- È facile- disse il signor Miller mostrandole come maneggiare la scartavetratrice elettrica che le aveva prestato. - Devi solo muoverla in continuazione, ragazza, altrimenti farai dei buchi nel pavimento.
La sua risata gli rimbombava nel petto, ma Mel si sentiva agitata. Aveva strappato via il linoleum consumato del soggiorno e aveva deciso di tentare di scartavetrare e lucidare il parquet. La fotografia che aveva visto su Casa Ideale mostrava un pavimento dorato e satinato, completamente liscio e lucente, che le era sembrato la risposta perfetta alla propria carenza di soldi per comprare tappeti o moquette per il soggiorno.
Appena iniziato si rese conto che era stata un'idea folle. Perché le riviste e i libri facevano sembrare tutto facile? La macchina era difficile da reggere. Era troppo pesante per le sue mani e le sue braccia. Dovrebbero fare degli arnesi più piccoli per le donne, pensò irritata, cercando di tenere sotto controllo la scartavetratrice mentre procedeva a strappi e scivolava sulle tavole sconnesse. La segatura si alzava in nubi soffocanti, coprendole i vestiti, i capelli e la pelle. Con aria truce si legò una sciarpa sulla bocca e sul naso e un'altra in testa e si rimise al lavoro. Ci vollero ore. La polvere si sollevava e si appiccicava alle pareti appena dipinte. Nonostante la sciarpa le sembrava di averne ingoiata a chili. Sentiva che la schiena le si sarebbe spezzata in due. I muscoli delle spalle agonizzavano, ma lei continuava a a sfacchinare senza sosta, decisa a non arrendersi. Il pavimento sembrava essere grande il doppio di quello che era prima.
Ci vollero quasi tre serate, ma alla fine era fatto. Spazzolò bene le pareti. Sollevata nel vedere che non sembravano aver subito danni, e spazzò un ennesimo mucchio di segatura. Ancora non somigliava alla fotografia su Casa Ideale, ma due mani di coppale al poliuretano lo migliorarono di molto, con il risultato che la stanza sembrava perennemente inondata dal sole.- La gente come faceva a pulire i tappeti prima che esistessero gli aspirapolvere, signora Martin?
- Li mettevano sullo stendipanni e li battevano con un bastone. Da entrambi i lati, per far uscire tutta la polvere. E li spazzolavano!
Mel grugnì. Aveva deciso di pulire il tappeto del salotto, su cui erano stratificate generazioni di polvere, ma non aveva un aspirapolvere e lo spazzolone non sortiva nessun effetto sulla sporcizia. Sembrava proprio un lavoraccio. Ma Saira si offrì di aiutarla e qualche giorno più tardi lo trascinarono in cortile. Era pesantissimo e pieno di polvere e, una volta riuscite a metterlo sul piccolo stenditoio, erano già accaldate e appiccicaticce. Il tappeto pendeva dal filo a pochi centimetro da terra da entrambi i lati, ed il palo che reggeva il cavo iniziò a scricchiolare minacciosamente.
Aggredirono il tappeto da tutt'e due le parti con dei manici di scopa. La polvere si alzava in nuvole soffocanti.
- È più spesso di quanto pensassi- disse Mel boccheggiando.
- Si. E guarda, dopotutto non è grigio. È verde con delle roselline rosa.
- Ha comunque bisogno di essere lavato.
- Si più affittare una macchina per lavare i tappeti. Da Swingers. Non credo che ti costerebbe molto per una giornata.
- Ehi, questa si che è un'idea! Non mi andava affatto di doverlo lavare a mano. Credo che per il momento lo arrotolerò; lo metterò a terra più avanti. Voglio dipingere anche il salotto, adesso che abbiamo aperto le porte. Lo volevo fingere di giallo, come il soggiorno, ma adesso dovrò ripensarci. Forse un bel verdolino chiaro? Inizierò subito, questo fine settimana.
- Adesso è molto meglio.- Saira fece una risatina. - Ti ricordi tutti quegli scatoloni?
Mel disse: - Lo sai, Saira, mi hai aiutato moltissimo. Non solo materialmente, ma mi hai anche tirato su di morale. Questo è molto importante.
Saira disse timidamente: - Sono contenta di aiutate un'amica.- Fece una pausa. - Vai a trovare tua madre domenica?
Mel annuì tristemente. - Come al solito.
Odiava le visite a sua madre, c'era un lungo tragitto in corriera che sembrava durare ore e ore, Poi la lunga camminata dai cancelli d'ingresso fino all'ospedale. Sembrava sempre che facesse freddo e piovesse. E poi veniva sopraffatta dalla grigia depressione dell'edificio. Non che non fosse luminoso e ben dipinto all'interno, ma in esso aleggiava un alone di depressione e di paura che i vivaci fiori non riuscivano a dissipare.
Nel reparto di sua madre sembravano che tutti stessero seduti lì senza parlare. Sua madre rannicchiata su una sedia, con lo sguardo fisso. Mel non riusciva mai a capire se la mamma la riconoscesse.
- All'ospedale dicono che sta migliorando. Immagino che loro lo sappiano. A me non sembra affatto cambiata. Non so mai cosa dirle.
Lo scricchiolio sinistro che avevano sentito fino ad allora stava peggiorando ed alzarono gli occhi per vedere il palo rachitico ondeggiare e crollare pesantemente sul tappeto. Un'ultima ondata di polvere si levò nell'aria. - Ecco fatto! Ha finito di fare il nostro lavoro- disse Saira felice.
Domenica, dopo la visita, Mel tornò a casa triste e sconsolata per finire di dipingere il salotto.
Era una zona disastrata.
Il giorno prima, mentre stava ridipingendo la carta da parati, erano comparse delle bolle. Una cosa del genere era già successa nel soggiorno e asciugandosi si erano riassorbite perfettamente, invece qui non solo la carte era rimasta a bozzi, ma spenzolava anche mezza staccata dalle pareti. Sembrava che la vecchia colla si fosse dissolta. Capì subito che non sarebbe mai stata in grado di riappiccicarla. Avrebbe dovuto levarla tutta, fino all'ultimo frammento.
Dopo aver dato un'occhiata velenosa, cominciò a strappare rabbiosamente. Perchè doveva essere sempre così difficile? Perché doveva succedere che quando uno già si sente giù deve cadergli un'altra tegola in testa? D'accordo, pensò lei cercando di non piangere, dovrò mettere altra carta da parati. Non lo sai fare, la schernì la coscienza.
- Beh, allora dovrò imparare a farlo, giusto?- gridò lei ad alta voce.
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MEL - Liz Berry
Teen FictionMel vive in un posto squallido, sua madre soffre di crisi di depressione e spesso e' violenta con lei. Nessuno sembra accorgersi del suo dramma. La soluzione sembra così semplice...sedersi sul cornicione della ferrovia e lasciarsi andare all'indietr...