We are going to leave

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Erano passate minuti interminabili dalla fine della colazione, eppure le lancette dell'orologio non avevano neppure accennato ad un leggero movimento. La signorina Torn entrò in sala da pranzo per sparecchiare la tavola e mettere in ordine, quando trovò Belle seduta su una delle due poltrone e sorseggiare ancora il latte nella tazza di fine porcellana con le sue iniziali.
La ragazza era rimasta in silezio, ponderando, attentamente, decidendo se quella malsana idea fosse buona o no.
Tanti pensieri le erano frullati per la testa dalla sera precedente. Oltre che aver ripensato a Tewkesbury, ormai sempre più presente, aveva riflettuto sul susseguirsi dei fatti negli ultimi giorni, alle parole che erano state sprecate e gettate al vento, oltre quelle che aveva potuto leggere su carta. Tutti gli indizi che aveva trovato le suggerivano diverse possibilità, ma stava solo a lei trovare l'incognita. La sua "x" doveva cercarla tra tutti quei dubbi e ipotesi che aveva pensato, per un momento, che fosse impossibile.
In un momento come quello, Belle si accarezzò i lunghi capelli castani lasciandoli ricadere morbidi lungo la spalla destra, con occhi fissi sulla tazza poggiata sul tavolino. La bevanda stava lì, aspettando di essere bevuta, mentre un croissant era stato poggiato accanto dalla governante.
«Signorina dovreste mangiare. Non avete mangiato molto stamani a colazione, suo fratello mi ha chiesto di ricordarvelo».
«Signorina Torn...» Belle non smise di fissare la tazza fin quando non pronuncio il nome della governate, alzando lentamente lo sguardo come se facesse fatica «Mio fratello ha per caso parlato, anche per sbaglio di cosa avranno intenzione di fare con Mr Polinski?» domandò.
«Non che io sappia, signorina Belle. Suo fratello non ha accennato niente in mia presenza, mi ha solo ricordato che la questione presto si risolverà» la donna parlò, si fermò appena per poter riprendere aria, dato che aveva parlato velocemente, e poi disse «Signorina Belle, non è che per caso state pensando proprio a questo? Intendo Polinski».
«Naturalmente ci sta pensando, signorina Torn» Enola fece il suo ingresso insieme a Thomas nella sala da pranzo. I due erano l'uno di fianco all'altro, davvero molto vicini e sorridenti, Thomas in particolar modo.
«È da ieri sera l'unica cosa a cui riesce a pensare oltre a Tewkesbury. Non penso si sia addormentato subito».
«Tu invece hai dormito come un giro» Belle provò a difendersi, tenendo gli occhi ben fissi sulla tazza «E poi non mi pare di essermi addormentata così tardi».
«Per te lo è stato sicuro, e poi non smettevi di mormorare qualcosa, era una cantilena» sostenne la riccia.
«Non è che per caso ti stai innamorando del Visconte Belle? Sai, sareste una bella coppia e lui è davvero cotto» affermò Thomas, appena cingendo il fianco della ragazza.
«Se solo sapeste che quel ragazzo ha provato a baciarmi rimarreste davvero senza parole» Belle pensò sorridendo appena.
«Può darsi» disse alzandosi «In ogni caso, dobbiamo raggiungere Tewkesbury per capire se ha informazioni sul posto in cui potrebbero essere i nostri genitori. Non mi ha più detto nulla, ma sono certo che mi avviserà. In ogni caso ho bisogno di parlargli».
Così fecero, dopo essere usciti da casa, e aver raggiunto finalmente la villa di Tewkesbury, Belle poté finalmente parlare con lui. Il ragazzo era molto contento di vederla, a stento non riusciva a tenere un'espressione seria sul viso, anche perché erano in presenza di sua madre e di suo zio. Ma a poco bastò il suo tentativo.
«Buongiorno princi...».
«Buongiorno Visconte Tewkesbury, spero abbiate dormito bene. Mi scuso per avervi disturbato stamattina» disse Belle, in parte puntando lo sguardo verso gli adulti oltre le spalle del moro, il quale, confuso, le tenne il gioco «Molto bene, ho fatto sogni tranquilli Signorina Watson. Non avete affatto disturbato» disse Tewkesbury.
Enola e Thomas non capirono subito, ma la riccia poi alzò gli occhi al cielo dandosi della sciocca per non averci pensato.
«Scusate, qualcuno può spiegarmi perché tutto quel teatrino poco fa?» Thomas domandò, quando i quattro ragazzi raggiunsero il giardino.
«Perché qualcuno è troppo codardo» Tekwsbury disse, lanciando uno sguardo alla ragazza che aveva affianco, la quale divenne rossa in viso per la rabbia. Belle, voltandosi all'improvviso, si mise ad urlare istericamente.
«Io sarei la codarda?! Ma se sei stato tu a dirmi di dovermi accontentare perché c'era troppa gente per baciarmi. Ma per favore!».
«Non avrei potuto baciarti sapendo che qualcuno avrebbe potuto vederci e fare da spia» il ragazzo replicò sotto lo gli occhi degli altri due. Thomas strinse i denti per l'enorme, quasi, fiasco che stava per accadere. Afferrò la mano di Enola, che lo guardò come per trovare man forte.
«Okay, hai perfettamente ragione. Va bene».
«Né tua madre, né tuo zio potevano vederci, d'accordo? Non per il momento. Comunque, hai avuto notizie riguardo il nascondiglio dei miei genitori?».
«Sì, avevo già chiesto un paio di giorni fa, quando sei arrivata qui la prima volta e anche se alla Camera» Tewkesbury si ricompose dalla discussione avvenuta precedentemente, spostandosi i capelli di lato «Non sembravano essere entusiasti, ma essendo un membro era quasi impossibile che non mi facessero avere almeno uno straccio di prova» tirò fuori dalla giacca una busta. Immediatamente il resto dei ragazzi sorrise.
Qualche giorno dopo, a casa Watson, una lettera venne lasciata sul tavolo della colazione affinché Sherlock o Watson, o addirittura uno dei domestici potesse vederla. Fu proprio il primo a prenderla una volta arrivato in sala da pranzo facendo un piccolo sorriso compiaciuto.
«Sherlock! Sai per caso dove sono le ragazze, e Thomas? Stamattina dovevo dire a Belle che avevamo ottenuto il mandato di perquisizione per Polinski come voleva, ma non la trovo da nessuna parte».
«Io ti direi di smettere di cercarla per un pò amico mio. É diretta in Francia, Parigi» l'uomo con la pipa alzò la lettera firmata proprio dalla giovane.
Watson ebbe un mancamento per almeno una quindicina di secondi.
«Se è uno scherzo...!».
«Non penso lo sia, ha fornito dettagli, sono in Francia per trovare i tuoi e portarli a casa e sottolinea anche che parleranno con l'ambasciata inglese del tranello».
«Lei è...».
«Ti consiglio di fare colazione, dobbiamo arrestare un criminalmente tra poco, le indagini devono andare avanti» suggerì l'amico.

➣ Enola Holmes: the Watson caseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora