Capitolo 5.

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"Okay... Beh... Da..da dove inizio? Non so c-"
"Sta tranquillo, inizia a raccontare da dove vuoi e quello che vuoi"
"Beh non ti racconterò tutta la mia vita probabilmente se leggerai il libro ci saranno argomenti che non ti dirò perché non ne voglio parlare , ti racconterò in generale la situazione, non entrerò nei dettagli e probabilmente sarà tutto incasinato ma non voglio raccontare tutto per filo e per segno perché soffrirei di più ma sappi che tutto quello che c'è scritto lì sono montature c'è solo una base di verità non-"
"Lou! Lo so, calmati"
Io abbassai lo sguardo. Ero imbarazzato insomma, non conoscevo davvero questo ragazzo e gli stavo per dire tutto quello che era successo veramente, ma bastò l'aprirsi del suo bellissimo sorriso e l'apparire delle sue fossette a convincermi a raccontare la mia storia.
"Okay allora... Era l'estate di due anni fa, avevo appena finito il quarto anno, era stato un anno fantastico, avevo conosciuto un sacco di gente. A scuola, come forse saprai, ero abbastanza conosciuto, ero una persona socievole e facevo ridere le persone in senso buono, credo. Tutti dicevano che amavano la mia compagnia perché era divertente e rilassante. Io, Zayn e Liam stavamo sempre insieme, ci conoscevamo fin da piccoli. Eravamo sempre invitati ad un sacco di feste. Anche a scuola andavo bene, sembra strano da credere ma ero uscito con buoni voti. Per concludere l'anno mancava solo un'estate fantastica, no? Io, Zayn e Liam eravamo stati invitati alla casa al mare di Bea" a quell'informazione Harry spalancò gli occhi. Bea era una delle ragazze con cui stava sempre. Ovviamente non aveva raccontato nulla di quella vacanza, non aveva nemmeno detto di avermi conosciuto. Ignorai l'espressione stupita e pensierosa di Harry e continuai "io e Bea ci conoscevamo perché frequentavamo gli stessi corsi, anche lei è stata bocciata l'anno scorso e quest'anno, dopo che tutte le sue amiche l'hanno lasciata al liceo, ha conosciuto voi e ora fa parte del vostro gruppetto. Comunque, noi 3 ovviamente accettammo e nel giro di 2 settimane ci ritrovammo in quella casa enorme con Bea e altre 3 persone a noi sconosciute. Quindi eravamo io, Zayn, Liam, Bea, Giulia, Kail e Mark. Questi ultimi 3 avevano la nostra stessa età, non vengono in questa scuola. Kail mi colpì subito, era il cugino di Bea, era un ragazzo bellissimo. Aveva dei folti capelli biondi e un ciuffo gli ricadeva sugli occhi grigio-blu dove ti potevi perdere dentro ad ammirarli per ore, e aveva un fisico stupendo: era alto e non troppo magro. Non mi era mai capitato di squadrare così un ragazzo, di esserne così attratto da analizzarne ogni singolo aspetto ma non diedi molta attenzione ai miei pensieri.
Avremmo dovuto fermarci li 3 settimane. Doveva essere una vacanza grandiosa e lo è stata, solo diversa. Uscivamo tutte le sere e puntualmente tutte le sere ci ubriacavamo come non mai. Ci svegliavamo alle 12 e andavamo in spiaggia per poi tornare a casa, prepararci e uscire di nuovo. La prima settimana era andata alla grande, io Zayn e Liam avevamo legato con tutti. Io avevo legato sopratutto con Kail, con lui mi sentivo me stesso, mi sentivo bene, insomma era diverso da quando ero con Zayn e Liam, anche con loro ero me stesso ma del tempo con Kail non ne avevo mai abbastanza e ogni scusa era buona per abbracciarlo. Tra le sue braccia stavo bene. Pensavo fosse una cosa normale, stavamo diventando solo grandi amici.
Bea mi stava addosso come una cozza, in discoteca cercava di strusciarmisi contro sempre e a volte beh ci stavo" Harry era abbastanza sorpreso. Sembrava volermi chiedere qualcosa ma ci ripensava. Così misi fine ai suoi dubbi:"No Harry, non ci sono andato a letto, solo qualche ballo insieme e qualche bacio" Alzò lo sguardo per incontrare i miei occhi e poi lo abbassò, completamente rosso. Harry Styles imbarazzato? Davvero? Mi uscì un piccolo sorrisetto intenerito e continuai cercando di porre fine al suo imbarazzo.
"Comunque, una sera Kail voleva portarci a tutti i costi in un locale, un locale Gay. Alla sua richiesta tutti spalancammo gli occhi trattenendoci da fargli tutte le domande che ci passavano per la testa. Lui però disse che voleva andarci solo perché un suo amico c'era stato ed era un locale fantastico, più divertente degli altri e ci assicurava che era pieno di ragazze che accompagnavano gli amici. Eravamo tutti un po' perplessi ma non volevamo metterlo a disagio così accettammo. In realtà era vero, era pieno di ragazze anche molto belle. Anche i ragazzi erano belli. Molto. Mi capitò di vedere alcuni ragazzi baciarsi tra loro. Mi soffermai su una coppia. Era una cosa strana da guardare e mi veniva da chiedermi se era più bello che baciare una ragazza o se era la stessa cosa, magari tra loro si sentivano più a loro agio. Ammiravo davvero quelle persone che se ne fregavano di tutto e tutti e si divertivano e esternavano i propri sentimenti. Ero perso nei miei pensieri seduto al bancone con una birra in mano quando Bea mi si avvicinò e mi disse quanto si annoiava. Tra una parola e l'altra mi baciò. Non era diverso dalle altre volte ma quella volta non avevo voglia, non mi sembrava eccitante o niente del genere, mi saltava in mente quella coppia di ragazzi: tra loro si che c'era passione, vera passione.
Mi staccai da Bea e andai in bagno. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Ero di cattivo umore all'improvviso e avevo una grande confusione in testa. All'improvviso mi ero trovato a pensare a Kail e alla prima impressione che mi aveva fatto. Non mi era mai capitato di guardare un ragazzo così, di emozionarmi anche solo quando mi sfiorava e provavo una grande pace quando parlavamo, quando scherzavamo e provavo un grande vuoto quando non c'era, quando non mi abbracciava. Io e lui ci scambiavamo molto affetto, nemmeno con Zayn ero così espansivo. Avevo provato quasi felicità quando aveva insistito per portarci qui pensando che fosse gay. Insomma mi era capitato altre volte di dire che un ragazzo era figo ma mai così.
Poi successe. Kail entrò in bagno. Mi chiese cosa avevo, io non risposi e gli chiesi quello che volevo sapere. Perché ci aveva portati lì? Lui mi disse che aveva paura di dirlo, che aveva paura di perderci se l'avesse ammesso e che non voleva perdere me perché ero diventato troppo importante, aveva paura della reazione dei suoi amici e genitori. Io avevo perso ogni grammo di razionalità che avevo e lo baciai. Mi spinsi contro di lui e aggrappai le mie braccia al suo collo e lui, senza perdere tempo rispose al bacio e aggrappò le braccia alla mia vita. Ed eccola lì. La passione. Quella che avevo visto in quei due ragazzi, la passione vera, il piacere vero. Quel bacio non era paragonabile a tutti quelli che avevo avuto.
Quella sera io e Kail tornammo a casa, non volevamo fare nulla, solo parlare. Mi raccontò come si rese conto di essere gay è perché ancora non aveva fatto coming-out. Mi disse che in fondo sapeva che anche io ero gay: lo aveva visto da come cercavo il contatto fisico con gli altri e da come non me ne fregava più di tanto delle attenzioni di Bea e perché tutte mi sbavavano dietro ma io non concludevo mai nulla o non prestavo attenzione. Lo vedeva da come ero a più agio con i ragazzi e dai miei gesti. Insomma vedeva tutto quello che in effetti era vero e che io non avevo mai visto o non volevo vedere. Ero confuso. Insomma non è che da un giorno all'altro non mi piacevano le ragazze solo che non mi piacevano più di tanto ed era sempre stato così. Erano sempre loro ad aggrapparsi a me in discoteca e non mi piaceva nessuna dalle elementari e io non avevo tutta questa voglia o fretta di avere una ragazza. Con Kail era diverso. Mi aveva attratto dal primo momento in cui lo avevo visto.
