35. Be honest

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L'ufficio del preside non mi era mai sembrato cosi stretto,me ne stavo seduta su quella sedia scomoda,schiacciata completamente contro lo schienale duro.
Mi girava la testa,l'unica cosa che avrei voluto fare era dormire,dormire per dieci anni.

La sera prima eravamo riusciti a scappare,la polizia non aveva beccato nessuno,benché alcuni avessero rischiato grosso.
Eravamo riusciti a sgusciare fuori dalla finestra degli spogliatoi e a raggiungere l'auto di Brad senza troppi problemi,tranne che per una ferita che mi ero procurata sul palmo della mano urtando contro il vetro rotto,una distrazione dovuta più alla tensione del momento che alla mia distrazione.

Dinah aveva subito proposto di andare al pronto soccorso,ma la mia proverbiale paura di medici ed ospedali aveva avuto il sopravvento,e poi il dolore neanche lo sentivo,l'unica mia preoccupazione in quel momento e per tutta la notte era stata una sola: Camila.

Avrei voluto chiamarla,ma ovviamente il suo telefono era staccato,ed era decisamente troppo tardi per presentarmi a casa sua.

Non avevo chiuso occhio quella notte,lentamente il dolore alla mano si era acutizzato,e la ferita al cuore bruciava anche di più.
Ero arrivata a scuola quella mattina,ridotta ad uno straccio,un cumulo di nervi doloranti.
Non avevo incontrato la moretta,benché l'avessi cercata ovunque,ad aspettarmi però trovai qualcos'altro,anzi qualcun altro.

La segretaria del preside aveva fatto il suo ingresso nell'aula di geografia chiedendo al professore il permesso di farmi uscire,su volere del preside stesso,ero arrivata in quell'ufficio un po' preoccupata,angoscia che era aumentata quando vi trovai già seduti Louis, Brad,e Dinah.

Ed eccomi li,gli occhi fissi sulla fasciatura in torno alla mia mano,la testa dolorante per le mancate ore di sonno,e il pianto,i miei amici tutti impegnati a fissarsi le scarpe o il pavimento,e il preside che seduto alla sua scrivania ci osservava severo vagando con lo sguardo su ognuno di noi.

"Bene signori,immagino che sappiate perché siete qui"cominciò lui calmo.
"A dire la verità signore credo di parlare a nome di tutti,quando dico che non abbiamo idea del motivo per cui ci ha convocati" Brad come al solito non si era fatto spaventare,aveva guardato il preside dritto negli occhi con la sua solita aria beffarda .

Mi sorprendevo sempre nel riscoprire in Brad quell'atteggiamento di strafottenza e superiorità che apparteneva anche a me.

"Bene,visto che non sapete perché siete qui,lasciate che vi illumini."cominciò l'uomo.
"Ieri notte,un gruppo consistente di ragazzi che si presuppone siano alunni stessi di questo istituto,si è introdotto all'interno della struttura dando luogo ad una festa in piscina non autorizzata."spiegò con calma.
"La polizia non è riuscita a fermare nessuno,tuttavia non mi servono le forze dell'ordine per sapere a chi attribuire una bravata del genere"disse guardandoci allusivo.

"Mi dispiace deluderla signore,ma noi ieri sera eravamo al cinema"disse Brad semplicemente alzando le spalle.

"Io non sono dello stesso avviso signor Simpson,negli anni,il suo comportamento nello specifico,e quello di tutti voi in generale ha creato diversi disagi in questa scuola,ho sempre cercato di essere comprensivo,di lasciar correre anche per salvaguardare la posizione di alcuni di voi" lo sguardo dell'uomo si posò su di me.

Ma certo,la mia media sfiorava la perfezione,la mia posizione di atleta aveva fatto guadagnare svariati premi al Mckinley nel campo del cheerleading,senza contare la cosa più importante il mio cognome,il prestigio che i soldini di papà mi garantivano.

"Lei non ha prove che siamo stati noi signore" continuò ad insistere il mio amico.

"Certo,non ne ho,ha ragione,le mie sono solo supposizioni,tuttavia ho qui numerose denunce presentate al mio ufficio da svariati studenti nel corso degli anni,che denunciano atti di bullismo,minacce e aggressioni fisiche e verbali,subite da altri studenti da lei signor Simpson"disse sfogliando i vari fascicoli.
"..E dalla signorina Jauregui soprattutto"aggiunse guardandomi di sottecchi.

"Tuttavia non mancano azioni di bullismo anche da parte del signor Tomlinson,e del vostro amico,il signor Malik che non è qui perchè ha pensato bene di farsi ricoverare in infermeria per una presunta indigestione,anche se io ritengo sia più una nausea post sbronza."disse saccente.

"Ho una lista molto lunga di ore di lezione volutamente saltate,da parte di tutti voi,il fatto che io abbia chiuso un occhio a tutto questo prima d'ora non vuol dire che debba continuare ad ignorarlo,o almeno non stavolta".Spigò calmo.

"Quindi?ci vuole sospendere?"domandò Dinah intervenendo per la prima volta.

"L'intenzione era quella,ma invece ho trovato per voi,giovani esuberanti teppistelli una soluzione migliore che gioverà a voi tanto quanto alla scuola,placherà i vostri bollenti spiriti ribelli e sarà utile all'istituto"disse con un sorriso,in quello stesso istante il professor Schuester bussò alla porta,e fece capolino pochi istanti dopo,accogliendo timidamente l'invito del preside ad entrare.

"Signori,conoscerete sicuramente il nostro William,professore di spagnolo,nonché responsabile del Glee club della scuola,"Disse il preside con fare declamatorio.
"Will,ti ho trovato dei nuovi elementi per il tuo club,mi avevi parlato di quanto fossero state scarse le affluenze quest'anno e se perdete ancora una volta alle regionali dovrò chiudere il club sai che non abbiamo fondi,spero che questi giovanotti volenterosi ti aiutino a restare a galla"disse sorridendo sornione.

"Cosa?"esclamò Brad alzandosi di scatto.
Louis mise una mano sulla sua spalla tirandolo nuovamente a sedere sul divanetto accanto a lui

"Preside" accennò poi calmo "Non farà sul serio, insomma non abbiamo tempo per fare i canterini, ci sono gli allenamenti,tra poco comincerà il campionato di football e le ragazze hanno le regionali con le cheerleader,insomma siamo i campioni uscenti in entrambe le discipline,non perdiamo da almeno tre anni,ci si aspetta molto da noi dobbiamo allenarci seriamente e studiare per il diploma,non possiamo farlo"spiegò con ovvietà.

"Non ci può costringere"aggiunse Brad un po' più stizzito.

Dinah se ne stava in silenzio mordicchiandosi il labbro.
Io non riuscivo nemmeno a pensare,mi girava la testa,tanto da farmi sembrare tutto una semplice illusione,faticavo a tenere gli occhi aperti mi sembrava che tutto il mio corpo fosse fatto di piombo,le voci mi arrivavano ovattate e confusionarie,e poi faceva caldo,troppo caldo in quel posto.

Dovevo trovare Camila,si quella era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare,trovare Camila per parlarle,per spiegarmi,prima però forse avrei potuto schiacciare un pisolino,giusto il tempo di allontanare il ronzio fastidioso che avevo in testa.

"Mi dispiace deluderla signor Simpson ma io posso costringervi eccome,a meno che non preferiate essere sospesi,in quel caso non potreste comunque allenarvi oltre al fatto che non gioverebbe alla vostra condizione di maturandi,e soprattutto non gioverebbe a lei Simpson ammesso e non concesso che riesca adiplomarsii con i suoi amici."disse l'uomo in tono di sfida.

Brad sbuffò vistosamente.

"Non prendetela come una punizione ragazzi,il Glee club non è un luogo di torture,vedrete che ci divertiremo,provateci almeno,semmai non vi trovaste bene,prometto che vi lascerò andare via quando volete,datemi una settimana di prova"intervenne gentile il professor Schuester sorridendo fiducioso.

Nessuno parlò.
Dinah dal canto suo era contenta,alla fine lei voleva entrarci comunque nel club.
Brad e Louis sapevano di non avere argomenti per replicare,e io ero troppo debole e stanca persino per respirare correttamente.

"Comincerete Lunedi, ah dite al signor Malik e anche alla signorina Iglesias che la punizione..oh"si interruppe lanciando uno sguardo dispiaciuto all'altro uomo "..Scusa Will,intendevo dire,l'invito è esteso anche a loro"disse il preside tranquillo.
"E ora tornate pure in classe."concluse.

In quello stesso istante ci alzammo tutti,uscendo in fila come condannati a morte da quell'ufficio.

"E' assurdo,davvero assurdo,non posso credere che ci abbia incastrato cosi,ci ha praticamente messo con le spalle al muro quel bastardo ricattatore"cominciò a sbraitare Brad appena fummo nel corridoio deserto.

"Non possiamo farci niente amico,dobbiamo solo sperare di poterla fare franca con Schuester,lo hai sentito,una settimana sola e poi possiamo filarcela,se ci giochiamo bene le carte con lui non avremo problemi vedrai"lo rassicurò Louis dandogli una pacca sulla spalla.

"Andiamo,poteva andarci peggio in fondo,ci poteva sospendere"disse Dinah incoraggiante.

"Non so se sia meglio la sospensione o questo sinceramente,aspettate che lo sappia Zayn gli verrà un colpo" obbiettò Brad.

"Lauren tutto bene?" Dinah si voltò a guardarmi stranita,per tutto il tempo non avevo detto neanche una parola,camminavo dietro di loro,lenta e dondolante,sentivo le gambe molli e la testa girava senza sosta tutto in torno a me sembrava fatto di fumo,e da quando mi ero alzata da quella sedia,un costante senso di vertigini mi aveva assalito.

"Non stò tanto bene,proprio no"biascicai prendendo coscienza che forse la causa del mio malessere non era solo da attribuire alle ore di sonno perse la notte prima.

"Sei bianca come un cadavere"osservo Brad con la sua solita delicatezza.
"Brad!"lo rimproverò la mia amica,lui per tutta risposta si strinse nelle spalle borbottando un 'è la verità' appena udibile.

"Vuoi che ti accompagni in infermeria Lau?" domandò la mia amica premurosa,prendendomi la mano sudata.
"No,io devo parlare con Camila...appena la stanza smetterà di girare"dissi,lasciando che il mio peso si addossasse al moro più vicino.

"Loren mi stò preoccupando"disse lei agitata prendendomi il viso tra le mani.

La sua voce mi arrivò come fosse lontana anni luce.
All'improvviso sentì una presa salda in torno al busto,l'odore familiare dell'acqua di colonia di Brad mi invase le narici,mi sollevò dal pavimento sul quale mi ero accasciata,senza ricordarmi esattamente quando.
Mi ritrovai tra le sue braccia,mentre si dirigeva verso l'infermeria seguito da Dinah e Louis.

Quando arrivammo,mi sentivo ancora più spaesata,il passo a affrettato di Brad mi aveva fatto venire il mal di mare,sentivo impellente il bisogno di vomitare,esigenza che si accentuò quando entrando ci ritrovammo davanti un Zayn bianco come un lenzuolo,intento a riversare il contenuto del suo stomaco in una bacinella bianca forse per l'ennesima volta quella mattina.

"Signor Malik a questo punto credo sia meglio chiamare i suoi genitori e andare a casa"stava dicendo la signora Smith, l'infermiera della scuola "...Non posso davvero fare più nulla per lei,deve solo passare da sé" spiegò,mentre il ragazzo continuava a vomitare.

"Mirs.Smith"chiamo Louis, la donna si voltò e il suo sguardo cadde subito su di me,che ancora stavo appollaiata tra le braccia del mio amico.

"Che è successo adesso?"domandò spazientita osservandomi.
Brad mi posizionò sul lettino vuoto accanto a Zayn,e la donna si avvicinò poggiandomi una mano sulla fronte.

"Non ho idea di cosa abbia,sembrava stesse bene fino a pochi minuti fa"si affrettò a spiegare Dinah preoccupata.

"Tesoro"chiamò la donna con fare materno,prendendomi il viso tra le mani per costringermi a guardarla "...Puoi dirmi esattamente cosa senti?"domandò cauta.

Feci per parlare ma nessun suono venne fuori dalla mia bocca se non una specie di verso incomprensibile,sudavo freddo,e mi fischiavano le orecchie,dormire,volevo solo chiudere gli occhi e dormire.

"Lauren!" chiamò Dinah preoccupata,ma la sentivo appena,avevo chiuso gli occhi senza accorgermene.
Dormire,dormire si era l'unica cosa che volevo fare. No c'era un'altra cosa più importante.

Trovai la forza di spalancare gli occhi,con una spinta rapida mi tirai a sedere sul lettino, l'infermiera indietreggiò di qualche passo.

"Devo parlare con Camila" biascicai,tentando di alzarmi,appena i miei piedi toccarono terrà mi sentì crollare nuovamente all'indietro le gambe erano incapaci di sorreggermi e la testa girava vorticosamente.

"Lauren!" urlò nuovamente la bionda mentre cadevo sul lettino,aiutata da Louis che prontamente era scattato in avanti per sorreggermi.

"Cos'è tutto questo sangue?"domandò preoccupata l'infermiera,la sentì prendermi la mano,cercai di aprire gli occhi,riuscì a vedere solo la donna che spostava la benda improvvisata che Dinah mi aveva messo la sera prima dopo avermi medicato,la stoffa bianca cosi come la mia mano,era ricoperta di sangue e i bordi della ferita sul mio palmo erano di uno strano colore violaceo, improvvisamente mi resi conto di quanto pulsasse e facesse male, ma fu una consapevolezza labile, pochi istanti e tutto diventò nero e silenzioso.

***

"Non posso credere di essere stata cosi stupida"borbottai nervosa richiudendo l'armadietto con un tonfo.

"Io tel'avevo detto che da quella potevi aspettarti solo guai"rispose Normani di rimando.

"Non posso credere che mi abbia mentito cosi spudoratamente,e dovevi vederla poi cosi vicina a Brad"dissi stizzita,cercando di cacciar via dalla mente quel pensiero.

"Non credere che io sia meno delusa da Dinah,mi aveva detto che sarebbe andata ad una specie di festa con quel beota del suo ragazzo,ma non mi aveva certo parlato di una cosa del genere, è inaudito, credevo che cose così esistessero solo nei film"disse incredula la mia amica.

Neanche la ascoltavo,ero troppo impegnata a cercare di trattenere l'ennesima ondata di lacrime e rabbia,che già mi avevano accompagnato per tutta la nottata precedente.

Ero cosi profondamente delusa e arrabbiata,avrei voluto urlare proprio li in mezzo a quel corridoio gremito di studenti,prendere a calci tutti.

Il primo istinto era stato scappare,nascondermi da lei,per evitare di sfogarle contro tutta la mia rabbia,dovevo essere razionale,se c'era una cosa che odiavo era la violenza,verbale e non.
Non avrei permesso a Lauren di trasformarmi in una furia accecata dalla rabbia, no mi sarei calmata per conto mio, poi l'avrei cercata dandole la possibilità di spiegare,perché è cosi che fanno le persone mature,si prendono tempo,cercano di capire,non saltano a conclusioni affrettate....e sono sincere cazzo.

Istintivamente diedi un pugno al mio armadietto chiuso,facendomi piuttosto male.
"Fanculo"sbottai massaggiandomi le nocche della mano,sotto lo sguardo comprensivo della mia amica.

IL suono di una sirena in lontananza ci fece sobbalzare,e attirò l'attenzione di tutti gli studenti quando rimbombò nel corridoio, annunciando che il veicolo era fermo probabilmente in prossimità dell'ingresso.

"Che succede?" domandò Normanj ad un ragazzo che se ne stava insieme alla folla accalcata alla porta.

"Lauren Jauregui si è sentita male, la stanno portando in ospedale"spiegò lui.

Spalancai gli occhi come piatti,e quasi sprofondai come se il pavimento mi si fosse sgretolato sotto i piedi.
Senza indugiare oltre mi spinsi verso l'uscita facendomi strada a gomitate tra la folla di ragazzi curiosi.
Arrivai appena in tempo per vederla stesa sulla barella priva di sensi, con una maschera premuta sul viso, mentre la caricavano nella vettura.

Poco distante Dinah parlava frenetica con Louis e Brad,li raggiunsi di corsa,seguita dalla mia amica.

"Dinah!"chiamai correndo,mentre la ragazza si allontanava di corsa verso il parcheggio.
La bionda si voltò incrociando il mio sguardo, gli occhi pieni di lacrime, l'espressione afflitta.

"Che è successo?"chiesi col fiatone.

"Non lo so,si è sentita male,l'abbiamo portata in infermeria,ma pare si tratti di un infezione,ieri sera si è ferita con un pezzo di vetro,non lo so forse era sporco non ne ho idea,l'avevo disinfettata ma non è voluta andare al pronto soccorso, e...io...non lo so la signora Smith non ha potuto fare nulla.."disse tremando.

Milioni di lacrime mi riempirono gli occhi,tanto che la vedevo a stento dietro quel velo di amarezza e preoccupazione.

"Ragazze per favore non perdiamo la calma ok,vi prego,non scoppiate a piangere,si sistemerà tutto"disse prontamente Normani,prendendo per mano me e l'altra bionda.

"Ora noi prendiamo la macchina e raggiungiamo Lauren in ospedale, vedrete che le faranno una bella puntura o che so io, e starà meglio non c'è da preoccuparsi ok?"ci rassicurò calma la mora,guardando negli occhi prima me poi la cheerleader,entrambe con le lacrime agli occhi annuimmo piano.

"Non ho la macchina,stavo per prendere quella di Lau"disse Dinah con voce tremante.

"Perfetto,andiamo guido io"si affrettò a dire la mora, Dinah le rivolse un'occhiata poco convinta.
"Non so se è una buona idea, Lauren non lascia guidare la sua auto a nessuno se non a me,non credo le farebbe piacere sapere che..."
"Che tu l'hai guidata in preda ad una crisi di panico col rischio di schiantarti in un muro? già non le farebbe piacere,ecco perché guido io,fine della storia. Filate in macchina ora"disse autoritaria la mia amica sfilando le chiavi dalla salda presa di Dinah che non pose troppe obbiezioni.

Salimmo in auto e Normani mise in moto,seguendo l'ambulanza fino al pronto soccorso.

Chiusi gli occhi abbandonando la testa all'indietro,respirando il profumo della mia corvina che impregnava i sedili e l'abitacolo.

Improvvisamente non mi importava più di nulla,ne della bugia,ne della delusione.
Mi ritrovai soltanto a pregare con tutte le mie forze che stesse bene,che non le accadesse nulla.
Ci sarebbe stato tempo per essere arrabbiata,ma in quel momento volevo solo che stesse bene.

***

"Sei una lumaca!" mi prese in giro lei prima di sciogliersi in una risata cristallina che mi tolse il respiro.
Si voltò guardandomi sorridente mentre il vento le scompigliava i capelli.

-Dio quanto è bella-Pensai.

Avevo letto da qualche parte che per far innamorare una donna bisognava farla ridere,ma più lei rideva,più mi innamoravo io.

"Sono solo stanca"avevo replicato faticando a correre per raggiungerla,le mie gambe sembravano non voler collaborare nell'impresa,lei correva ridendo...correva sempre più lontano.

"Camz sul serio non riesco a correre cosi veloce,aspettami"le avevo chiesto col fiatone,ma lei non accennava a fermarsi.
"Dai Lolo,corri...andiamo"urlò lei sorridente come se nemmeno mi avesse sentito.
"Camz aspetta,davvero non riesco a..." l'ultima parola mi morì in gola,mentre mi fermai per riprendere fiato,quando rialzai gli occhi lei non c'era più,sentivo solo il lontano eco della sua risata,ma non la vedevo,non c'era nulla in torno a me solo il vuoto,e il buio,e un fastidioso suono metallico.

***

Ce ne stavamo li in sala d'attesa,il pronto soccorso era poco affollato.
Dinah aveva telefonato alla clinica del padre di Lauren avvertendolo dell'accaduto, i medici l'avevano portata in una delle stanze,e un paio di infermiere non facevano altro che andare avanti e indietro.

Continuavo a fissare il pavimento torturandomi le mani,mentre l'altra bionda non faceva che camminare avanti e indietro, Normani mi prese la mano, stringendola per rassicurarmi, e io sospirai di impazienza guardando l'orologio.
Era li dentro già da mezz'ora.

Dei passi risuonarono nella sala,un uomo alto con un completo elegante e una valigetta fece il suo ingresso,la sua pelle chiara,gli occhi verdi e profondi ,i capelli neri e gli zigomi alti non mi lasciarono dubbi su chi fosse quell'uomo cosi distinto e di bell'aspetto,che infatti ci venne in contro non appena incrociò lo sguardo di Dinah che lo guardò di rimando.

"Buon Giorno signor Jauregui"disse educatamente la ragazza.
"Ciao Dinah,signorine"ci salutò cortese con un cenno del capo sorridendo allegro.
"Allora?"domandò
"Non ci hanno detto nulla,l'hanno portata di la"spiegò la bionda indicando la sala in cui era stata portata Lauren.
"Aspettate qui"disse lui calmo.
Si avvicinò all'infermiera dicendole qualcosa,la donna annui subito scortandolo nella stanza.

Il signor Jauregui usci pochi minuti dopo,seguito da un medico.

"Era solo una piccola infezione,sua figlia ha le difese immunitarie molto basse,e una mancanza di vitamine notevole nel sangue,dovrebbe mangiare di più e dormire soprattutto. Le infezioni di questo genere possono sfociare in qualcosa di grave se non curate in tempo,ma ovviamente non c'è bisogno che glie lo dica io"spiegò l'uomo accennando un sorriso al quale il signor Jauregui rispose cortese.

"La ringrazio dottore,quando posso portarla a casa?"domandò
"Beh c'è solo da aspettare che gli antinfiammatori entrino in circolo, potrebbe sentirsi spossata inizialmente, è ancora intontita, ma può tornare a casa anche adesso. Basta che stia a riposo e mangi qualcosa di leggero almeno stasera. L'infezione le ha portato un po' di febbre,potrebbe aumentare durante la notte,ma starà meglio domani mattina"lo rassicurò il medico.

L'uomo ringraziò il dottore,che si allontanò rapido.
Ci avvicinammo di più al signor Jauregui, che ci guardò sollevato.

"Pare sia solo una cosa da nulla,state tranquille ragazze. Adesso porto a casa la piccola peste, potete raggiungerci li se volete, magari potreste farle compagnia, sua madre rientrerà domani e io ho delle operazioni oggi in ospedale,non posso spostarle"disse con fare ovvio,io e Dinah annuimmo energicamente.

L'uomo ci sorrise entrando nella stanza,dove Lauren ancora con la divisa delle cheereos risposava, su un lettino, un'infermiera le tolse la flebo ormai esaurita.
La sua mano era fasciata e nascondeva la ferita ricucita a dovere con tre o quattro punti di sutura.

Appena avvertì movimento nella stanza la corvina spalancò gli occhi,e li puntò in quelli del padre.

"Oddio,sei qui? vuol dire che stò proprio morendo"disse col suo solito tono sarcastico,indebolito appena dalla voce flebile.

"Sempre la solita eh niña ,andiamo su"disse l'uomo ironico,aiutando la figlia a tirarsi in piedi.
Senza indugiare corsi da lei,mentre il padre si posizionava al suo fianco io scivolai dall'altro lato,passandomi il suo braccio in torno al collo,e sorreggendola per la vita.

Lei mi guardò come se mi vedesse per la prima volta,un timido sorriso le si stampò sul viso.
"Camz"sussurrò guardandomi.
"Shh"dissi cauta "...non fare sforzi"la ammonì.

Aiutammo Lauren a salire in macchina col padre,facendola accomodare sul sedile posteriore dell'elegante Jaguar,feci per raggiungere Dinah e Normani che già si erano avviate verso la macchina della corvina,ma lei mi fermò afferrandomi saldamente la mano.

La guardai fisso specchiandomi nei suoi occhi verdi e imploranti.

Senza bisogno di parole feci cenno a Dinah di andare e entrai in auto sistemandomi accanto a lei, senza smettere di stringerle la mano.

Il viaggio durò poco e fu estremamente silenzioso per noi due,il padre di Lauren aveva passato tutto il tempo al telefono,lei se ne stava ad occhi chiusi stesa con la testa appoggiata alle mie gambe, continuava a stringermi la mano,e io avevo preso ad accarezzarle la testa.

Arrivammo a casa sua, Marie ci aspettava sulla porta visibilmente preoccupata,aiutai Lauren a scendere dall'auto e suo padre accorse in mio aiuto,la prese in braccio senza sforzo,rivolgendomi un sorriso benevolo.

Lauren non disse nulla,si lasciò portare fino in camera sua da suo padre,tenendo gli occhi chiusi e la testa abbandonata sulla spalla dell'uomo,mentre ancora la sua mano stringeva la mia.

L'uomo adagiò la mora sul letto lasciandole un bacio su una tempia.

"Non aver paura mi preciosa,domani starai meglio" disse in tono rassicurante, prima di voltarsi verso me e Marie,mentre Dinah e Normani ci raggiungevano.

"Io devo tornare in clinica ora,sono certo che a voi signorine non dispiacerà stare con Lauren"disse tranquillo io mi affrettai ad annuire.
"Marie,preparale qualcosa di leggero e assicurati che mangi per favore" disse poi cortese rivolto alla donna, che senza rispondere si era già precipitata verso Lauren per accarezzarle maternamente la testa.

"State tranquille,è una sciocchezza,non c'è motivo per agitarsi"aggiunse poi voltandosi verso il letto.

Prese tra le sue la mano ferita della figlia,lasciandovi un bacio,la corvina aprì leggermente le palpebre incrociando gli occhi del padre.
"Papà comprerà un bell'anello nuovo da mettere a questa manina appena sarà guarita princesa".

La ragazza ritirò la mano bruscamente voltando il viso dall'altra parte,ma l'uomo non sembrò scomporsi,ci salutò con un sorriso uscendo dalla stanza,e pochi istanti dopo sentimmo la porta d'ingresso aprirsi e richiudersi.

"Su, adesso leviamoci questa divisa, va bene piccola? ci mettiamo su il pigiama, e dopo vado a prepararti una bella cenetta"si affrettò a dire Marie con fare materno sorridendo amorevolmente a Lauren che si lasciò andare alle cure della donna.

Il telefono di Dinah suonò,la vidi osservare appena il display.
"E' Louis"disse in tono piatto "...Devo rispondere probabilmente lui e i ragazzi vorranno sapere come stà" spiegò come per rispondere ad una silenziosa protesta da parte di Normani che aveva abbassato lo sguardo sul pavimento.

La mora annui senza guardarla,e subito Dinah si allontanò.

Mi voltai nuovamente per osservare la donna che si stava prendendo cura della mia Lolo.

L'aveva aiutata a sfilare la divisa e ad indossare il pigiama,le aveva sciolto i capelli accarezzandoli con cura,era incredibile vedere con quanta devozione si occupava di lei come fosse davvero sua madre, e forse lo era, forse era quello che più vicino ad una madre Lauren avesse mai avuto.

La donna aiutò Lauren a mettersi sotto le coperte poi mi osservò regalandomi un sorriso.

"Resterebbe con lei mentre preparo la cena?"mi chiese gentile.
"Certo"mi affrettai a rispondere.
La donna le diede un tenero bacio sulla fronte,e poi uscì dalla stanza.
"Vado a cercare Dinah"disse a bassa voce Normani uscendo a sua volta e socchiudendo la porta.

Appena ci lasciò sole la mia corvina aprì a fatica un occhio, ed emise un piccolo lamento allungando la mano verso di me.
Mi affrettai a raggiungerla scivolando accanto a lei sul materasso, rimboccai le coperte fin sotto il suo collo, e aprii le braccia perché potesse accoccolarsi sul mio petto.

Era cosi calda che avrebbero potuto cuocerle un uovo sul ventre,sperai che la mia pelle fresca potesse portarle un po' di conforto.

"Camz,mi dispiace tanto"soffiò sul mio petto tremando appena, affondando il viso nell'incavo del mio collo.

"Shh...non parliamone adesso,riprenderemo il discorso quando starai meglio"sussurrai,stringendola a me,le lasciai un bacio sulla tempia,e lei tentò con le poche forze che aveva di divincolarsi dalla mia presa,alzando il viso per incrociare i miei occhi.

"No, Camz voglio, io voglio che ne parliamo ora...sono stata una stupida,non volevo mentirti mi,mi dispiace.."calde lacrime cominciarono a scivolare lungo le sue guancie accaldate,gli occhi resi lucidi dalla febbre sembravano fatti di petrolio liquido.

"Lau..basta..calmati"dissi seria,tentando di zittirla,poggiai una mano sulla sua guancia che quasi bruciava,lei trattenne il respiro.
"Ne parleremo con calma quando starai meglio,ora devi riposare"dissi seria,quasi autoritaria,guardandola fissa negli occhi.

Lei non rispose,si limitò ad annuire appoggiando nuovamente la testa sul cuscino.

"Resterai qui con me per tutto il tempo?"mi chiese incerta con una tenerezza che mi fece tremare il cuore...

"Certo che resto"mi affrettai a dire.

"Anche se sono un'idiota,e ti ho mentito..e non mi merito niente se non il tuo odio?"domandò con lo stesso tono,facendomi sorridere.

"Anche se sei un'idiota,e mi hai mentito..anche se non ti ho perdonato,resterò,perché non potrei stare in nessun altro posto se non qui accanto a te...perché ti dovrei odiare,ma purtroppo o per fortuna ti amo" dissi calma."E ora dormi"aggiunsi.

Lei mi rivolse un'occhiata dispiaciuta,chiuse gli occhi mentre una nuova lacrima le rigava il viso.

"Non mi merito una come te,sono un completo disastro in tutto quello che faccio, e tu invece sei cosi, meravigliosa...non ti merito"mormorò tristemente ad occhi chiusi.

"Già,probabilmente è cosi,ma che tu mi meriti o no,ho paura che non faccia differenza,non posso starti lontana,anche se comincio a pensare che dovrei"dissi ironica.
Lei spalancò gli occhi nei miei fissandomi con un misto di terrore e rammarico.

"Ho detto che dovrei..non che lo farò"la rassicurai.

"Camz ti giuro che ti ho mentito solo per proteggerti,io non ti farei mai del male volontariamente,tengo troppo a te,è solo che..."tentò di spiegarmi.

"Allora non vuoi proprio capire...devi riposare ora,non vado da nessuna parte,sarò ancora qui quando ti sveglierai e potremmo parlare all'infinito di quanto tu sia stata stupida,ora dormi e basta"la ammonì.

"Starai qui con me..promesso?"chiese in un lamento.
"Promesso"sussurrai io "...Adesso dormi"

E lei obbedì,un po' forse per rassegnazione un po' per la stanchezza e la febbre che stava salendo,chiuse gli occhi e in pochi istanti il suo respiro si fece pesante,si addormentò tra le lacrime,tremando appena di tanto in tanto per i brividi che la febbre le provocava,mi alzai dal letto solo per recuperare u'altra coperta,mi ristesi accanto a lei,abbracciandola forte nel tentativo di dare un po' di sollievo a quei brividi.

Avrei dovuto essere arrabbiata con lei in quel momento,e lo ero in effetti,ma non l'avrei mai potuta lasciare da sola,le aveva promesso che sarei stata li al suo risveglio e non potevo mancare alla parola data,quello che le avevo detto era vero,benché mi costasse ammetterlo,non sarei potuta essere in nessun altro posto se non li,con lei,nonostante tutto.

Un leggero bussare alla porta semichiusa mi fece sobbalzare, Lauren si era addormentata da circa un' ora e per tutto il tempo non avevo fatto altro che guardarla ipnotizzata dal ritmo lento del suo respiro.

