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"If I only could,
I'd make a deal with God,
And I'd get him to swap our places,
Be running up that road,
Be running up that hill,
Be running up that building.
If I only could, oh"

-Runnig up that hill


PS. Oggi 8-6-2022 o fatto un piccolo cambio
nel capitolo precedente
nella parte dedicat alla causa di morte del circenze.
Perdonatemi, ma mi è venuta letterlamente di notte
quando ormai avevo già pubblicato la parte.
Giuro che non lo faccio più, promesso

Dieci Anni Prima

Durò tre giorni.

La pace durò solo tre giorni:

Tre giorni in cui tutti fingemmo che non fosse successo nulla.

Che due uomini non avessero legato e quasi ucciso mio fratello e Aaron.

Che io non avessi preso una pistola e sparato a due persone.

Tre giorni in cui continuai ad andare a scuola come se niente fosse, mentre Cam non la smetteva di tenermi d'occhi e Aaron continuava a lanciarmi occhiate per i corridoi.

Temevano che sarei crollata da un momento all'altro. È così che avrebbe reagito chiunque sano di mente, è così che avrei dovuto reagire io.

Un bel crollo mentale.

Non successe. Non crollai mai. Nella mia testa era entrato in atto un meccanismo di protezione che solo tempo dopo, grazie ad una serie di sedute di psicoterapia, avrei compreso e, grazie al quale ero riuscita a durare per così tanto tempo senza cadere in frantumi.

Non chiesi spiegazioni di quanto successo. Non domandai ad Aaron che fine avessero fatto i cadaveri. Per quanto ne sapevo avrebbero potuto essere seppelliti in giardino, proprio sotto l'enorme cespuglio di lavanda che era apparso pochi giorni dopo l'arrivo di Aaron nella casa.

In quei tre giorni Aaron provò a parlarmi, tentando di instaurare un qualche tipo di rapporto. "Probabilmente starà solo sondando il terreno" pensai. "Finirà presto e finalmente potrò continuare ad autoconvincermi che è stato solo un sogno. Solo un incubo".

Non parlammo molto in quei giorni, lui non parlava molto. Lo avevo solo sentito litigare con suo fratello, ma quando si era reso conto che io ascoltavo tutto, aveva smesso di fare anche quello.

Il suo silenzio era l'unica cosa che mi ricordava cosa fosse successo. Cam era sempre nella sua stanza, in quei giorni era uscito di casa unicamente quando lo avevo fatto io, rifiutandosi di lasciarmi da sola. Anche in quel caso pensai che lui, come suo fratello, volesse tenermi d'occhio nel caso avessi deciso di fare una gita alla stazione di polizia più vicina.

Credevo volesse proteggere suo fratello. Era vero, ero stata io a sparare, ma quegli individui erano venuti per lui. Parlavano del fatto che Aaron, o Amon, come lo avevano chiamato, avesse ucciso uno dei loro.

Mi sbagliavo.

Non era suo fratello quello che Cam voleva proteggere.

Il quarto giorno qualcuno venne a farci visita: si trattava del padre dei fratelli.

Ad aprire la porta era stato Aaron, il fratello minore era momentaneamente uscito, per la prima volta in quattro giorni. Qualcuno doveva pur fare la spesa.

La ragazza bugiardaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora