70. With somebody who loves me

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Misi nella borsa gli ultimi libri acquistati e ricontrollai la lista che avevo con me.
C'erano tutti.
Uscii dalla libreria ritrovandomi catapultata nel traffico di New York. Mi stavo quasi abituando a quel frenetico via vai giornaliero.

L'autunno era ormai arrivato e, con lui, il nostro trasferimento nella grande mela.
Avevamo preso un grazioso loft a Brooklyn. Niente di esaltante a dire il vero, avevamo ancora problemi col riscaldamento e le pareti andavano ridipinte ma, tutto sommato, non era male. La cosa che preferivo era sicuramente il fatto che la stanza di Dinah e della Nana fosse dal lato opposto rispetto alla nostra, perché le pareti erano praticamente di cartongesso e la sua vocina petulante avrebbe finito con il farmi impazzire se avessi dovuto sentirla anche di notte.

Camila aveva cominciato la scuola da circa una settimana, cosi come Normani, mentre io e Dinah avremmo iniziato a giorni.

Sulla strada verso casa mi fermai nel negozio di caramelle e dolci poco distante dal nostro quartiere, non potevo tornare a mani vuote.

Il mio telefono squillò e ritrovai un sms di Brad che mi avvisava che sarebbe arrivato tra un paio di giorni con Beth e che, entrambi, erano pronti per vedere la nostra casa nuova. Sorrisi ripromettendomi di rispondergli più tardi e riposi il cellulare in tasca.

Comprai un sacchetto di caramelle assortite e mi avviai verso casa.

Entrai nel palazzo, salii in ascensore fino al nostro piano, il settimo, e mi bloccai davanti alla porta sentendo qualche urlò dall'interno.
Mi affrettai ad aprire ed entrai.

"Ha rovinato le mie preziosissime scarpe! Queste mi servono per le lezioni di ballo, ora dovrò ricomprarle" urlò Normani stizzita.

"Te le ricomprerò io, Mani, non farla tanto tragica andiamo" rispose seccata Camila.

Le loro voci provenivano dalla stanza di Dinah e Normani. Mi guardai intorno cercando il soggetto della loro discussione e lo trovai nascosto sotto il tavolo della cucina con il musetto poggiato tristemente sulle zampe anteriori, mi guardò con gli occhi da cucciolo bastonato.

"Schifottolo hai mangiato di nuovo le scarpe di Normani?" domandai severa. Lui mi guardò per un solo istante prima di coprirsi gli occhi con una zampa.

Mi abbassai verso di lui e sorrisi sadica prima di accarezzarlo soddisfatta.
"Bravo il mio tesoro" dissi fiera prima di poggiare i libri sul tavolo ed avviarmi verso la stanza dentro la quale ancora si teneva la discussione.

"Sono scarpe particolari, Mila. Ci ho messo un'infinità di tempo a trovarle esattamente come le voleva Cassandra..." stava dicendo Normani.
"Oh chiudi il becco Frodo, quanto la fai lunga" dissi irrompendo nella stanza.

Normani mi guardò indignata spalancando gli occhi come piatti prima di venirmi incontro stringendo in una mano la sua scarpa lievemente mordicchiata.

"Il tuo cane ha rovinato le mie scarpe" urlò stizzita.
"E la tua voce rovina il mio sistema nervoso ma non per questo ti infiliamo una museruola" risposi.
"Amore le ricompreremo non è un problema. Ora, vi prego, mi lasciate studiare? Devo aver letto questo libro prima dell'inizio delle lezioni" si lamentò Dinah spuntando dal nulla con un libro in mano e gli occhiali da vista calati sul volto.

"Da dove spunti fuori?" domandai.
"Ero in terrazza, speravo di poter trovare un po' di tranquillità, ma cominciavo a gelare" spiegò prima di lasciarsi cadere sul suo letto.

"Sono caramelle quelle?"domandò Camila osservando il sacchetto che tenevo stretto in mano
"Ovvio" risposi.
Lei si sciolse in un sorriso dolcissimo che mi fece battere il cuore prima di venirmi incontro per stringermi le braccia al collo e strofinare il viso contro il mio.

"Non ci siamo salutate mi pare" mi sussurrò sulle labbra.
"Direi di no" risposi lasciandole un lieve bacio a stampo che mi fece sentire subito l'esigenza di averne un altro.

"Ok, ok! Poche smancerie, sto per vomitare! Sparite dalla mia vista tanto ormai è chiaro che a nessuna importa nulla delle mie scarpe da ballo" sbraitò Normani spingendoci fuori dalla stanza per chiudere la porta arrabbiata.

"Credi che le passerà?" domandò Camila preoccupata.
"Domattina andrò sulla trentaquattresima e le comprerò delle scarpe nuove. Le passerà non appena le vedrà, tranquilla" dissi semplicemente.
"Piuttosto" cominciai tirandola a me e indietreggiando verso la nostra stanza "Cosa dicevamo un attimo fa?" dissi trascinandola dentro.

Lei rise di gusto mentre aprivo la porta pronta a portarla sul letto per una sessione di coccole ma rimasi interdetta quando notai che tutti i mobili, letto compreso erano coperti da teli di plastica trasparenti.

"Camz ma che hai combinato?" domandai mentre l'odore acre della pittura mi invadeva le narici.
"Ho comprato la pittura stamattina, mentre eri in giro, ed ho pensato di cominciare a ridipingere la stanza! Non ti dispiace se non ti ho aspettato vero?" domandò preoccupata.

"Si, cioè voglio dire no, certo che no piccola! E' solo che dove dovremmo dormire stanotte scusa?" chiesi.
"Abbiamo un divano letto di la" disse lei tranquillamente.
"Ma è minuscolo" mi lamentai.
Sorrise maliziosa alzando un sopracciglio in modo eloquente.
"E la cosa ti dispiace?" domandò.
La guardai afferrando al volo e la tirai a me per reclamare un bacio.
"Assolutamente no" soffiai sulle sue labbra prima di baciarle avidamente.

Pochi secondi e le mie mani presero a passarle su tutto il corpo perfettamente fasciato da quella tuta aderente ma lei si tirò indietro come nulla fosse.

"Amore ma non noti niente?" domandò dispiaciuta.
"Noto qualche vestito di troppo" risposi divertita cercando le sue labbra.
Lei ridacchio nel bacio rispondendo pigramente prima di sottrarsi nuovamente al mio abbraccio.
"Ma io parlavo di questo" disse raggiungendo il barattolo rosa di pittura accanto a quello bianco.

Storsi il naso e lei lo noto.
"Che c'è?" chiese,
"Rosa, Camz? Seriamente?" domandai.
"Non ti piace?" chiese lei dispiaciuta.
"Non si era concordato un blu scuro?" dissi incrociando le braccia sul petto.
"Tu hai detto blu scuro, io non ho mai detto che andava bene" rispose lei a tono.
"Io non ho intenzione di dormire in un cestino di pasqua" dissi riferendomi alla sua vernice rosa.
"Certo che no amore, tu preferiresti la bat-caverna ma veniamoci incontro, ok?" disse imitando la mia voce ironica.

"Beh io non voglio il rosa" sentenziai secca.
"E io non voglio il blu" rispose lei a tono.

"Nero?" proposi.
"Lauren!" rispose lei scioccata.
"Ok ok, era solo un'idea" mi affrettai a dire alzando le mani.
"Color pesca?" trillò lei.
"Potrei vomitare" risposi storcendo il naso.
"Perché non rosso?" feci io.
"Un'intera stanza rossa" rispose lei pensandoci su non troppo convinta.
"Possiamo dipingere di rosso due pareti e lasciare bianche le altre due" proposi.
Lei parve prendersi un istante per pensarci.
"Sulle pareti bianche potrò attaccare i miei disegni e le mie foto di lord T.?" chiese con un sopracciglio alzato.
"Assolutamente" risposi annuendo.

"Andata" disse allungandomi una mano ed io l'afferrai per stringerla.
"Andata" risposi. Poi la tirai nuovamente a me.
"E adesso andiamo a collaudare quel divano" le sussurrai e lei rise mentre la baciavo, indietreggiando verso il soggiorno.

****

Dormimmo strette su quel divanetto scomodo che Normani aveva voluto comprare a tutti i costi.
La mattina dopo Lauren uscì presto per andare all'università. Non avevo ben capito per quale motivo dovessero andarci se le lezioni non erano ancora iniziate ufficialmente ma, a quanto pareva, c'erano dei precorsi, come diceva Dinah, che era sconsigliabile perdersi.

Mi piaceva l'idea di Lauren in giro per l'università a studiare qualcosa che le interessasse davvero, anche se inizialmente la sua scelta di fare economia e marketing mi aveva lasciata un po' perplessa. Non avevo idea che si sentisse portata per quel genere di cose ma lei era contenta e non potevo che esserlo anche io.

Non avevo lezione quel giorno e ne approfittai per andare a comprare la vernice per la nostra stanza, rossa e bianca come concordato.

Quando Lauren tornò a casa ero impegnata a ritinteggiare la parete rossa.
"Amore sono qui, ho le caramelle" disse allegra spuntando in camera.
Abbassai il volume dello stereo e le corsi incontro.
"Non ti abbraccio perché sono piena di pittura" dissi sporgendomi verso di lei per avere comunque un bacio che non mi negò.

"Che combini?" domandò osservando la parete bianca per metà ricoperta da cuoricini e disegnini vari.
"Mi annoiavo a dipingere tutto da su a giù, sempre la stessa cosa" mi giustificai.
"E cosi ha i pensato bene di imbrattare la parete con i disegni di.." si avvicinò per osservare meglio i miei schizzi.
"Fatine" terminai io la frase sorridendo allegra.
"E cuoricini" aggiunsi "Oh e in basso c'è anche la zampa di Schifottolo" dissi indicando un punto in basso.
Lauren osservò tutto attentamente

"Mi sono solo divertita un po', ricoprirò tutto con la vernice" dissi tranquilla.

Lei si avvicinò ad un punto della parete, proprio sopra il nostro letto su cui avevo riprodotto il calco esatto della mia mano, sorrise appena sfilandosi i guanti per intingere a sua volta la mano nel barattolo di pittura aperto. Si avvicinò alla parete sotto il mio sguardo interrogativo e appoggiò il palmo della mano sulla parete accanto al mio, lasciandovi la sua impronta.

Si voltò verso di me sorridendo ed io sorrisi a mia volta.
"Lasciamolo cosi" propose.
Io non dissi nulla, mi limitai ad annuire sorridente prima di avvicinarmi a lei fregandomene della pittura che imbrattava i miei vestiti e abbracciandola per lasciarle un tenero bacio a fior di labbra.

"Ti amo" le dissi.
Lei ci pensò su qualche secondo prima di prendere il pennello e intingerlo nella pittura per avvicinarsi al muro e scrivere, proprio sotto le impronte delle nostre mani un "ti amo" enorme.

Mi guardò soddisfatta sorridendo. In quel momento una canzone passò alla radio ed io mi illuminai riconoscendone le prime note.

"Adoro questo pezzo" trillai correndo verso la radio per alzare il volume mentre lei si sfilava la giacca.

Clock strikes upon the hour
and the sun begins to fade.
Still enough time to figure out
how to chase my blues away.
I've done alright up 'til now.
It's the light of day that shows me how.
And when the night falls, loneliness calls.

Cominciai a cantare ondeggiando verso di lei a ritmo di musica, la vidi ridere di gusto mentre mi osservava. Allungai le mani verso di lei per il ritornello e la trascinai al centro della stanza con me.

Oh! Wanna dance with somebody.
I wanna feel the heat with somebody.
Yeah! Wanna dance with somebody.
With somebody who loves me.
Oh! Wanna dance with somebody.
I wanna feel the heat with somebody.
Yeah! Wanna dance with somebody.
With somebody who loves me.

Cantai sulle sue labbra, sorridendo allegra e beandomi nel vederla sorridere a sua volta mentre ballava con me sul ritmo dettato dalla musica.

I've been in love and lost my senses
spinning through the town.
Sooner or later the fever ends
and I wind up feeling down.

Mi mossi contro di lei in modo sensuale e malizioso voltandomi per scivolare con la schiena lungo il suo busto e ridacchiai quando risalendo sentii i suoi denti premere leggermente sul mio collo.

I need a woman who'll take a chance
on a love that burns hot enough to last.
So when the night falls, my lonely heart calls.

Cambiai apposta la parola della canzone e ripresi a saltellare per la stanza cantando.


Oh! Wanna dance with somebody.
I wanna feel the heat with somebody.
Yeah! I Wanna dance with somebody.
With somebody who loves me.
Oh! Wanna dance with somebody.
I wanna feel the heat...
Yeah! Wanna dance with somebody.
With somebody who loves me.
Somebody who loves me.

La sua meravigliosa voce riempì la stanza mentre cantava sopraffatta dal ritmo coinvolgente di quella canzone. Le presi le mani stringendomi a lei.

To hold me in his arms.
I need a woman who'll take a chance
on a love that burns hot enough to last.
So when the night falls, my lonely heart calls.

Le lasciai un lieve bacio a fior di labbra prima di riprendere fiato per il ritornello finale.

Oh! Wanna dance with somebody.
I wanna feel the heat with somebody.
Yeah! I Wanna dance with somebody.
With somebody who loves me.
Oh! Wanna dance with somebody.
I wanna feel the heat with somebody.
Yeah! Wanna dance with somebody.
With somebody who loves me.
With somebody who loves me.

Cantammo insieme quell'ultima strofa, ridendo come matte, prima di stringerci in un abbraccio divertito.

"Ma che bel quadretto" disse Dinah ironica. Ci voltammo e la trovammo appoggiata allo stipite della porta.
"Invidiosa Jane?" disse Lauren con un ghigno mentre la tirava a se.
"Da morire Jauregui, sai che ti vorrei tutta per me" disse la bionda ironica facendomi una linguaccia.
"La cena è pronta" annunciò "Lavatevi le mani, bambine" cantilenò giocosa.

Ci ritrovammo insieme intorno al tavolo, come tutte le sere.
Normani aveva avuto il suo paio di scarpe nuove e finalmente non era più arrabbiata con noi e soprattutto con Schifottolo che prese il suo solito posto ai piedi di Lauren.
Mi accomodai accanto a lei, felice come non mai per quella nuova vita che, piano piano, ci stavamo costruendo insieme.












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heyyy
Siamo giunti alla fine! questo era l'ultimo capitolo.
Voglio ringraziare tutti quelli che hanno letto e votato i capitoli.
Spero che la storia vi sia piaciuta!
Sto già trasformando qualche altra storia di altre coppie in Camren, quindi se volete tenetevi pronti per leggerle.
Se avete letto qualche bella storia e volete che sia Camren scrivetemi che le modifico.
Pensavo di provarne a scrivere una anche io.
Grazie a tutti, ciaoo!

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