Mel fissava la luce della luna riflessa sul soffitto, oltre la spalla nuda di Mitch. Le ombre si muovevano al soffiare del vento negli alberi che costeggiavano la strada.
Tutte quelle storie per niente, stava pensando, divertita, delusa. Il Grande Mistero. Praticamente nulla. Non sarebbe voluta andare tanto oltre, ma una cosa aveva portato a un'altra e a un certo punto non le era sembrato che ci fosse un buon motivo per smettere.
Ormai era fermo da molto tempo. Si era addormentato? Si mosse un pò, per provare. Immediatamente le braccia di lui le si strinsero possessivamente intorno.
Era stupita che Mitch fosse così. Non come alcuni dei ragazzi a scuola, che non facevano altro che parlare di sesso. Era sempre così, oppure era solo per via della sovraeccitazione, forse per il vino, o per quel pazzesco ricevimento?
D'un tratto si chiese che fine avessero fatto tutti gli altri che erano stato a cena con loro. Barney... Mike... Stavano tutti facendo questo? Era buffo come sembrava che tutti ne fossero entusiasti. Pensò a tutta la gente del mondo che lo fa in continuazione e si dovette trattenere dal ridere forte. Era veramente pazzesco.
Pensò a Keith Edwards, ai suoi bei capelli ricci, alle sue spalle larghe, al modo in cui la camicia gli usciva sempre dai pantaloni, quando si chinava sul suo banco, facendo intravedere la pelle scura. Si chiese come sarebbe stato stare lì stesa con lui e si addormentò di nuovo.Quando Mel si risvegliò la luce della luna era stata rimpiazzata da una grigia luce mattutina. Rotolò via dalle braccia di Mitch ed andò a cercare il bagno.
Era lussuoso. Caldo. In varie tonalità di marrone con morbidi asciugamani. La vasca era incassata nel pavimento, con i rubinetto dorati. C'erano armadi a muro di noce e tanti specchi. Che cosa stupenda avere un bagno così. Che cosa stupenda poter progettare una bagno del genere. Mel passeggiò avanti e indietro, colpita e ammirata.
Si sentiva bene. Totalmente sveglia. Fu quando aprì, tanto per guardare, il profondo armadietto sopra il lavandino che tutto andò male. Un armadietto di medicine. Proprio in vista sul primo scaffale c'era un pacchetto di Durex.
Preservativi. Contraccettivi. Le cadde il fondo dello stomaco. Si sentiva debole. Perché mai non se n'era ricordata? Doveva aver perso la testa.
Si sedette sullo sgabello e si mise la testa fra le mani, col cuore che cominciava a batterle fastidiosamente. Cercava di ragionare, ma il panico era troppo. L'unica cosa che riusciva a ricordarsi era la signora Bell durante le lezioni di biologia: "Avere rapporti sessuali non-protetti è praticamente la cosa più stupida ed irresponsabile che si possa fare". Mel era stata d'accordo, sicura che a lei non sarebbe mai successo. Mugolò. Doveva essere stato il vino. Suo padre, scozzese, aveva detto in proposito: "Alcool dentro testa fuori". Aveva ragione. Non aveva pensato.
Ma perché non l'aveva fatto Mitch, se aveva quella roba sottomano?
C'era un leggero strato di sudore freddo su tutta la sua pelle. Sentì un impellente bisogno di lavarsi dappertutto. Aprì in fretta la doccia. Forse l'avrebbe fatta sentire meglio.- Dove sei stata?- Mitch si appoggiò su un gomito. Sorrideva, con i capelli che gli cadevano in modo attraente sulla fronte. - Ti stavo aspettando.
Mel guardò dall'altra parte. - Facevo la doccia.
- La doccia!
- Un sacco di gente fa la doccia.
- Non nel bel mezzo della notte.
- Sono quasi le otto.
- Appunto, è notte!
Lei stette in fondo al letto, incrociando le braccia sul davanti, fingendo di massaggiarele, imbarazzata dal modo in cui la stava guardando.
- Prenderai freddo. Torna a letto.- Alzò le coperte e lei distolse frettolosamente lo sguardo, arrossendo di colpo e cercando di non pensare alla notte precedente.
- Dove siamo? Cos'è questo posto?
- Dove pensi che siamo? È il mio appartamento.
- Il tuo appartamento?- Cominciò a cercare freneticamente i propri vestiti. - Devo andare a scuola. Farò tardi.
Lui si alzò di colpo a sedere. - Stai scherzando?
- Certo che no. Oggi c'è una visita guidata al Victoria & Albert Museum, alla sezione di William Morris. Devo andare a scuola!
Lui si sdraiò con le mani dietro la testa, osservandola. - Credevo che saresti rimasta con me. Prenditi un giorno di vacanza.
- C'è una fermata della metropolitana un vicino? Dove siamo?
- Mel...
- No!- non aveva intenzione di perdere di nuovo il controllo.
- Dopo ti accompagno a scuola.
Trovò il reggiseno sul pavimento accanto al letto e cominciò a metterselo, con le mani che le tremavano. - Non posso andare a scuola con un vestito di seta e i tacchi alti.
- A casa e poi a scuola.
- No...
- Si!- Si sporse velocemente in avanti e le cinse le ginocchia con un braccio, fecendole perdere l'equilibrio. Lei gli cadde addosso e lui la tenne stretta, ridendo.
- Mi metterai incinta.
Lui la strinse tra le braccia. Sicuramente, stava di nuovo ridendo.- Perfetto! Siamo fidanzati, no? Di che cosa ti preoccupi?
Ma Mel era già riuscita a divincolarsi e si stava infilando il resto dei vestiti.
- Ho detto no, Mitch, ed è ciò che intendevo.
STAI LEGGENDO
MEL - Liz Berry
Novela JuvenilMel vive in un posto squallido, sua madre soffre di crisi di depressione e spesso e' violenta con lei. Nessuno sembra accorgersi del suo dramma. La soluzione sembra così semplice...sedersi sul cornicione della ferrovia e lasciarsi andare all'indietr...