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Sento la testa sbattere. Non è possibile.
Devo andarmene.
Lui è sempre qui:
Le frasi che scherniscono...gli sguardi taglienti...
Basta. Basta!
Afferro la mia valigia da sotto il letto. È grigia e rigida. La fisso per un po'...
Te ne devi andare.
Nella mia testa sento solo questo.
Apro la cerniera ed entro nella cabina armadio.
Ho sempre indossato solo vestiti scuri e non cambierò quest'abitudine. Il nero protegge.
Afferro tutto quello che posso e lo getto dentro a caso.
Prendo i Dr. Martens e degli stivaletti con il tacco.
Sospiro e mi dirigo verso il bagno...mi servono solo miei pochi trucchi neri e lo spazzolino.
Sono pronta.
Devo chiamare mia madre. È ancora a San Francisco "per lavoro"
Non sono sicura che la prenderà bene ma non cambierò la mia decisione.
Dopo sei squilli risponde.
«Ciao Kelly»
Il suo tono neutro mi rilassa.
«Ciao mamma. Ascolta volevo solo dirti che...vado via per un po'...
Si ecco giusto per schiarirmi le idee e rilassarmi...»
«Ahaha Kelly Anderson hai sedici anni...»
Ride ma non troppo preoccupata.
«Si lo so mamma, ma ne ho bisogno davvero.»
«Ahh, fortunatamente non sono una persona iperprotettiva...ma stai attenta. Mi fido di te, davvero. Anche io alla tua età ho fatto un viaggetto con degli amici...aiuta a crescere e quando si torna testa sui libri...ma va bene. Vai Kelly, divertiti. Ora vado ciao.»
chiude la chiamata in modo freddo.
Wow. Si mia madre non è come le altre... mi lascia molto tempo da sola e ci sono abituata...mi piace. Trovo fastidioso avere gente per casa.

Comunque ora parto. Prendo tutti i soldi che trovo e chiamo un taxi.
Finché sono fuori, seduta sulla valigia ad aspettare, una scossa mi percorre la schiena. È qui.
«Dove vai?»
Stringo i denti.
«Via...»
«Ahah scappi principessa?»
Il suo tono derisorio mi gela il sangue.
«Non mi chiamare così fottuto pezzo di...»
Il taxi gira nella via e io mi alzo ignorando Josh che mi sta ancora bruciando la schiena.
«Salve. Kelly Anderson?»
«Si  grazie.»
L'autista esce dall'auto, prende la valigia e la mette nel bagagliaio mentre io salgo.
«Che cazzo stai facendo?»
Josh quasi ringhia e si sporge verso il finestrino.
«Vada pure. Sa dirmi un'officina dove comprare un'auto?»
Chiedo disinvolta al tipo che non sembra minimamente interessato al ragazzo che lo sta fissando in cagnesco.
«Si c'è ne sono due in zona.»
Mette in moto la macchina ed io guardo lo specchietto retrovisore.
Una parte di me vorrebbe vederlo correre per strada ad inseguire la vettura per non farmi andare via...ma so che non sarà mai così.
Josh sta entrando in casa. No, si ferma e guarda in strada. Una brunetta sui tacchi si avvicina a lui. Non l'avevo notata parcheggiare davanti a casa mia. Vanessa.
Il semaforo diventa verde e noi svoltiamo facendo scomparire i due ragazzi e la mia casa...si ma i ricordi continuano ad inseguirmi e sono pochi i modi per provare a dimenticare...

<<mine story>>

Per sempre, scusaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora