On express to London

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Fu una grande fortuna per tutti riuscire a prendere l'espresso per Londra la mattina successiva. Watson e Sherlock avevano trovato i biglietti per un posto in seconda classe e in meno di un paio d'ore sarebbero arrivati.
Belle decise di mettersi vicino al finestrino della sua cabina, accavallò le gambe e si lasciò andare sul sedile del treno in cerca di un pò di riposo. Era pensierosa? Sì, nella maniera più assoluta. La scomparsa dei genitori le aveva dato tanto da pensare che sarebbe stata capace di rivedere tutte le sue supposizioni, ma dal momento che credeva realmente che dietro ci fosse molto di più di quel che appariva, non aveva intenzione di chiudersi una pista, qualsiasi essa fosse stata.
Era stata più che fortunata di aver potuto trovare in tempo il messaggio che sua madre le aveva lasciato prima di sparire, soprattutto prima che potesse trovarlo Watson o Sherlock anche se dubitava che quest'ultimo si fosse fatto problemi a consegnarglielo una volta trovato. Jonh, oltre al fatto che non avrebbe minimamente pensato alle due favole che la madre le raccontava, non poteva realmente capire cosa significassero quelle frasi, le avrebbe trovate strane l'uno accanto all'altra, ma il senso solo Belle poteva comprenderlo. La celebre frase del Bianconiglio nel giardino delle margherite al capitolo uno, e la metafora per indicare il loro bel giardino a Costwolds non erano cose da scoprire con la logica, si trattava di ricordi.
«Bel medaglione, signorina Watson» Sherlock non mancò di fare la sua osservazione, allontanando lentamente gli occhi dalle pagine del libro che leggeva.
Belle alzò il viso, solo dopo aver osservato a lungo l'oggetto, poi disse: «La ringrazio Mr Holmes». L'uomo fece un cenno del capo, guardando ancora quell'accessorio; parve, solo per un istante, che avesse piegato gli angoli della bocca come per fare un piccolo sorriso, impercettibile, ma presente sul suo volto. Come se sapesse. Questo fece si che la presa sul medaglione si facesse più stretta, come se l'uomo avesse toccato uno dei punti deboli di Belle senza che lo sapesse. Non per male, era ovvio.
«Nostra madre non lo portava mai quel medaglione, a quanto so» affermò Watson, osservando con sollievo che il fumo del treno aveva cominciato ad invadere il cielo blu di Costwolds. Il fischio del treno si era fatto forte, disturbando per un tempo indefinito l'udito dei quattro passeggeri, e lo stesso mezzo di trasporto aveva come tremato prima che la locomotiva iniziasse a trainare la lunga fila di vagoni al suo seguito, producendo quel rumore repentino, alquanto fastidioso. Finalmente il viaggio per Londra era iniziato, questo aveva dato modo a tutti di rilassarsi un pò. Enola poggiò la testa sulla spalla della sua nuova amica, chiudendo gli occhi assonnati. Erano partiti insolitamente presto che sarebbero stati in città per le nove del mattino circa. Belle le accarezzò i capelli con un piccolo sorriso, poi guardò il fratello.
«Nostra madre lo indossava la sera, quando mi raccontava le favole. Diceva che era un petalo della rosa del castello de La Bella e la Bestia oppure diceva che gliel'avevano regalato nel Paese delle Meraviglie quando aveva incontrato Alice. Nostra madre aveva una fervida immaginazione quando si trattava di leggere una favola della buona notte» Belle constatò tristemente, quasi rimpiangendo il ricordo.
«Nostra madre, come tu sai, ha sempre avuto questa grande fantasia. Se ti ricordi voleva anche scrivere un romanzo e raccontava che la nonna le diceva sempre la stessa frase...».
« "Anne, bambina mia, non c'è cosa peggiore di dare in moglie una romanziera" » dissero all'unisono ridendo.
«Nostra madre avrebbe potuto costruire il suo mondo, avrebbe scritto un romanzo per cui la gente avrebbe smesso di fare qualsiasi altra cosa».
«Lo credi davvero, Belle?».
«Tu non hai mai letto qualche frase, qualche estratto. Io sì» la ragazza fece una pausa «Perché mamma ha perso tutta questa fantasia, tutta quella magia che la rendeva diversa da giovane?».
«Nostra madre faceva parte di una famiglia importante, Belle, e i doveri dei nobili, o per meglio dire, dei Benestanti, sono destinati ad essere svolti. Tuo nonno ha permesso a nostro padre di sposarla solo perché aveva una formidabile carriera per essere così giovane, e non pensare che non sia stato facile. Mamma ha dovuto rinunciare a molto della sua vita, papà anche peggio. Hanno fatto enormi sacrifici, Belle. Col tempo si capisce, ma nel frattempo si perdono certe cose impossibili da recuperare».
Jonh terminò il suo lungo discorso, tenendo le mani della sorella ben salde. Anche se non la guardava negli occhi, Belle percepiva la preoccupazione nello sguardo, perché non desiderava che tutto quello che la loro famiglia avesse fatto per loro svanisse nel nulla. Anche se non lo dava a vedere, era mortalmente dispiaciuto e nervoso. Belle gli accarezzò il viso con la mano, facendo aderire il guanto sulla guancia appena pungente dell'uomo, per dargli supporto, prima di lasciarsi nuovamente andare sul sedile.
«Li troveremo Jonh. Li troveremo».
Quando terminò la frase, un gran rumore la fece sobbalzare.
«Se le cose continueranno così sicuramente perderemo!».
«La Francia c'è la farà sotto il naso!».
«Che modi barbari» Belle si alzò e si sporse dalla cabina notando due signori parlare col giornale in mano, scosse la testa e tornò a sedere.

➣ Enola Holmes: the Watson caseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora