Capitolo 8

3 0 0
                                    

"E non so se vale la pena lasciarmi andare
o vale la pena lasciarti andare "

Una giornata tipica scolastica era una giornata un po' ripetitiva perché ogni giorno ero costretta a fare le solite cose e il solo pensarci mi metteva tristezza. lo, che sono una ragazza che ogni giorno vuole scoprire e fare cose nuove, costretta ad essere monotona. Infatti, mi svegliavo la mattina presto e dopo essermi alzata dal letto, mi recavo al bagno e lavavo il viso, i denti e così via per poi correre in camera e iniziare a scegliere i vestiti da mettermi. Iniziavo a buttare vestiti qua e là per la camera, perché ero sempre molto indecisa e combinavo un caos assurdo, ma seppur molto indecisa, in qualche modo per cause di forza maggiore riuscivo a scegliere gli abiti da indossare. Poi con molta fretta mi recavo in cucina e facevo colazione, se cosi si può chiamare, perché in realtà stuzzicavo qualche biscotto, bevevo un sorso di latte, e mi accorgevi ogni volta di esser in ritardo così mi scaraventavo fuori e iniziavo letteralmente a correre verso la mia scuola. Alla fine arrivavo quasi sempre cinque minuti prima e mi fermavo al bar della scuola dove mi aspettava Giulia come al solito impaziente. Tra una chiacchiera e l'altra, tra un ripasso o un copiare di compiti il tempo passava ed eravamo costrette ad incamminarci in classe, perché alle 8.05 dovevamo stare già tutti dentro le rispettive aule, visto che alle 8.10 suonava la campanella che segnava l'inizio delle lezioni. Si facevano le prime ore, ore dove vedevi tutti i compagni dormire, o poco attenti e si risvegliavano tutti d'un tratto quando suonava la campanella che segnava l'inizio di quella che era la nostra salvezza: la ricreazione. Appena suonava la campanella ci alzavamo tutti e andavamo di fretta e furia a comprarci la pizza, oppure a fumare -ovviamente non era il caso mio e di Giulia- o a parlare con i ragazzi delle altre classi. Neanche il tempo di finire di mangiare che già suonava la campanella che stava ad indicare la fine della ricreazione, e tra uno sbuffo e l'altro rientravamo in classe dove ci subivamo le ultime ore di lezione e alle 13.30 per la gioia di tutti si usciva e si tornava distrutti a casa. Quella mattina però tutto sembrava troppo tranquillo. Il tragitto verso scuola trascorse abbastanza normalmente, cuffiette nelle orecchie e immersa nei miei pensieri. Forse per la prima volta da quando ero trasferita potei anche camminare con calma poiché ero in anticipo, Guinness world record conoscendomi. Appena arrivata vidi Giulia salutarmi da lontano e immediatamente la raggiunsi. Forse alla fine un po' mi mancherà questa routine, tutti non facevano altro che ripetermi che gli anni del liceo si rimpiangono per sempre, chissà, lo scopriremo vivendo. Giulia intanto parlava ma onestamente non ero molto attenta, il mio pensiero fisso era uno solo, indovinate un po' quale? Si esatto è abbastanza palese.
Ma cosa mi hai fatto Riccardo Marcuzzo?
Dopo un po' probabilmente Giulia si accorse che non la stavo ascoltando e mi sventolò una mano davanti alla faccia.
-Si hai ragione sono d'accordo- affermai fingendo di aver seguito il suo discorso.
-e su cosa saresti d'accordo sentiamo?-
-su quello che hai detto- provai a convincerla ma questa volta fui meno decisa nel pronunciare le parole.
-ma se non hai ascoltato mezza parola di quello che ho detto, perdo le parole con te-
Si portò una mano alla fronte per poi sorridere. Sapevo benissimo che quel sorriso era dato dal riferimento che aveva appena fatto a Riccardo e sospirai. Così fu lei a continuare il discorso.
-perché non ci vediamo di nuovo con loro oggi? Passiamo una giornata come quella di ieri e magari posso mettermi d'accordo con Mike e Andreas per lasciarvi un po' da soli, hai cambiato idea e ci vuoi provare?-
-no non ho cambiato idea, quello che provo è molto forte ma ciò non toglie che sia così presto. Comunque oggi sarebbe il caso di studiare, manca meno di una settimana alla fine-
-e farai più fatica del solito a concentrarti vero?- aveva centrato in pieno il punto.
-già- mi limitai a dire e sospirai.
Alla fine entrammo, già si stava facendo tardi. Tutto trascorse come al solito, ne più ne meno. Le lezioni sicuramente furono meno pesanti, ormai tutti i programmi erano finiti e ci fu concesso del tempo per ripassare ciò che volevamo. Alle 13:30 eravamo finalmente liberi così salutai Giulia e mi diressi verso casa. Arrivai più o meno verso le due, mangiai abbastanza velocemente e andai in camera a riposare un po' prima di iniziare a studiare. Appena mi poggia su un letto mi arrivo un messaggio e vedendolo non potei evitare di sorridere. Mi sentii così stupida in quel momento ma quel ragazzo mi mandava veramente in tilt.
-ciao piccola come stai?-
Piccola? E da quando ? A questo punto il mio cuore aveva davvero iniziato a fare le capriole.
-piccola? Comunque ciao Riki, un po' stanca, tu come stai?-
La sua risposta non tardò ad arrivare.
-certo, io sono più grande quindi ti chiamo piccola!-
Si effettivamente aveva senso, mi ero quasi illusa che volesse intendere altro, dopotutto perché avrebbe dovuto ancora starmi dietro dopo che lo avevo rifiutato? Già era tanto che ci avesse provato una volta , figuriamoci due. Non feci in tempo a rispondere che arrivò un altro messaggio da parte sua.
-come mai sei stanca?-
-devo studiare ma non ne ho la minima voglia-
Di certo non potevo dirgli che avevo poca concentrazione a causa sua, no Marcuzzo non te l'avrei mai data questa soddisfazione.
-capisco benissimo, io a scuola non sono mai stato una cima, la mia testa era sempre sulla musica. Comunque immagino starai studiando con Giulia, vi ho interrotto?-
-no in realtà no. Lei non riesce a studiare in compagnia, ha bisogno del silenzio più assoluto, studiare è l'unica cosa che non abbiamo mai fatto insieme-
-e tu? Come preferisci studiare?-
-io preferisco avere qualcuno a cui ripetere ma mi arrangio, va bene anche così-
-capisco, comunque io ora ho un po' da fare, ci sentiamo dopo va bene?-
-certo, a dopo-
Un po' mi dispiaceva interrompere la conversazione, il lato positivo era che almeno potevo cercare di concentrarmi, sicuramente non sarei mai riuscita ad ignorare un suo messaggio, figuriamoci se fossi riuscita a farlo per studiare! Mi sedetti davanti alla mia "fantastica" scrivania, aprii il libro di fisica e cominciai a studiare. Dopo un po' ero totalmente immersa nel libro, tanto che appena sentii aprire la porta di camera mia sobbalzai dalla paura. Mi girai già pronta a rimproverare mia madre per non aver bussato, invece trovai tutt'altra persona ad aspettarmi.

Il resto è solo rumore di fondo 💖 || RikiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora