Secrets

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I giorni passavano felici, Emma e Sirius stavano costruendo un meraviglioso legame.  Emma dovette ammettere che Sirius non era poi così male, quando non era in compagnia di James. Quello spaccone di Potter aveva una pessima influenza su di lui, ma Sirius sembrava non accorgersene. Stravedeva per i suoi amici, avrebbe fatto qualunque cosa per loro.

Proprio quando entrambi si erano abituati all'idea di essere padre e figlia, Roxanne chiamò Emma in disparte, con gli occhi lucidi. Poche parole bastarono a rovinare tutto: "Sirius non è tuo padre. Lo so per certo, perché ho avuto una visione in merito."

Emma sprofondò nello sconforto. "Non riesco a crederci! Mi sono legata a lui, mamma!"

"Anche io sono molto legata a lui, ma questa visione la dice lunga: Sirius non è il nostro destino. C'è un'altra persona che ci lega... e forse so chi è, ma non voglio darti altre false speranze. Dammi tempo, presto saprai tutta la verità."

Emma non riusciva a reggere il dispiacere, scoppiò in lacrime e si rifugiò nel bagno di Mirtilla. In men che non si dica, fu raggiunta da Remus, che era stato avvisato da Roxanne.

"Rox mi ha detto che stai male. Che succede, piccola?"

"Nulla. Non posso dirtelo adesso. Tu però stammi vicino. Abbracciami."

"Sarò sempre accanto a te, lo sai."

"Siete senza cuore! Non lo sapete che è da maleducati amoreggiare davanti ad un povero fantasma dal cuore spezzato?" li rimproverò Mirtilla.

"Scusami, amica mia, è che il tuo bagno è il posto più sicuro, l'ideale per rifugiarsi."

"Non direi... io ci sono morta qui!"

"Hai ragione, scusaci."

"Comunque sappi che se potessi, ti abbraccerei!" sussurrò Mirtilla.

"Grazie, Mirtilla. Sei molto più dolce di quanto tutti possano immaginare."

Emma e Remus si rifugiarono in una piccola nicchia in corridoio. Lei aveva la testa appoggiata sul suo petto e lui le accarezzava dolcemente i capelli. Emma percepiva il battito del suo cuore e sentiva chiaramente il suo profumo. Avrebbe voluto dirgli che lo amava, ma non ne aveva il coraggio.

Rimasero in silenzio a lungo, Emma stava riflettendo sul da farsi.

"Devo parlare con Sirius." disse lei all'improvviso, alzandosi in piedi.

"Come... cosa? Con Sirius?"la sua espressione era di puro panico.

"Che c'è di male? Perché reagisci in questo modo?"

"No, ecco, è che... sono geloso."

"Ma figurati. Io e Black? Mai e poi mai! Non so come faccia Roxanne a stare insieme a lui."

"Roxanne sta con Sirius?!" il suo sguardo era incredulo.

"Ma sta per lasciarlo. Sirius non è nel suo destino. Bando alle ciance, devo parlare urgentemente con lui, scusami. Per favore, va' in sala Comune e riferisci a Black che lo aspetto in giardino tra dieci minuti. Digli che è molto importante."

Remus sembrava turbato, pensieroso, ma Emma pensò si trattasse solo di stupida gelosia.

Emma si sedette su una panchina di pietra, aspettando colui che aveva creduto fosse suo padre.

Non appena arrivò, Sirius aveva un'espressione allarmata. "Che succede? Cosa ti ha detto Remus?"

"Remus non c'entra! Niente di che, non preoccuparti. Il fatto è che non sono tua figlia. Roxanne ne ha avuto la conferma attraverso una visione."

Sirius ebbe una reazione che Emma non si sarebbe mai aspettata. "Ah, capisco. Okay, allora. Mi dispiace."

"Vuoi finirla qui? Non sono tua figlia quindi puoi cancellare tutto ciò che abbiamo costruito insieme?"

"Ascolta, Emma. Il fatto è che... è complicato. Dovresti parlare con Remus. Ti confesso che sono sollevato di non essere tuo padre. Ci sono troppe cose in mezzo a noi, ostacoli insormontabili. La consapevolezza di essere tuo padre mi stava distruggendo dentro, anche se non lo davo a vedere. Sei una ragazza meravigliosa e ti voglio bene, ma non possiamo essere amici come prima. Un giorno capirai il vero significato di queste mie parole."

Emma era sotto shock. Senza dire una parola, girò i tacchi e andò via in preda ai singhiozzi.

Il suo cuore era colmo di dolore. Come aveva potuto dirle quelle cose? C'era qualcosa che non andava, e Remus aveva a che fare con tutto questo. Doveva assolutamente parlare con lui. 

La sua testa era affollata di domande: 

Cosa le nascondeva Remus?

Perché Sirius sosteneva che non potevano essere amici?

Chi era l'altra persona legata a Roxanne, ovvero il suo potenziale padre?

Corse alla torre di Grifondoro per parlare con Remus, ma si rese conto che tutti e quattro i Malandrini non erano nel dormitorio. Dove si erano cacciati quel balordi? Di certo erano impegnati in una di quelle scorribande notturne di cui tanto si vociferava. 

Troppi misteri, troppi segreti!

Si sentiva soffocare. Vagò senza meta per la scuola, badando bene a non farsi scoprire da quel vecchio insolente del guardiano Argus Gazza, finché si ritrovò al quarto piano. Vide uno specchio e guardò il suo riflesso: capelli lisci neri, lunghissimi, carnagione pallida come la luna, occhi scuri come la notte.

"Che stupida, non somiglio affatto a Sirius." 

Toccò il suo riflesso, e lo specchio si mosse. Confusa, lo spinse un po'. Davanti a lei si aprì un passaggio segreto. Senza paura, con la voglia di evadere, Emma percorse il tunnel e in men che non si dica si ritrovò ad Hogsmeade. Sentì un'irrefrenabile voglia di bere, così andò in cerca di un bar. Si ritrovò davanti ad un pub chiamato "La testa di porco" e decise di entrare. Per fortuna non indossava la divisa scolastica.

Aveva diciassette anni, nel mondo magico era maggiorenne. Perciò ordinò del whisky incendiario e cominciò a bere senza ritegno, sperando di poter dimenticare tutto almeno per una notte.




Hogwarts e l'Erede del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora