5 - My hands, your hands

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Quella sera sia Tobi che la sua amica Roku decisero di ospitarmi. Forse si erano accorte che non stavo bene. Roku decise di lasciarmi la sua stanza. Cercavo di nasconderlo, ma quella conversazione con White era stata tutta meno che piacevole. Ero pieno di rimorsi che non mi facevano dormire."

 
Capitolo 5 - My Hands, Your Hands
 

Nines osserva la Luna dalla finestra di Roku. Il ragazzo non riesce proprio a prendere sonno e continua a ripensare alle parole che ha usato contro White. Tobi stava andando in bagno e aveva notato la porta aperta, con Nines a osservare fuori la finestra.

"Nines?"  bisbiglia Tobi rivolgendosi al suo amico che però non si volta. Il ragazzo trema e la ragazza non ci pensa due volte ad abbracciarlo da dietro, mentre questi trattiene le lacrime a stento. "Sono una brutta persona, 2B?"

La ragazza vede nel vetro della finestra il riflesso del viso di Nines che si contorce con i lacrimoni.

"Questo è un mio pensiero, ma già solo il fatto che tu stia mettendo in dubbio quello che hai fatto, non fa di te una cattiva persona. Hai un cuore enorme, così grande che ha fatto breccia persino nel mio... con il tuo calore e la tua gentilezza mi hai avvolta come una sciarpa in un inverno gelido. Non mi sento più fuori posto grazie a te. Non conosco la signora White, ma secondo me anche lei ha capito..."

Nines si asciuga le lacrime e si volta e la guarda. "Sono proprio un piagnone..."

"Non trattenerti, Nines... le emozioni non sono vietate."

Roku è nel corridoio ad ascoltare i ragazzi con un sorriso compiaciuto. Poi torna nella camera di Tobi per andare a dormire. I due invece rimangono a fissarsi per qualche secondo ed è Tobi che rompe la tensione. "Vuoi che qui rimanga con te?" Roku nell'altra stanza grida "Si, rimanici così ho tutto il letto per me ! E se dovete fare cose..." Tobi, imbarazzata, la interrompe subito. "Stai zitta, Roku!"

Nines sorride e fa cenno di si con la testa. Contro le aspettative e le speranze di Roku, i due rimangono tutta la notte seduti a parlare e si addormentano all'alba, abbracciati.

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Sono passati tre giorni, e la tensione tra Nines e White è diventata palpabile: la donna ha deciso di partecipare alle elezioni per diventare sindaco, mentre Nines ha deciso di trovarsi un lavoretto estivo insieme a Tobi. Da tutt'altra parte in città è avvenuto invece un cambiamento drastico: Eve ha trasformato il dojo di Padre Servo in un doposcuola.

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Io amo mio fratello. Lo amo tantissimo, anche troppo. E' il mio riferimento per tutto, è la mia luce... ed è proprio questo il problema. Qualche tempo fa mi sono fatto forza e sono uscito dalla sua ombra, prendendo il primo treno e capitando in una cittadina alquanto bizzarra. Ero debole, sia nella mente che nel fisico, ma un uomo mi ha preso sotto la sua ala e mi ha insegnato le arti marziali. Non aveva le rotelle al posto giusto, ma Padre Servo era come me: cercava un nuovo obiettivo nella vita che non si concentrasse solo sul diventare sempre più forte. Io sono stato il suo primo allievo, poi si sono aggiunti altri e successivamente... lui, quel Nines. Padre Servo era stufo di questa nuova vita e ha deciso di fare diversi passi indietro e tornare ad essere quello di una volta, abbandonando il dojo. E oggi quel dojo è... un ritrovo per bambini. Mi piacciono i bambini, sarà perché ragiono un po' come loro...

"Ehi tu, non mordere lo scivolo! Ragazzina, la smetti di spintonare quel poveraccio?"

Eve sta tenendo sotto controllo i bambini del suo doposcuola e alcuni di questi sono proprio delle pesti. Qualcuno gli ha persino fregato una mela dal bancone che usa per scrivere entrate e le uscite del mese su un grosso libro.

"Spero che ti ci strozzi!" grida Eve, facendo una brutta figura con una persona appena entrata nel doposcuola. Eve rimane immobile, pensando a qualcosa di intelligente da dire prima di girarsi verso un possibile genitore, ma dice qualcosa come "io e il piccolo Mike giochiamo sempre..." e si volta con un sorriso imbarazzato, incrociando lo sguardo del nuovo arrivato. Non è un genitore, ma una vecchia conoscenza: è suo fratello.

"Adam... cosa ci fai qui?"

L'uomo, con capelli lunghi argentati fino alle spalle e degli occhialetti da vista molto carini, alza le mani e dice "Bandiera bianca, vengo in pace, fratellino."

Sono gemelli, ma Adam ha l'abitudine di chiamare così suo fratello "Eve" perché nato qualche secondo dopo di lui. L'uomo inciampa con dei bambini che stanno correndo, poi si accomoda su una sedia.

"Mi sono preoccupato quando un mese fa sei scappato... da me."

Eve evita lo sguardo del fratello, mentre osserva dei bambini giocare con delle carte. 

"Sto bene, ora possibilmente... vorrei che te ne andassi, sono molto occupato"

Adam sorride e si sistema gli occhiali.

"E' ammirevole voler trovare una tua... individualità, se così possiamo chiamarla. Hai sempre vissuto con me, sei sempre stato la mia ombra... a scanso di equivoci aggiungerei che mi fa piacere, ma sai che sono una persona curiosa e ti faccio questa unica domanda: cosa ti ha fatto prendere questa decisione?"

Eve osserva un bambino esultare per aver vinto e sorride.

"Crescere, la voglia di vedere il mondo con i miei occhi e non tramite i tuoi. Per diversi anni, ho visto il mondo intorno a me come... immobile.

Un giorno, mentre tu non eri nei dintorni per lavoro, mi sono guardato allo specchio per una giornata intera e ho scoperto di essere... vuoto. Cercavo qualcosa di mio dentro di me, ma avevo solo i tuoi pensieri e i tuoi insegnamenti... io chi ero davvero? Dov'era il vero me? Dov'era... Eve? Ero esistito fino a quel momento come tuo eco, come tua ombra. Nostra madre, fissata con la Bibbia, chiamandomi così mi ha condannato ad essere la tua costola... dipendevo troppo da te."

Una bambina con un fiocchetto in testa corre da Eve in lacrime e lui la prende subito in braccio.

"Andiamo, Taura... non dare retta a Keichii, è solo invidioso di te perché sei una bimba bella e lui invece è un quattrocchi del cazzo."

Rimette la bambina a terra che corre arrabbiata dal bambino che prima la stava stuzzicando.

"Questa è la mia dimensione ora..."

"...sei un quattrocchi del cazzo! Quattrocchi del cazzo!"

"... ora ho trovato il mio posto nel mondo..."

"Quattrocchi del cazzo!!"

"Scusami un momento..."

Eve raggiunge Taura e la sgrida.

"Cosa sono queste prepotenze? Sei peggio di lui ora!" e la fa piangere, mentre Adam guarda la scena ridendo di gusto.

"Taura, aspetta qui un attimo... Adam, dove stai andando?"

Il fratello raggiunge l'uscita.

"Sono contento per te, Eve... davvero."

Adam lo saluta con un inchino teatrale e lascia il doposcuola. Eve ha gli occhi lucidi, ma cerca di riprendersi subito prendendosi a schiaffi.

"Guardate, il maestro Eve si prende a schiaffi da solo!"

E tutti a ridere, mentre il ragazzo comincia a rincorrere uno dei bambini.

Ho trovato il mio posto nel mondo e il bello deve ancora venire. Ti amerò sempre, fratello mio... ma era anche ora di guardare altrove, oltre la tua imponente figura. Mondo, aspettami.

FINE CAPITOLO

NieR Automata - The Dreams of PuppetsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora