Capitolo 12

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"Invece tu pretendi che stia bene se ti parlo quando poi, quando poi
ti luccicano gli occhi"

-dai su lo so che sei molto preoccupata per l'esame, e ti credo, ma se studiamo insieme come l'ultima volta ti sembrerà molto più leggero, fidati -
Accennò una risatina come se sperasse che il mio distacco fosse veramente dovuto ai libri ma in cuor suo sapeva che c'era dell'altro. Io annuii allontanandomi verso la mia stanza e invitandolo a seguirmi non avendo la minima voglia di discutere con lui in quel momento. - -Che cosa ripassiamo oggi?-
Chiese sedendosi sul letto fissandomi mentre io ero in piedi di fronte alla libreria osservandola come se fosse al cosa più interessante del mondo. In quel momento avrei fatto qualsiasi cosa per evitare quei due occhi azzurri. Persino il suo tono di voce stava cambiando, non era più allegro come prima, l'entusiasmo stava svanendo anche a lui.
-è indifferente, il primo libro che capita andrà bene-
Nuovamente provai a non rispondere in modo freddo e distaccato, ovviamente ottenni il contrario di quello che volevo e potei notarlo dal suo sguardo confuso che mi fissava.
-senti per caso ti ho fatto qualcosa? Sei strana, è per ieri sera vero?-
Si alzò per avvicinarsi ma mi allontanai. So che non avrei dovuto comportarmi così, infondo non ero nessuno per dirgli con chi poteva o non poteva stare. Purtroppo però era più forte di me, non riuscivo a non essere gelosa. Dopotutto Riccardo non apparteneva a me, e non mi sarebbe mai appartenuto, non sapevo come avevo potuto anche solo per un momento pensare che avrebbe insistito per stare con me.
-Vale allora?- mi sventolò una mano davanti all faccia per farmi risvegliare dai miei pensieri. Lo fissai per qualche istante ma averlo così vicino mentre mi guardava dritta negli occhi non mi aiutava a riflettere lucidamente.
-ti va se usciamo a fare due passi? È opprimente stare tra queste quattro mura-
Sebbene fosse un po' confuso dal mio repentino cambio d'umore accettò, pensò bene di non contraddirmi, così presi la borsa e uscimmo di casa. Prendemmo la sua macchina per andare in un parco poco lontano da casa mia, effettivamente avevo insistito per andare a piedi ma questa volta era risoluto così fui io a cedere. Il mio problema era stare con lui in uno spazio così piccolo come quello dell'abitacolo della macchina. Per fortuna il viaggio fu molto silenzioso, quasi tombale se non fosse stato per la radio. Scendemmo e cominciammo a camminare finché non fu lui a prendere in mano la situazione.
- Vale ho notato che sei strana e io sono preoccupato per te-
-te l'ho detto, sono solo stanca-
Scossi la testa come per dire di lasciare perdere e continuammo a camminare. Dopo un po' iniziammo a sentire delle gocce d'acqua caderci sulla testa, pian piano aumentavano ed ecco che iniziò a piovere pesantemente, grandioso, qualcuno doveva volermi davvero male.
-Credo sia meglio fermarsi-
Urlò Riccardo che intanto si era fermato ma io non gli diedi ascolto e continuai per la mia strada.
-Ci prenderemo una bella influenza così, lo sai vero?-
Intanto mi aveva di nuovo raggiunta ed ora si trovava al mio fianco, chissà se immaginava che standomi vicino mi faceva perdere ancora di più il lume della ragione.
-Tu puoi fermarti, nessuno ti obbliga a continuare. Casa mia non è lontana, posso tornare a piedi anche da sola-
-Ora basta-
Mi blocca di scatto prendendomi per il polso, mi volta e mi ritrovo con il petto che preme contro il suo, in quel momento facevo fatica anche a respirare, solo una volta siamo stati così vicini e sappiamo benissimo com'era andata a finire.
-Cosa vuoi Riccardo?-
Cerco di regolare il mio respiro ma il mio petto non faceva che salire e scendere come fosse impazzito. Lo stomaco invece sembrava essere su una montagna russa. Continuai a fissarlo in attesta di una risposta. Quando mi resi conto che non era intenzionato a darmela cercai di liberami per andarmene ma la sua stretta diventò più forte sul mio polso per tenermi bloccata in quella posizione. Quanto doveva volermi male quel ragazzo? Di li a poco mi sarebbe preso un infarto. Speravo vivamente che non si stesse accorgendo del mio stato, non volevo risultare patetica. Oramai eravamo completamente zuppi grazie alla pioggia e Riccardo non si decideva né a parlare e né a muoversi da quella posizione, si limitava soltanto a fissarmi.
-senti Riccardo-
Venni bloccata quando di scatto poggiò le proprie labbra sulle mie, muovendole lentamente e portando l'altra mano sulla mia guancia. Speravo vivamente che non fosse un sogno o per lo meno che nessuno venisse a svegliarmi. Sentivo il cuore battere così forte che credevo stesse per uscirmi dal petto. Chiusi piano gli occhi e appoggiai una mano sul suo petto ricambiando il suo bacio. In quella posizione riuscivo a sentire anche il suo di cuore e mi venne da sorridere quando capii che non solo il mio era accelerato. In quel momento c'eravamo solo noi, non c'era nessuna foto con la sua ex e non sentivo più nemmeno il rumore della pioggia o le gocce d'acqua che entravano a contatto con la mia pelle. Si staccò lentamente e appoggiò la sua fronte alla mia mentre con il pollice mi accarezzava lentamente una guancia. Dopo un po' anche io aprii gli occhi respirando con leggero affanno e notai le sue labbra più rosse, inoltre le goccioline d'acqua che gli ricadevano dal ciuffo lo rendevano ancora più bello di quanto lo fosse già normalmente. Restammo così, a fissarci negli occhi senza parlare per un paio di minuti. Sentii la presa sul mio polso rallentare e poi la sua mano che accarezzava piano quest'ultimo.
-Credo sia meglio andare, rischiamo sul serio di ammalarci così-
Mi accennò un sorriso e io quasi mi sciolsi. Tornammo nella sua macchina e mi scusai per avergli bagnato i sedili grazie ai miei vestiti completamente fradici, certo non che i suoi fossero messi meglio. Avevo così tante domande in testa e non sapevo se parlargliene  oppure rimanere in silenzio per non rovinare il momento. Alla fine mi feci coraggio, abbassai il volume e decisi di esporgli i miei dubbi, avevo bisogno di fare chiarezza, nessuno può fare come vuole con me, nemmeno Riccardo Marcuzzo.
-Riccardo io devo parlarti-
-Vale prima che tu possa dire qualsiasi cosa ti fermo, stai tranquilla il bacio di prima non ha significato nulla. L'ho fatto per farti andare via-
Dritto al cuore, colpito e affondato.
-cosa vuol dire non ha significato nulla Riccardo? Quindi tu baci gente a caso, chiunque ti capiti accanto che non fa quello che gli dici ti va bene?-
Stavo per impazzire ma cercai di non urlare.
-non volevo dire questo...-
-ah no e cosa volevi dire? Oltre alla tua ragazza, e me quando capita, hai altre preferenze sentiamo-
-la mia cosa?-
-Riccardo non sprecarti, siamo arrivati. Evitiamo di sentirci così staremo in pace tutti, grazie del passaggio-
Non gli lascia nemmeno il tempo di replicare che già ero fuori dalla macchina. Entrai in casa e mi chiusi la porta alle spalle senza girarmi indietro. Non avrei mai ceduto davanti a lui.

Il resto è solo rumore di fondo 💖 || RikiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora