proprio... GRIFONDORO!"
Dal tavolo dei Grifondoro si levò un forte applauso e grida di giubilo. Emma era sconvolta e furiosa. Si voltò verso il tavolo dei Serpeverde e notò lo sguardo dispiaciuto di Roxanne, che disse qualcosa ad un ragazzo dai capelli scuri seduto accanto a lei. Con i pugni stretti e lo sguardo basso, andò a sedersi tra i Grifondoro. Non appena si accomodò, notò un gruppetto di ragazzi che sogghignavano indicandola. "Oh, guarda, Felpato! Quella novellina non ti sembra un po' troppo vecchia?" esclamò un ragazzo con gli occhiali dall'aria beffarda, dando una gomitata ad un ragazzo dai capelli mossi.
"Ben detto, Ramoso, è ridicola!" rispose sghignazzando lui.
"Magari si è soltanto trasferita da un'altra scuola!" osservò un affascinante ragazzo che recava delle cicatrici sul volto.
"Oh, Lunastorta, sei sempre così noioso!" lo prese in giro    Ramoso.
"Hey, lascia stare il mio ragazzo!" disse Felpato.
"Ra... ragazzo?!" disse un viscido ragazzetto che pendeva evidentemente dalle loro labbra. "Stavo solo scherzando, Codaliscia, non essere ridicolo!" minimizzò Felpato.
Emma era disgustata da quei ragazzi spocchiosi, ed ancor più dalla ragazza dai capelli rossi che stava seduta in silenzio accanto al ragazzo con gli occhiali e gli teneva la mano nonostante lui fosse palesemente una persona cattiva.
Si consolò con un'ottima cena e andò a letto senza rivolgere la parola a nessuno.
Nonostante tutto, non vedeva l'ora di cominciare le lezioni e, soprattutto, di trovare i suoi veri genitori. Sperò con tutto il cuore che non si trattasse di nessuno di quegli odiosi Grifondoro, consolandosi con le parole del Cappello Parlante.
"Il mio destino appartiene ai Serpeverde. Comincerò a cercare da lì." ripeté a se stessa prima di sprofondare in un lungo sonno.

Hogwarts e l'Erede del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora