10 - Runnin' home to you

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CAPITOLO 10 – RUNNIN' HOME TO YOU

Halloween è alle porte ormai e qualcuno sta facendo compere per i nipoti al centro commerciale. Si tratta di Pascal, il medico della scuola dove vanno Tobi e Nines.
L'uomo ha cinque nipoti e ha promesso a tutti loro dei vestiti di Halloween favolosi, ma l'impresa sembra impossibile visto che molti di quei costumi sono andati a ruba.

"Non ce la farò mai." Pascal sospira e questo desta preoccupazione a una delle cinque nipoti che si è portato dietro.
"Zio Pascal, cosa c'è che non va?" La bambina, con un fiocco rosa sulla testa, afferra la mano di Pascal.
Lo guarda preoccupata, mentre lo zio le sistema il fiocco tutto storto accennandole un sorriso.
"No, non è niente, Beth... ma ho difficoltà a trovare... i vestiti di Halloween." Continua a rivolgersi alla piccola con un sorriso forzato, ma è ormai arrivato al limite: è dalla mattina che sta cercando qualcosa e si è fatta quasi sera.
La bambina rimane imbambolata a guardare un bebè dentro la carrozzina e lo indica. Pascal lo nota.

"E' adorabile! Sai anche tu eri così..." ma prima di lasciarsi andare ai ricordi, viene interrotto dalla curiosità di Beth. "Come nascono i bambini, zio Pascal?"
La tenera curiosità di una bambina spiazza lo zio che impallidisce.
"Dall'amore di... mamma e papà, Beth."
Pensa di essersela cavata così, ma Beth ormai vuole capire.
"Mia mamma e mio papà si amano tutti i giorni, ma non siamo pieni di bambini dentro casa... come mai?"
Pascal si gratta nervosamente la testa e cerca di svagare, ma la bambina va dalla madre del bebè nella carrozzina chiedendole "come nascono i bambini?" e Pascal corre da Beth afferrandole la mano, scusandosi con la donna che però è rimasta divertita dalla domanda tenera di Beth.
Ella si presenta: "Mi chiamo Anemome, piacere. E tu chi sei, bellissima bimba?"
Beth tira su con il naso e con le guance rosse risponde "Mi chiamo Beth, signora."
Pascal è davvero imbarazzato e cerca di svagare. "Io e mia nipote stiamo cercando dei vestiti di Halloween, ma sembra un'impresa... mi sento stanchissimo."
Anemone si mette l'indice sotto al mento e cerca di pensare a una soluzione per Pascal e ha un'idea.
"Lasci stare questo centro commerciale, sarà anche il più fornito della città, ma... le consiglio di andare in un negozio dalle parti della Fabbrica Abbandonata.
Non può sbagliarsi: ha un'insegna con scritto l'Accampamento sopra.
Vendono vestiti di ogni tipo anche per i cosplay.
Ci ho lavorato per un po' di tempo, è ottimo quel posto... dovrebbe essere ancora aperto."
Pascal arrossisce e saltella dalla felicità. "La ringrazio Anemone... è la mia salvezza!"
Beth fissa la donna e si prepara a un'altra domanda strana, "vuole essere mia zia?" suscitando ulteriore imbarazzo in Pascal che se la trascina via gridando "Grazie, davveroooo!!"

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Al parco del complesso residenziale ci sono due bambini seduti su una panchina a guardare il Sole tramontare.

"Kainè non mi crede." Uno dei bambini è Emil che parla con una bambina con un mazzo di fiori in mano.
"Siamo bambini, Emil... nessuno ci crederà mai."
Il bambino si alza di scatto dalla panchina e comincia a gesticolare.
"Yonah... ma questo è ingiusto! Abbiamo gli occhi per vedere, le orecchie per sentire e la bocca per parlare, ma tutto quello che vediamo, che sentiamo e che diciamo non conta niente per gli adulti?"
La bambina muove la testa come negazione e si appresta a parlare.
"Non è come dici tu e lo sai. Kainè ci ascolta sempre, ma è solo la questione del sogno che la infastidisce. Dice che in questa società brutta le persone che parlano di visioni sono reputate pazze. Ha paura che ci portino via da lei o ci rinchiudano da qualche parte."
Emil calcia un sasso lontano.
"Non lo trovo ugualmente giusto... le abbiamo promesso di non parlarne con nessun altro e va bene, ma la questione qui è che non ci crede! Hai visto come ci guarda!"
Yonah guarda il suo mazzo di fiori con un'espressione malinconica, mentre i petali si muovono nel vento.
"Sai quel signore che sogniamo, quella sagoma... forse siamo stati suggestionati da qualcosa."
Emil la fissa con rabbia. "Ti ci metti pure tu adesso? Quel signore, come lo chiami, tu è..."
C'è un momento di silenzio dato dall'esitazione di Emil.
"Lui è... io lo conosco, lui è... aaaaaah!" e grida dalla rabbia calciando lontano anche il pallone con la faccia di teschio che si porta sempre con sé che rotola ai piedi di qualcuno sull'altalena.
Il ragazzo è Nines, seduto con un'espressione persa.
La sua attenzione cade sul pallone ai suoi piedi e fissa la faccia da scheletro.
Emil corre verso Nines, seguito da Yonah.
"Tu sei quello dell'altra volta..."
Non vi è nessuna reazione da parte di Nines, con lo sguardo perso a fissare quel pallone.
"Sta bene?", domanda Yonah rivolgendosi a Emil che si limita ad alzare le spalle.
Emil raccoglie lentamente il pallone e torna a osservare per un momento il ragazzo e fa cenno a Yonah di andare via.
"Tobi..." Nines bisbiglia il nome della sua ragazza che non sente da qualche giorno ormai.
Nemmeno una chiamata.
Lui non ha provato nemmeno una volta a chiamarla, troppo orgoglioso o troppo stupido... Nines è sempre indeciso sulle due cose.
Qualcuno di passaggio con le cuffiette per la musica nota Nines seduto sull'altalena.
"Quello è il bimbo seduto sul motorino?"
E' Roku che si toglie le cuffiette e si incammina verso Nines.
"Tu sei... coso, non è vero?"
Sempre la solita, non si smentisce mai.
Nines alza il suo sguardo verso Roku e una flebile luce torna nei suoi occhi.
"Roku...? Cosa ci fai qui?"
"Ero andata a trovare il mio fidanzato... non è vero, sono single.
Non lo so esattamente, ma da quando sono in ferie e la mia casa è diventata un casino, io..."
Nines si anima e si rivolge a lei con un tono di voce alto e preoccupato.
"E' successo qualcosa a Tobi?!"
Roku sgrana gli occhi e dice "E' successo qualcosa a Tobi?! Quando?!" e Nines rimane per un attimo senza parole davanti alla stupidità della ragazza.
"Io lo stavo chiedendo a te..." dice Nines con un tono quasi rassegnato.
"Per quanto mi risulta, fino a questa mattina stava bene, ma è possibile pure che possa aver dato fuoco a casa... oh mio dio, ma ci pensi? Io esco e c'è una fuga di gas e... devo andare!"
Nines accenna un sorriso e Roku ricambia con uno malinconico.  Decide di chinarsi per osservare il ragazzo dal basso, mentre lui si dondola lentamente.
"Sai, io sono davvero stupida... ma molte volte uso questo mio problema apposta per i musi lunghi come i tuoi. A volte spero che la mia goffaggine strappi un sorriso.
Purtroppo sono successe delle cose che riguardano Tobi molto da vicino e le ho promesso di non parlarne con nessuno.
Tu le manchi, Nines... ma quello che sta passando adesso è... un periodo tosto.
Non ha la testa per affrontarti, ma io la osservo, sai? Prende quel cellulare, ogni volta... cerca il tuo numero nella rubrica e singhiozza.
Io faccio la solita finta tonta e svago dicendo qualcosa o ruttando... si lascia stare questa ultima cosa, ma... tu le manchi e lo so bene."

Nines ha le labbra tremolanti tipiche di chi sta per iniziare a piangere da un momento all'altro.
Roku si alza e rivolge il suo sguardo al tramonto.
"Sai, nano... "
"Mi chiamo Nines..."
"Non posso parlarti di questa storia, ma non mi è proibito consigliarti una cosa."
"E sarebbe?"
"Lei sta combattendo questa battaglia da sola, ma ha bisogno di te più dell'ossigeno... non è vero, l'ossigeno è più importante... ma insomma non lasciarla sola.
Io credo che il suo sia un grido di aiuto silenzioso che solo tu puoi sentire... la ami, no?
Non la senti ora?"

Il ragazzo immagina una voce giungere al suo orecchio, portata dal vento.
"Oh, Nines..." e si alza improvvisamente dall'altalena e corre via.
Roku sorride, osservando la sagoma del ragazzo allontanarsi sempre di più.
"Che carino, vai... raggiungila."
La ragazza si sofferma un attimo a riflettere.
"Ehi, però un passaggio puoi pure darmelo se sei diretto a casa mia, eh! Nano maledetto, aspettami!"

E gli corre dietro a tutta velocità.

NieR Automata - The Dreams of PuppetsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora