Ace prese le sue spade e si mise a correre verso il fratello. Lucrezia attendeva che l'amica finisse l'attacco. Esso avvenne come un soffio di vento, silenzioso e rapido. Jack ancora urlava di dolore, un altro colpo, sta volta in petto. La maglia di ferro si strappo sul davanti e il suo petto era visibile. Gioco d'astuzia. Gioco di squadra. "Vai Lucre! Ora o mai più!" la ragazza udì le parole e si mise a correre verso il nemico. Un colpo netto, senza pietà. Troppo male quel giovane aveva causato al regno di cui ora faceva parte la ragazza, troppa rabbia le scorreva in corpo al solo pensiero di dover lavorare come serva per lui. Ma ora è tutto calmo, nell'aria c'è un silenzio assordante. La ragazza lo colpì in pieno petto vicino al cuore. Egli cadde per terra come svenuto, ancora reggeva la spada nella mano. Respirava affannosamente. Non stava morendo per un taglio, ma per un emorragia che esso gli aveva causato. Aveva gli occhi ancora aperti, non riusciva ne voleva parlare, aveva lo sguardo pentito. Ma a Lucrezia e ad Ace non creava il minimo di compassione. I soldati e il re stettero in silenzio a guardare, i dragoni erano in piedi fermi a vigilare la situazione. Jack sentiva i battiti rallentare sempre di più, era spacciato, chiuse la bocca e subito dopo gli occhi. Cercò di ascoltare la sua anima. Era nera, piena di cattiveria, arroganza, egoismo e altrettanti valori negativi che il giovane uomo possedeva. Era un demonio e solo ora che stava morendo se ne stava rendendo conto. Ha perso la fiducia di suo padre e in sua sorella correva un odio immenso nei suoi confronti. Ascoltava ancora la sua anima, la sentiva stanca e tormentata, voleva farla riposare. Ma non poteva, se anche morirà, la sua anima non riposerà mai in pace senza aver chiesto scusa. Per lo meno a sua sorella. Riaprì gli occhi e le immagini le vedeva sfocate, tutti erano ancora fermi in silenzio. Provò a parlare "Ace.." "Cosa vuoi?!" la ragazza era arrogante, non le importava di ferire i suoi sentimenti. Era un traditore, un ipocrita, un egoista! Non meritava di vivere un secondo di piú. "Voglio.. Chiederti scusa.. La mia.. anima non riposerà mai in pace.. Se non ti porgo delle scuse.. Perdonami sorellina.. Tanto sono spacciato.." "No!" disse "Ne ora ne mai perdonerò un disgraziato come te.. Hai infangato il nome di mio padre, del mio regno, sei un egoista, volevi prendere la spada ancestrale usufruendo del regno dei cigni.. L'ho capito mentre ci scontravamo. E soprattutto, volevi schiavizzare la mia migliore amica. Non meriti un attimo in più di vita.. quello che ti meriti è questo! Una morte lunga e piena di sofferenza, dove la tua anima non riposerà mai in pace." "Mi bastava porgerti le mie scuse, sapevo che.. Avresti risposto così.." Ace lo guardò fisso negli occhi con uno sguardo di ghiaccio. I suoi occhi dicevano tutto. Tacque. E rimase a fissare il fratello che ormai, era più morto che vivo. Jack richiuse gli occhi, tornò nella sua anima cupa e oscura. Ancora era tornentata, necessita di un perdono. Ma se sua sorella non glielo aveva dato figuriamoci suo padre. Si arrese. Rimase ad ascoltare la sua anima, provò a riaprire gli occhi: sempre più sfocato era il mondo che vedeva. Li richiuse e ci riprovò. Fallendo. Rimase immobile e rigido, il suo cuore si era spento. La sua anima si mise a riposo e da quel momento in poi sarebbe rimasta in quelle condizioni per sempre. Nera e amara, sporca d'invidia. In quel momento Jack non sentì più niente. Era morto. Morto sotto i colpi di spada di due migliori amiche. Hanno giocato razionalmente e hanno avuto il premio meritato: le gemme, la libertà di Lucrezia e la gloria. Ace si avvicinò al corpo ormai defunto del fratello, gli strappò la maglia di ferro e prese il sacchetto con le gemme. Provò a ricomporle e tutto tornava: una metà perfetta e in più quelle elementari. "Ascoltatemi uomini" disse "Io e Lucrezia ci siamo battute con coraggio e razionalità ricevendo in cambio le nostre promesse ricompense. Il nostro lavoro qua è finito! Tornate tutti al regno, domani tornerete ad addestrarvi, draghi compresi" "Si, Ace" dissero i soldati. Uno di loro interruppe il discorso "Ace, cosa ne farete del corpo di vostro fratello?" "Lo lasciamo in pasto agli animali.. Non merita degna sepoltura, dico bene padre?" "Si figliola" rispose Re Zeke. "Cosa ne facciamo del dragone di vostro fratello?" chiese un altro "Ce lo prendiamo. È molto forte ed è pure addestrato bene, Flame parlaci tu per favore" "Vado subito" Eseguì il dragone. "Altre domande?" tutti tacquero "Bene allora torniamo a casa.." "Stai bene?" Lucrezia la interruppe "Sei ferita?" "No, tranquilla. Sto bene, tu come stai?" "Mi brucia il labbro, ma penso passerà. Per il resto solo stanchezza" "Dai.." disse Ace mettendole un braccio dietro il collo "Ora ti riporto a casa." Le due si abbracciarono, entrambe stavano bene insieme. Si sentivano come se l'abbraccio dell'altra guarisse il dolore fisico. "Ho finito Ace, ha detto che diventa dei nostri" disse Flame "Bene, come hai fatto a convincerlo?" "Spirito di Drago.." la padroncina si mise a ridere "D'accordo.. Domani gli facciamo la medaglietta" Lucrezia annuì. "Posso salire con voi due?" chiese quest'ultima "E stata una giornata piena e.." "Si si, tutte scuse cara mia lo so che vuoi solo stare in mia compagnia" rispose l'amica con tono divertente e sicuro "Ok, hai ragione, voglio stare con te. Mi conosci bene" "E tu conosci bene me, cosa sto per chiederti Lu?" la ragazza sorrise e parlò a cuore aperto, tendendo il mignolo verso l'altra "Io e te.." disse "Per sempre" concluse Ace stringendo il suo dito a quello di Lucrezia. Astral e Flame fecero la stessa cosa con le code e le ragazze si misero a ridere. Dopo essere salite in sella, tornarono a casa.
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Il Drago Ancestrale
Fantasyin un mondo fantastico abitato da draghi vari clan si ritroveranno davanti ad un'arma mistica