Quelle ultime 2 settimane legammo ancora di più se era possibile. Lui mi aiutò molto, mi stette vicino come nessuno aveva mai fatto, mi capiva perché lui sapeva, sapeva tutto e ci era passato. Stavamo più o meno insieme penso, non avevamo mai parlato della nostra situazione. Gli altri non sapevano nulla né di me né di lui e per ora andava bene così, stavamo bene. Ma non poteva durare la mia felicità.
L'ultima sera eravamo in un locale e ci stavamo divertendo. Io e Kail bevevamo e parlavamo come sempre. A volte ballavamo, non troppo vicini ma appena una ragazza mi si avvicinava lui mi tirava via con fare possessivo. In realtà lo adoravo ma non lo davo a vedere. Kail insisteva perché andassimo via. Era l'ultima sera e voleva passarla con me. Andammo a casa e ci dirigemmo in camera mia. Ci incominciammo a baciare e la passione si accese appena le sue mani toccarono i miei fianchi. Io lo spinsi sul letto e mi ci sdraiai sopra. Passai a baciargli il collo, a morderglielo, a marcarglielo. Kail era mio. Era il mio primo amore. Era il mio primo ragazzo. E stava per essere la mia prima volta. E all'improvviso la porta si aprì. Una Bea ubriaca e mezza vestita apparse sulla porta e Kail mi spinse via. Bea aveva gli occhi e la bocca spalancati. Kail provò a spiegare che non era come sembrava, che poteva spiegarle tutto ma lei non disse nulla. Lasciò la stanza. Proprio come Kail. Non mi rivolse la parola, nemmeno uno sguardo o un suo solito 'Non ti preoccupare, ci sono io'. Il giorno dopo partimmo e né Kail né Bea mi rivolsero la parola. Nei giorni seguenti provai a chiamarlo, a mandargli messaggi e a provocarlo con messaggi volgari e sexy che non erano da me. Per 3 settimane non ebbi una risposta. La mia vita era tornata monotona. Uscivo con Liam e Zayn e a volte andavamo in discoteca. Passavo il giorno a studiare o andavo in piscina. Finite le 3 settimane infernali ricevetti una chiamata. Era Kail. Mi chiese di uscire e io accettai. Mi spiegò che sua cugina lo aveva minacciato di dire tutto di lui e di rendermi la vita infernale a scuola se mi avesse rivisto, che però non aveva smesso di pensarmi e che voleva provare a fare le cose di nascosto senza dire nulla di noi. Io pensai che era come avevamo sempre fatto quindi accettai. Così passammo la fine dell'estate insieme e fu tutto stupendo. Io ormai stavo iniziando ad accettare il fatto di essere gay e che le ragazze non mi attiravano e non dovevo provare a farmele piacere, Kail mi era accanto e mi aiutava davvero molto.
I problemi iniziarono all'inizio della scuola. Bea aveva ripreso i miei stessi corsi e faceva di tutto per farmi distrarre, per provocarmi, mi insultava ma lo faceva segretamente. Potevo gestirla. Era solo una ragazzina idiota. Dopo due mesi dall'inizio della scuola la mia relazione con Kail stava diventando piuttosto seria o almeno pensavo così fosse, mi stavo innamorando, non mi ero mai innamorato. Avevo paura di dirgli cosa stavo iniziando a provare, pensavo che se l'avessi detto si sarebbe allontanato e che per lui non ero così importante. In effetti non avevo torto. Una sera Bea, con mia sorpresa, invitò me, Zayn e Liam fuori. Ci saremmo incontrati con il nostro gruppo in discoteca. Quello che non sapevo è che nel nostro gruppo ci sarebbe stata un'invitata speciale. Appena andammo in discoteca li vidi. Kail e una ragazza castana con un vestito rosso che lasciava poco all'immaginazione, stavano avvinghiati appoggiati al bancone. Si stavano baciando. 'Lou, quella è la ragazza di mio cugino, Sara, stanno insieme da Agosto, belli vero? Lui l'ha presentata a tutti in famiglia, dice che la ama' Fu questo che mi disse Bea con il suo sorrisetto da stronza. Non le serviva umiliarmi pubblicamente bastava farmi soffrire e punirmi. Ma per cosa? Per averla rifiutata? Per essere gay?
Senza pensare mi avvicinai a Kail e gli rovesciai un birra in testa per poi scappare velocemente. Non mi seguì, ovviamente, sarà stato occupato a dare spiegazioni alla sua ragazza. 'Stanno insieme da Agosto' pensavo. Da Agosto? Mi aveva mentito, mi aveva tradito per tutto questo tempo? Fui seguito da Liam e Zayn. Zayn mi sorprese, fu diretto, mi disse che aveva visto che qualcosa non andava che sapeva che qualcosa era cambiato, così, presi un respiro profondo e raccontai tutto ai miei due migliori amici. Non sembravano turbati, non cambiò molto da prima, facevamo le stesse cose e io mi sentivo meglio, mi ero tolto un peso. Kail, nei giorni seguenti continuava a chiamarmi ma non rispondevo. Bea aveva ottenuto il suo obiettivo di farmi soffrire e non mi rivolgeva quasi più la parola. Il tempo passava velocemente. Arrivarono le vacanze di Natale e Zayn e Liam continuavano a dirmi che dovevo dire tutto almeno ai miei parenti, che era l'occasione giusta, ma io non ero convinto quindi declinavo ogni tipo di proposta da parte loro. Alla fine riuscì a passare le vacanze senza dire nulla. Insomma tutto sembrava tornare apposto, stavo dimenticando Kail, non pensare che sia una persona veloce, stavo provando ad andare avanti, non volevo lasciare libero accesso al dolore, non volevo isolarmi, dovevo continuare con la mia vita, erano passati 3 mesi.
I mesi passavano e io avevo iniziato a provare qualcosa per un altro ragazzo, stavo iniziando a fidarmi di nuovo, mi stavo lasciando andare di nuovo. Ed è lì che cado sempre, nella fiducia. Non ti dirò chi era il fortunato, quella è un'altra storia, un'altra cicatrice che non voglio aprire, non ancora.
In quei mesi non avevo avuto notizie di Kail né mi interessava averne. Ma un giorno, mi si presentò davanti casa. Era l'ultima settimana di Aprile. L'ultima settimana tranquilla. Mi disse che era stato un coglione, che non poteva dimenticarsi di me, che mi amava, e che lei per lui era solo un corpo. Fu quella la cosa che mi fece più male. Lui aveva bisogno di lei perché io non ero abbastanza, lei era quella che mostrava ai suoi genitori, era la sua copertura di qualcuno che voleva nascondere perché aveva paura, paura di tutti gli altri. Così io gli dissi che non me ne fotteva più nulla di lui che doveva andarsene, che gliel'avrei fatta pagare, che appena avessi fatto coming-out avrei detto tutto di lui, avrei fatto vedere i messaggi che mi mandava, tutto. Vidi la paura. Quella stessa paura che avevo avuto io quando mi aveva lasciato solo, tradito e vulnerabile. Quando mi stavo per innamorare. Ero pronto ad innamorarmi di lui anzi forse un po' lo ero già. E gli dissi che mi stavo dimenticando di lui e che dentro c'era il ragazzo che mi piaceva. Lui se ne andò. Arrabbiato, ferito e impaurito. Proprio come lo ero stato io. Tornai in casa in lacrime, vederlo mi aveva fatto uno strano effetto, aveva distrutto la corazza che mi ero creato in quei mesi. Era vero che quel ragazzo di cui non voglio raccontarti ancora nulla, era con me in quel momento, ignaro di quello che provavo e ignaro di quello che stavo per fare. Mi confortò, mi aiutò a calmarmi, quella calma che mi trasmetteva sempre, quella sicurezza che tanto amavo. Così lo baciai. Lui si scansò e se ne andò, senza dirmi nulla, guardandomi sorpreso" per la prima volta da quando avevo iniziato a parlare Harry mi interruppe e parlò:"e poi è tornato? Chi era? Era Zayn?"
"Non ti dirò nulla su questa storia non importa, questa è l'unica storia di cui nessuno sa nulla. Ho quasi finito, zitto" non gli lasciai il tempo di rispondere e continuai "Qualcuno, e sono piuttosto sicuro di chi sia stato ma a quanto pare nessun altro lo sa, ha voluto farmela pagare per qualcosa così si è messo d'accordo con qualcuno e hanno architettato il loro piano perfetto, assolutamente perfetto devo dire. Ci fu la festa del 1 Maggio a casa di Bea. C'era tutta la scuola, il resto penso tu lo sappia ma comunque: a quella festa c'erano anche gli amici che erano stati con noi alla casa al mare, compreso Kail, Bea non ha mai fatto sapere che loro erano suoi amici per questo non sapevi, come nessun altro, che è lei la protagonista delle mie disgrazie, penso che anche in quei libri non ci sia una parola su di lei. Hanno gettato merda su di me, sono anche arrivati a dire che era tutta una mia messa in scena per fare coming-out o per stare al centro dell'attenzione. Insomma a quella festa Mark e Kail sono saliti su un tavolo e hanno detto che ero gay, che li avevo provati a toccare, che ero un pedofilo e che ci avevo provato con i due fratelli di 13 anni di Mark. C'è una cazzata più grande è ridicola. Ma a quanto pare tutti sembrano crederci. Kail ha confessato che ero innamorato di lui, ovviamente, non dicendo nulla di lui. Hanno proiettato tutti i messaggi che gli avevo mandato, avevano persino delle mie foto nudo. Non mi scorderò mai il loro discorso, ricordo parola per parola, non te lo ripeterò perché c'eri e perché non voglio ripetere quelle porcherie, il punto è che ero uscito allo scoperto nel peggiore dei modi, tutte le mie cose private erano su quello schermo. I massaggi dove parlavo di voler uscire allo scoperto, delle mie paura, dei problemi familiari persino i messaggi provocatori che mandavo quelle rare volte a Kail. Tutto sbattuto in faccia agli altri. E mentre tutti ridevano e mi indicavano e mi tiravano cose addosso loro due si inventavano storie su come ci provavo con ogni maschio, piccolo o grande. Ma il colpo più grande fu che mentre Zayn mi stava difendendo, mentre gli urlava contro e gli diceva di smetterla, Liam aveva iniziato a ridere e la sua risata, i suoi occhi derisori si fondevano con gli altri unendosi al suono che è la mia tortura ancora oggi. Zayn lo incominciò ad insultare e invece lui disse che ero ridicolo, che era stato mio amico per pietà e che Mark e Kail avevano ragione, ero pericoloso. Intanto Kail mi si era avvicinato e mi aveva detto: 'Non ringraziarmi per il coming-out! Ah e per la cosa dei messaggi ho fatto prima io, li ho fatti vedere prima io. Adesso prova a dire qualcosa su di me e ho la finta confessione dei fratelli di Mark pronta!' Zayn mi portò via.
Le voci giravano velocemente quindi i miei genitori vennero a conoscenza di tutto. Anche questa è un'altra storia.
Da quella festa mi incominciarono ad arrivare messaggi offensivi, minacce, messaggi su facebook, video, c'erano e ci sono gruppi contro di me, tutti ridono di me, tutti si inventavano e si inventano storie, ogni volta che succedeva qualcosa era colpa mia, ogni cosa era buona per prendersela con me. La situazione in classe era insostenibile. Andai male a tutti i compiti finali. In classe mi mandavano biglietti con disegni o scritte provocatorie così finivo per lasciare la classe e rispondere male ai prof. Passavo per i corridoi e tutti dicevano qualcosa all'orecchio dell'altro e facevano passa parola. Raccontavano storie ai genitori che chiamavano i miei per dirgli che dovevano tenermi lontano dai figli. Era bullismo di massa e non si stancavano mai. Ogni giorno c'era una nuova storia. A volte qualcuno provava a picchiarmi ma ero sempre con Zayn che mi difendeva o a volte anche tu. Solo una volta presi un pugno in faccia. In realtà non fece molto male.
Liam era uno di quelli che mi prendeva in giro apertamente, provocandomi con battutine. Appena mi vedeva attirava l'attenzione su di me. Era il peggiore. Insomma in realtà c'erano insulti più pesanti, minacce più paurose, e c'erano gli scontri che qualcuno aveva con Zayn perché io ero incapace di fare qualcosa ma quello che faceva Liam, faceva più male. I ricordi di me, Liam e Zayn da piccoli mi apparivano minacciosi come per ricordarmi che non era rimasto nulla di quell'amore quasi fraterno che ci spingeva tutti i giorni a giocare insieme.
Alla fine fui bocciato e per una ragione o per l'altra i miei se ne andarono lasciandomi solo con il mio casino. Ma, come ho già detto di questo non ne parlerò.
Quest'estate non sono quasi mai uscito. Ho smesso di vivere, ho lasciato che ogni cosa mi scivolasse addosso. Non ho più nessuno, solo Zayn ma un giorno anche lui si stuferà di questa merda di vita che ho. Pensavo che forse quest'anno sarebbe andato meglio ma i tuoi amici sembrano aver trovato un nuovo passatempo"
Harry mi guardò per qualche minuto assorbendo tutte le mie parole, forse stava cercando la cosa giusta da dire. Avrei voluto dirgli che non doveva affannarsi per trovare le parole giuste, non ce n'era bisogno, ero un caso perso.
"La tua vita non è una merda. Ok, hai passato momenti difficili negli ultimi mesi e so che c'è ancora un sacco che non mi hai detto per esempio perché Liam ce l'ha con te, chi è il ragazzo che ti piaceva e dov'è, chi è che ha deciso di fartela pagare e come ha fatto ad architettare tutto con Kail e Mark, cosa è successo con i tuoi genitori ma-"
"Non voglio parlare di nulla che riguardi Liam o il ragazzo che mi piaceva perché sono le uniche cose che nessuno sa, gli unici avvenimenti della mia vita che non sono stati toccati da nessuno, anche se dolorosi, nessuno li sa, sono ricordi solo miei forse è sciocco ma ne sono geloso anche se sono cose che vorrei dimenticare ormai sono le uniche cose private che ho. Come chi si è messo d'accordo con quei due bastardi non importa, il punto è che l'ha fatto.
Avevo problemi con i miei genitori già da tempo, tutti pensano che mi abbiano abbandonato perché sono gay, forse è così, forse no ma non ne voglio parlare".
"Okay, quello che sto dicendo è che sei ancora in tempo Louis, puoi prendere in mano la tua vita e andare avanti. Tra queste persone ce ne è qualcuna a cui non frega nulla di quello che c'è scritto su quei fogli e che è disposto a starti accanto. Non tutto è perduto, non pensare che siamo tutti uguali. Ti hanno buttato merda addosso per mesi, prendendoti in giro alle spalle ma puoi ignorarli"
"Non se continuano a rinfacciarmelo"
"Tu non fai nulla di male, non c'è nulla di male ad essere gay, la tua vita non è solo a scuola, ricomincia a vivere o te ne pentirai" Avrei voluto dirgli che non era così facile, che non finiva solo a scuola, che la merda continuava anche fuori, che tutta la mia vita era una vita solitaria, una vita piena di buio ma Dio, era così bello, così concentrato a tirarmi su di morale, sembrava che gli importasse davvero di me, non volevo interrompere quel momento, volevo che continuasse a pensare che non ero perso, che lui poteva 'aggiustarmi'. Sapevo che non sarei riuscito a fidarmi facilmente di qualcuno ma forse era già troppo tardi, mi fidavo già troppo di Harry Styles.
"E poi ora non hai più solo un amico" disse Harry alzandosi e aprendo la porta dello sgabuzzino. Io mi alzai e uscii dietro di lui. Ormai avevamo perso le ultime due lezioni e la scuola era già deserta così ci dirigemmo fuori.
"Ah si e chi altri amici ho?" Harry si fermò e si girò "Dovrei sentirmi offeso? È ovvio che parlavo di me! Hai me! Dai ti accompagno a casa, amico" Disse con un sorriso e si rimise a camminare. Forse Harry non sapeva quanto significasse per me, forse perché non doveva significare così tanto per me, invece era così, significava: significava che qualcuno era ancora pronto a mettersi in gioco per me e io, per la prima volta da mesi, vedevo una luce nel mio buio.

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