Appena entrammo in camera mia senti l'atmosfera mutarsi del tutto. Michele, senza dire nulla si era appoggiato al muro vicino alla finestra e ora mi stava osservando con sguardo piuttosto curioso e intimidatorio, stavo per pronunciarmi quando all'improvviso apri bocca dicendo "Bene, Alex" incrociando le braccia e continuando usando un tono autoritario e deciso "Ora che siamo finalmente da soli possiamo discutere su quello che è appena accaduto ". Appena vidi le sue braccia incrociate, senti dentro di me un forte sentimento di disagio, anche mio padre faceva lo stesso gesto, quando la situazione si complicava. Senza esitare gli porsi le mie più sincere scuse piegandomi in avanti talmente tanto da riuscire a vedere solamente le mie scarpe. "Mh" sentii come risposta mentre lentamente rialzavo il capo verso di lui, scusandomi ancora. Senza dire nulla per alcuni minuti si appoggio al davanzale che dava sul mio giardino di fuori e disse "Quelle piante che vedo laggiù sono iris?" mi domando mentre il suo volto guardava al di fuori del vetro. Senza aprire bocca mugolai un accenno e lui rispose " Ti piace la botanica?" non mi lascio aprire bocca che continuò "Quelle sono margherite e quelli invece gigli, che splendidi fiori". "Si, mi piace la botanica e adoro molto prendermi cura dei fiori" confessai un po' in imbarazzo per poi continuare con tono un po' insicuro "ci sono molti miei compagni che mi prendono in giro per questo motivo". Lui stupito dalla frase appena detta chiese "Per quale motivo? La Natura è fantastica e meravigliosa." Per la prima volta da quando avevamo iniziato a parlare in quella stanza non c'era più quell'aria di pesantezza. "E dimmi come mai hai scelto solo questa tipologia di fiori" mi chiese incuriosito indicando fuori per poi continuare a dire "Noto che ci sono solo quei generi" sorridendo raggiante. "Mi rappresentano" gli risposi sapendo perfettamente che non avrebbe capito il senso della frase come tutti, invece cominciò a sorridere in modo sinistro. Stavo per chiedere spiegazioni quando disse "Capisco, le margherite rappresentano l'innocenza del mondo che ti circonda, gli iris un messaggio che aspetti dal mondo e i gigli la tua purezza che rappresenta l'angelo che sei, giusto?" quando fini con la spiegazione sentii il mio cuore raggelare, sembrava come se mi conoscesse da una vita. Dopo quella frase l'atmosfera ritornò fredda e inquietante, senza fargli capire che ero sconvolto dalla sua deduzione gli chiesi solamente "Come fate a saperlo? Cioè come sapete i significati dei fiori?" lui subito si mise a ridere tanto ma tanto da darmi quasi sui nervi. Dopo la sua grande risata rispose solamente "Alex, sono un arcangelo vuoi che non sappia la spiegazione divina dei fiori" disse per rispondere alla seconda domanda per poi continuare "Per rispondere alla tua prima domanda, è difficile, diciamo che non sei il primo a presentarsi così" concluse il discorso con una nota di malinconia. Capii che qualcosa l'aveva fatto stare male, dunque decisi di non indagare oltre. Stavo per scusarmi per la mia maleducazione quando lui mi chiese "Possiamo riprendere con il discorso? "chiese sospirando per poi continuare "Hai mai avuto delle visioni?". Non stavo capendo il senso di quella domanda, infatti per venirne fuori cercai il suo sguardo che ora era come vetro infranto. "Perché è così ora?" pensai mentre lui con freddezza continuava a chiedermi di parlare. Alla fine, decisi di rispondergli dicendo di si avevo avuto delle visioni, gli raccontai la storia della culla e del bimbo quando finii il discorso la sua mascella si contrasse in una smorfia. "Come sospettavo" disse sovrappensiero, subito gli chiesi cosa intendesse, ma non ricevetti alcuna risposta. "Dimmi Alex, che è successo veramente a scuola ieri?" chiese così ad un tratto che mi presi quasi un colpo, capii che se avessi voluto delle risposte avrei dovuto dirgli qualcosa di vero e non le cavolate che avevo detto ai miei, di un attacco dei bulli della scuola durante la ricreazione. Purtroppo, non era stato un'incidente e io lo sapevo ma avevo paura di dire la verità. Dunque gli dissi " Ho avuto delle visioni durante la ricreazione " dissi con voce tremante " tutto, intorno a me si muoveva, i miei compagni non c'erano più , c'era quella maledetta cesta con il bimbo sorridente di cui parlavo prima, senza volerlo l'ho ucciso con quell'arma che era lì a fianco a me" dissi tutto d'un fiato, mi faceva male parlare dei miei incidenti che ormai avvenivano da quando avevo sette anni, ma che fino ad allora non avevano mai messo in pericolo nessuno. "Continua" disse Michele con autorità e così feci. "Quando mi sono svegliato dalla visione c'era una mia compagna a terra con una bella ferita grande e profonda sulla sua ala sinistra e le mie mani insanguinate con in mano uno strano oggetto appuntito anche esso pieno di sangue "raccontai mentre le lacrime ricominciavano a sgorgare dai miei occhi " Io non so come sia successo, io non volevo farlo" lui senza ascoltare minimamente le mie scuse chiese " La ragazza è morta ? Cosa è successo dopo?". Avrei voluto rispondergli che le persone attorno a me, erano andati a chiamare la prof e che avevano chiamato i miei per dirgli che il loro adorato Alex aveva commesso un crimine enorme. Invece gli dissi come in realtà era andata con difficoltà e tremando prosegui " Quando realizzai che la mia compagna era a terra ferita, per fortuna notai che sia lei che tutti quelli nel corridoio erano svenuti" continuai intanto che il respiro cominciava a farsi sempre più veloce ,cominciai a fissarmi le mani come se sentissi il sangue ancora addosso " Mi sono subito recato in bagno mi sono tolto il sangue dalle mani, mi sono cambiato i vestiti e ho chiamato gli insegnanti e quando mi hanno chiesto di chi fosse la colpa dissi che i bulli della scuola durante la ricreazione avevano colpito" lui mi fisso sbalordito e disse mutamente di continuare. Gli dissi che essendo uno studente modello, gli insegnati mi credettero e subito andarono a cercare i bulli della scuola e chiamarono a casa loro. "L'unica mia paura era che quando si sarebbero risvegliati mi avrebbero dato la colpa, invece quando si risvegliarono, l'unica che mi guardò spaventata fu Emily, la ragazza con l'ala ferita che non disse nulla forse per troppa paura o non lo so e dopo essere stata in infermeria torno a casa, mentre gli insegnanti mi ringraziavano" dissi sentendomi ancora di più in colpa. "Mi dissero che ero stato bravo ad avvisarli, mi sento un bugiardo" mi ripetei tante volte mentre le lacrime non smettevano più di scendere. "Hai ragione, Alex sei un bugiardo" disse seriamente per poi dire "Ora capisco perché quella ragazza mi ha chiamato" Mi ci volle qualche frazione di secondi per capire ed esclamare "Aspettate?! Che cosa?". Lui senza troppi giri di parole, mi spiegò che la mia compagna aveva chiamato quello stesso pomeriggio ai Piani Alti e che lui aveva deciso di scendere a vedere la persona con i suoi occhi prima di prendere provvedimenti sull'accaduto. "Dunque voi sapevate già la verità?" chiesi incredulo e lui rispose annuendo e dicendo "So anche il perché del tuo comportamento" Appena udii quelle parole mi si spalancarono talmente tanto gli occhi che si potevano vedere le orbite "perché?" dissi con esasperazione e lui ripose "Contaminazione demoniaca". "Contaminazione demoniaca?" ripete confuso a voce alta mentre lui proseguiva ignorandomi "tranquillo, non è nulla di grave, è solamente una cosa rimasta a causa della ascesa di Lucifero nell' Inferno. "disse continuando "Praticamente dentro ognuno di noi all'età di 16 o 17 anni compare questa oscura presenza, chi più in profondità con situazioni del genere e chi debolmente come tuo fratello" concluse il discorso fissandomi negli occhi. "Esiste un rimedio?" chiesi spaventato da quello che mi era appena stato detto lui ripose semplicemente "Ma certo Alex, il demonio si può sempre sconfiggere, ma devi essere tu il primo a volerlo". Non so il perché ma quella frase mi fece paralizzare sul posto, da come la aveva pronunciata sembrava quasi che non ci credesse. E fu così che chiesi solamente "La mia situazione è grave?" non ricevetti mai nessuna risposta. "Bene ora che abbiamo chiarito possiamo continuare" disse per poi proseguire "Il tuo problema si risolverà a scuola" e io lo fissai incuriosito. "Scuola?" dissi incredulo, finché Michele sorridendo mi chiese per favore di fare silenzio e così feci, senza obiettare. Dopo alcuni secondi di silenzio, finalmente Michele si mosse dalla finestra e mi rivolse un sorriso. "Questa è per te, Alex" subito abbassai lo sguardo dal suo volto al palmo della sua mano dove ora c'era qualcosa di luccicante. Sembrava un foglio luccicante color oro. "E' una lettera ufficiale per risolvere il tuo problema "disse l'arcangelo seriamente mentre con la sua spada in modo quasi ipnotico tagliava l'estremità di quel foglio luccicante, all'improvviso comparvero frasi e subito come in una recita vidi l'arcangelo iniziare a leggere. Le uniche cose che cappi furono il mio nome e una scuola. La mia attenzione venne meno quando sentii pronunciata quella scuola, anzi la scuola più importante per gli aspiranti arcangeli come me. "Congratulazioni, Alex sei stato ammesso all'accademia delle Arti Bianche, ti aspetteremo con gioia" concluse leggendo Michele mentre senza che me ne accorgessi, forse troppo confuso o emozionato dalla notizia o scosso per quello che era successo prima cominciai a piangere. "Dunque mi hanno ammesso all'accademia dove ci sono i figli di Satana?" chiesi elettrizzato e lui rispose "Esattamente, Alex, vedi quella scuola è stata costruita per le persone come te che non riescono ad affrontare l'oscurità da soli e hanno quindi bisogno di un sostegno per poterne uscire indenni." concluse. "Ora capisco, perché viene considerata una scuola privata" pensai mentre Michele proseguiva "Alex, so che non sarà facile questo tuo percorso ma ti devo chiedere un favore, non dovrai dire a nessuno a scuola delle tue visioni d'accordo?" disse con tono serio da farmi rabbrividire, non chiesi spiegazioni ero troppo stanco per poter ragionare e annuii. A un certo punto comparve una colomba bianca fuori dalla finestra, subito Michele senza spiegarsi, gli aprii e disse "Dov'è lei?" l'uccellino cinguettò e dopo aver ricevuto una ricompensa dall'arcangelo, fuggì di nuovo dalla finestra. "Bene, Alex, il mio tempo è scaduto ci rivedremo a scuola" disse mentre si preparava a uscire dalla stanza per poi concludere "Ah, giusto dimenticavo la tua guida ti aspetta in giardino, mi raccomando non farla aspettare troppo "e con questo chiuse la porta della stanza lasciandomi alquanto confuso ed eccitato. Ero talmente pieno di informazioni e segreti in quel momento che aspettai per qualche minuto sdraiato sul letto riflettendo sulle parole di Michele mentre osservavo ancora la lettera d'oro con scritto l'invito della scuola che l'arcangelo aveva lasciato sul letto prima di partire. Avevo paura di andare in giardino e scoprire chi fosse la mia guida, ma lentamente mi alzai dal letto e scesi le scale, ignorai i miei che mi chiesero cosa fosse la storia della scuola, probabilmente Michele gli aveva spiegato solo un pezzo della storia e mi recai in giardino, dove notai una figura girata di spalle con i capelli lunghi che stava innaffiando le mie piante.
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Devil War /non stabilito
FantastikUn angelo e un demone potrebbero mai andare d'accordo, questo cosa comporterebbe? Essere attratti dal proprio sesso è sbagliato? Questa storia è mia pura creazione, spero che apprezzerete la storia di due ragazzi, uno nato sotto ai riflettori per sb...