Sollevai la testa dalla mia posizione,e intravidi Dinah che faceva capolino dall'uscio.

"Tutto bene?"domandò a bassa voce.
"Dorme"mi limitai a dire dopo aver annuito leggermente.
"Sono arrivati i ragazzi,volevano sapere come stava"mi informò,non avevo assolutamente sentito il campanello.
"Non credo sia il caso di svegliarla"dissi contrariata.
"Certo che no" convenne lei. "...Perchè non vieni di sotto a mangiare qualcosa?"disse sorridendomi premurosa.
"Le ho promesso che sarei stata qui quando si sarebbe svegliata"mi limitai a dire.
"Sono certa che non si sveglierà tanto presto,andiamo ti sgranchisci un po' le gambe e torni"mi invitò lei.
"In effetti dovrei andare in bagno"ammisi.
Mi staccai contro voglia da quel corpo caldo,indietreggiai lentamente senza smettere di guardarla.

"Se ti può far stare più tranquilla resto io con lei"disse poi la bionda poggiandomi una mano sulla spalla.
Non dissi nulla limitandomi ad annuire grata che avesse capito subito la mia preoccupazione nel lasciarla sola.

Uscii dalla stanza,lasciando la bionda a vegliare sulla mia Lauren,e in quello stesso istante voltandomi mi scontrai quasi con qualcosa,anzi qualcuno.
Sollevai gli occhi incrociando quelli color cioccolato di Brad.

"Che ci fai qui?"dissi secca
"Sono salito per vedere come sta Lauren"spiegò lui.
"Dorme"dissi.

Nel trovarmelo li a pochi centimetri mi sentii assalire nuovamente dalla rabbia,non riuscivo a capire perché fosse li,come si fosse permesso di salire fino in camera di Lauren,e soprattutto perché questa pretesa di vederla.

L'immagine di loro due cosi vicini la sera prima mi tornò davanti agli occhi e insieme ad essa un'odiosa riproduzione di tutte le innumerevoli volte in cui in passato ero stata costretta a vederli tubare davanti ai miei occhi senza ritegno.

Ebbi l'irrefrenabile impulso di dargli un pugno,soprattutto quando lui ignorando le mie parole si avviò verso la stanza.
Decisi di lasciar perdere,presi a scendere le scale cercando di non pensare al fastidioso formicolio alla base dello stomaco e il tremolio nervoso che mi costrinse a stringere i pugni e a serrare la mascella.

"Camila"Il ragazzo richiamò la mia attenzione,mentre già avevo messo piede sul secondo gradino.
Mi voltai verso di lui,che mi osservava come se volesse leggermi dentro.

"Senti io non sono sicuro di aver capito cosa c'è fra voi,insomma tra te e Lauren,ma so che qualcosa c'è,io la conosco bene,e posso dirti che fatta eccezione per Dinah non l'ho mai vista cosi legata a qualcuno,cosi presa,come lo è con te."disse avvicinandosi lentamente senza smettere di fissarmi.

"C-cosa ti ha detto?"domandai un po' incerta.

"Niente,lei non mi ha detto niente,io...il più delle volte non ho bisogno di parlare con lei per capirla,chi la conosce bene come me sa che basta guardarla,guardarla davvero per comprenderla,io la vedo per quella che è,come fanno pochi,forse solo Dinah sa farlo...e tu,tu sai farlo di sicuro,altrimenti lei non si sarebbe avvicinata tanto a te."spiegò.

Continuavo a guardarlo senza parlare,curiosa di capire dove volesse andare a parare quel suo discorso.

"Non so cosa pensi,ma voglio che tu sappia che c'è qualcosa di speciale tra me e Lauren,non spetta a me dirti cosa,ma lei è importante per me,e tu sei importante per lei,perciò spero che potremmo andare d'accordo un giorno,diventare amici ecco."disse serio.

Alzai un sopracciglio guardandolo poco convinta.

"Non c'è nulla tra me e lei,non credo ci sarà mai più niente,intendo a livello fisico e sentimentale,se è questo che ti preoccupa"tenne a precisare.

"Io non ho detto nulla"dissi stringendomi nelle spalle.

"Lo so,ma ho sentito il bisogno di chiarire la cosa,voglio bene a Lauren,come una sorella ormai,niente di più"disse "...E sono certo che non ti ha detto di quella festa per proteggerti da quello schifo,non per altro"aggiunse,prima di darmi le spalle entrando nella stanza.

Scesi al piano di sotto con le sue parole che ancora mi ronzavano in testa.
Mi aveva un po' confuso,con quel suo discorso,non sapevo cosa aspettarmi,cosa esattamente lui avesse capito di me,e del mio rapporto con Lauren.
Più di tutto mi divorava la curiosità,ora più che mai avevo bisogno che la corvina facesse chiarezza sulla natura del suo rapporto col ragazzo, volevo capire perché fossero cosi legati.

Una parte di me in ogni caso non poteva fare a meno di sentirsi sollevata,soprattutto per il fatto che lo stesso Brad mi avesse rassicurata,non c'era nulla tra loro,e questo era un bene,o almeno mi dava motivo di stare più tranquilla.

***

Riaprì gli occhi dopo quella che mi era sembrata un'eternità.

Non sapevo esattamente quanto tempo fosse passato,ma ero quasi certa che fosse ancora giorno quando mi ero addormentata,in quel momento invece fuori era buio pesto,e solo la flebile luce della abat-jour sul mio comodino illuminava la camera.

Accanto a me la mia moretta riposava,col viso poggiato sul cuscino,i capelli sciolti e l'espressione crucciata dipinta in volto.
Mi presi qualche istante per osservarla,mi aveva promesso che sarebbe stata li al mio risveglio e infatti eccolo il mio piccolo miracolo,il mio paradiso personale.

Mi sporsi appena verso di lei,per lasciarle un bacio leggero sulle labbra appena dischiuse,il mio movimento la fece sobbalzare,scattò come una molla.
Spalancò gli occhi nei miei.

"Scusa,io..non ti volevo spaventare"mi affrettai a biascicare dispiaciuta.
"Non ti senti bene?"mi domandò preoccupata.
"No...stò bene, stò, bene tranquilla"la rassicurai,lei si rilassò un po' respirando correttamente.

Si stese più comoda,avvicinandosi a me e allagando le braccia perché potessi ritrovare la mia posizione comoda in quella stretta ormai familiare.

"Quanto ho dormito?"domandai curiosa.

"Tanto, quattro ore più o meno"rispose in un sussurro, si avvicinò lentamente posando le labbra sulla mia fronte,si allontanò pochi istanti dopo tornando a guardarmi negli occhi.

"Hai ancora la febbre,ma credo sia scesa un po', hai fame?"mi domandò premurosa,mi limitai a scuotere il capo senza smettere di guardarla.

"Camila ,mi dispiace"dissi in un sussurro puntando gli occhi nei suoi,lei abbassò lo sguardo ma prontamente cercai i suoi occhi,sfilando una mano da sotto le coperte,corsi a posarla sul suo viso costringendola a guardarmi.

Era cosi piacevole la sensazione della sua pelle fresca a contatto con la mia cosi accaldata.

"Non volevo mentirti,lo so che è sbagliato,volevo solo tenerti lontana da quello schifo,insomma...non ci sarei andata neanche io,ma ho dovuto..."spiegai a fatica.

"Potevi parlarmene e basta"replicò lei "..Se la tua unica preoccupazione era tenermi lontana da li,bastava dirmelo,spiegarmi"aggiunse.

"Lo so,lo so...è stata una bugia stupida e inutile,lo so...io sono cosi abituata ad inventare scuse...mi dispiace,non ho altro modo per riparare all'accaduto."dissi sull'orlo di una crisi di pianto.

"Non mi piacciono le bugie Lauren"replicò lei in tono piatto.

"Lo capisco"risposi.

"Un rapporto per essere sano,deve basarsi sulla sincerità,è l'unico modo perché funzioni. Io ho bisogno di sapere che posso fidarmi di te."spiegò seria.

"Ma puoi,tu puoi fidarti di me Camz davvero" mi affrettai a dire, prendendole il viso tra le mani e avvicinandomi di più a lei, tanto da sfiorare le sue labbra con le mie ad ogni parola.

"Non è quello che mi hai dimostrato"rispose secca,senza mostrare alcuna emozione.

"Lo so"mi limitai a dire sconfitta, abbassando lo sguardo lasciando scivolare via le lacrime.

"Non mi perdonerai mai vero?" mormorai afflitta dopo un lungo silenzio.

"Non ho nulla da perdonarti, voglio solo non dovermi mai più trovare in una situazione del genere,voglio poter essere certa che ci sia l'assoluta sincerità tra noi,sempre"rispose.

"Io ti giuro che sarà cosi" dissi incrociando nuovamente i suoi occhi "Hai la mia parola"dissi sicura.

"La tua parola mi serve a poco adesso,ho bisogno di fatti Lauren,di dimostrazioni concrete,e mi aspetto di averle da qui in poi,non voglio più trovarmi in situazioni come quella di ieri,e non voglio più fare questo discorso con te"replicò ferma.

"Ti dimostrerò che puoi fidarti di me"dissi sincera.
"Staremo a vedere"replicò lei inespressiva.

"Perciò..sei ancora la mia ragazza?"domandai un po' incerta.
Finalmente la sua espressione dura si sciolse in un sorriso.

"Per ora si,ma non farmi più scherzi del genere ti avverto,non stò accantonando la cosa,ti stò dando una seconda possibilità"mi ammonì,tornando subito seria.

"Non la sprecherò"affermai con un sorriso rilassato,stringendomi di più a lei,che mi accolse tra le sue braccia,accarezzandomi piano i capelli.

"Come fai ad essere cosi?"domandai sulla sua pelle.
"Cosi come?"chiese curiosa.
"Perfetta,comprensiva..unica"tentai di spiegare.
"Non sono nessuna di queste cose...sono solo innamorata,e questo mi rende più paziente...o forse più stupida"disse sorridendo amaramente.

Alzai il viso,incrociando nuovamente i suoi occhi, la guardai seria, prendendo il suo viso tra le mani.

"Ti giuro che mai,mai nella tua vita dovrai pentirti di aver scelto me,sarò alla tua altezza Camz,farò in modo di meritarmelo il tuo amore...te lo giuro"promisi,seria come mai in vita mia.

Lei non disse nulla,una piccola lacrima le brillò all'angolo dell'occhio,scivolò veloce sul suo zigomo,e corsi a raccoglierla con le labbra,prima che potesse raggiungere il suo mento.

Poi scesi verso la sua bocca,per un bacio necessario che lei non tardò ad approfondire e nel quale io sarei voluta svanire totalmente.

with somebody who loves meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora