Attention to Details

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«Non capisco davvero come tuo padre possa avere degli amici così?».
«Che vorresti dire?».
Belle e Enola stavano camminando all'esterno della casa dei Polinski dopo aver fatto quella strana ma necessaria visita. Il signor Polinski si era dilungato ancora su tutti i dettagli possibili riguardanti il gala a cui sia la sua famiglia che la famiglia Watson erano state invitate. Lo aveva descritto come un incontro solo per l'alta società, dove poter parlare di argomenti interessanti, ma anche frivoli. Potersi divertire lontano da tutto e tutti. Quando all'inizio aveva menzionato i Lord, Enola era rimasta per qualche attimo in silenzio, come per pensare non solo a quello che aveva detto prima, ma anche a questo nuovo dettaglio. Dunque, la più piccola era rimasta in silenzio per tutta la durata del discorso, fin quando Belle non aveva deciso che era meglio levare le tende, augurando una buona giornata. Era stata davvero brava a fingere di provare simpatia per quell'uomo, ma non riusciva davvero a sopportare quel suo sorrisetto e quella voce, il suo vantarsi per le origini tedesche e per il giuramento d'amore a sua moglie. Enola aveva elencato tutte queste cose, dalla prima all'ultima fin quando Belle dovette fermarla.
«Dico semplicemente che quello nasconde qualcosa e non è affatto un caso. È un patriota sfegatato, fiero di sé, petulante e spera di poterti presentare il figlio perché tu te lo possa far piacere».
«Non essere sciocca, Enola. È assolutamente fuori questione il matrimonio con chiunque io no scelga, che poi non è neanche il momento. Piuttosto ho trovato strano il suo improvviso cambiamento nel parlare della Germania e poi dell'Inghilterra» Belle la riprese, puntualizzando alla fine un particolare non così rilevante, almeno all'apparenza.
«Era fiero che sua madre fosse tedesca. Lo sai bene, i tedeschi tengono molto alla unificazione del loro paese, anche se questo ha portato la guerra in Prussia e in altri stati vicini. Quell'elmo che abbiamo visto risale a quel momento».
«Il signor Polinski probabilmente avrà partecipato a quella guerra, non lo nego. Ma dimmi domando da quanto allora è a Londra».
«Abbastanza da mescolarsi con l'élite di militari più importanti al governo... mi chiedo... ».
«Sì, probabilmente è così. La Guerra franco-prussiana è avvenuta nel 1870 ed é terminata con la creazione dell'impero tedesco. Enola? Mi stai ascoltando?» Belle domandò preoccupata. La riccia non parlava più da almeno dieci minuti, camminando senza guardare dove andava, fin quando non inciampò sul bordo del marciapiede. Il tonfo a terra non avvenne, e fortunatamente nessuno si fece male, perché Enola era caduta sopra qualcuno dalla corporatura forte, quanto asciutta e irremovibile. Belle si mise a ridere tutt'ad un tratto, raggiungendo poco dopo il luogo dell'incidente.
«Grazie Tom, per averle evitato una caduta da standing ovation» disse, facendo ridere il corvino, che intanto stava sistemando la carrozza per tornare a casa Watson. Il ragazzo sorrise con gli occhi, mentre Enola era diventata rossa come un pomodoro.
«Stai bene?» le aveva domandato, e lei, facendo un respiro profondo rispose di sì, salendo immediatamente in carrozza. Belle arrivò poco dopo, alzando le sopracciglia in una espressione alquanto maledica che Thomas colse immediatamente, roteando gli occhi e scuotendo la testa.
«Puoi pure dirlo che è carina» la ragazza gli disse sottovoce.
«Mai, nessuna soddisfazione» l'altro disse, preparandosi a trainare la carrozza. Durante il tragitto, il discorso lasciato in asso era continuato, ma Enola non aveva esposto il suo pensiero, aspettava di parlare con una persona per poter essere sicura.
«Con chi esattamente dovete parlare? Qualcun'altro di strano?» Tom aveva quasi urlato per farsi sentire.
«Nessuno di strano, è un mio amico, si chiama Tewkesbury» affermò la riccia a sua volta con un forte tono di voce.
«Il visconte Tewkesbury, marchese di Basilwether?».
«Quello che hai aiutato, non è vero» domandarono i due, poi Belle proseguì «Come potrebbe darci davvero una mano il tuo amico Marchese? Non capisco. Parlavamo di Germania fino ad un attimo fa».
«Appunto. Te lo spiegherò quando sarò sicura di aver ragione a proposito, tu nel frattempo pensaci bene. Ci sono dei passaggi davvero importanti in questa faccenda».
«Non sarebbe meglio se tu me lo dicessi?» Belle sbuffò.
«Non sarebbe divertente, e poi dovrei vendicarmi del fatto che tu mi abbia fatto alzare all'alba».
Così la carrozza proseguì il suo cammino verso la casa del giovane visconte Tewkesbury, marchese di Basilwether. Per un attimo, Belle lasciò perdere il paesaggio londinese che poteva scorgere fuori dalla carrozza, rimanendo in silenzio per tutto il tempo, come se stesse riflettendo, o quanto meno c'era qualcosa che stava attanagliando la sua mente. Stava ripensando a tutte le affermazioni sul caso dei suoi genitori, provando a trovare una chiave di lettura più sensata, ma forse c'era ancora qualcosa che doveva essere sistemata o magari erano troppi pochi dettagli che Enola era riuscita a cogliere. Ad ogni modo, quando la carrozza si fermò, presto tornò alla realtà, scendendo dalla carrozza.
Enola la teneva saldamente dal braccio, mentre Tom teneva il passo dietro di loro — aveva intenzione di accompagnarle —, raccontando del Visconte nel dettaglio, riguardo l'aspetto fisico, il carattere, che tempo prima lo aveva definito inutile nella sua personale indagine. Tutte cose che Belle non poteva immaginare, no, non sapeva proprio che aspetto avesse il Visconte Tewkesbury, ma quando fece il suo ingresso all'interno della casa, seppe finalmente dargli un volto. I suoi occhi presto incontrarono i suoi, attratti come magneti.
«Enola Holmes!» il ragazzo che lo ricevette sorrise contento di rivedere la sua grande amica, non privandola di un caloroso abbraccio.
«Tewkesbury!»
«Alla fine era vero che non avresti smesso di essermi tra i piedi» sorrise il moro.
«È così, già. Tewkesbury, permettimi di presentarti la signorina Watson, Belle Watson» Enola indicò la sua amica invitandola a fare un passo avanti; difatti la ragazza era rimasta indietro per permettere ai due di salutarsi come se lei non ci fosse. Quando Tewkesbury la notò, rimase affascinato e la raggiunse.
«Piacere di conoscerla signorina Belle Watson» disse prendendole la mano per sfiorarla appena con le labbra, poi sorrise. Si rese conto che fosse una persona di grande bellezza.
«Il piacere è mio, Lord Tewkesbury» Belle accennò ad un inchino, in parte per nascondere il rossore sulla guance.

➣ Enola Holmes: the Watson caseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora