30. La bimba delle favole

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Dinah tornò in salotto con due bicchieri di succo di frutta,ne passò uno a Normani e posizionò l'altro sul tavolino davanti al divano per me.
Continuavo a fissarmi le mani in silenzio,con gli occhi che bruciavano in conseguenza a tutte le lacrime versate.

Dopo aver spiegato tutto a Dinah la bionda si era rilassata,permettendo a me e alla mia amica di entrare in casa.
Non sembrava a ancora molto convinta della mia innocenza,ma si era sforzata di capire,anche grazie all'insistenza di Normani.

"Mila"cominciò la bionda sedendosi sulla poltrona di fronte a me,nell'elegante salotto di casa Jauregui.
"Ascolta,io beh mi dispiace per come ti ho trattata prima.."disse con lo sguardo basso.

"Non importa,cercavi solo di proteggere un'amica,lo capisco"mi affrettai a dire.

"Già,hai detto bene"disse lei alzando lo sguardo e incatenandolo al mio.
"Io volevo proteggerla,e lo voglio ancora..vedete, Lauren è più che un'amica per me.."a quelle parole sia io che Normani sussultammo.

"..Lei è una sorella"precisò la bionda,un sospiro di sollievo fuoriuscì leggero dalle mie labbra,e sentì Normani rilassarsi a sua volta.
"Lauren è la mia famiglia,e io sono la sua...so che sembra assurdo detto cosi,suona banale,due migliori amiche che si considerano sorelle.Ma è la verità. Guardate questa casa..."sorrise amara la bionda.
"..E' vuota..completamente vuota,come lo è stata l'infanzia di Lau..."disse tristemente.

"Si so che la sua famiglia non è mai stata molto presente"mi intromisi io.

"Già, Lauren è quella che all'apparenza verrebbe definita una ragazza fortunata,ricca,bellissima,intelligente,sexy ,capo cheerleader,reginetta del ballo,ottimi voti,ha successo in tutto ciò che fa,non c'è nulla che non sia in grado di fare,non c'è meta che non possa raggiungere..lei è la ragazza che tutti i ragazzi vorrebbero sposare e che tutte le altre ragazze vorrebbero...essere"disse fiera.


"..all'apparenza è una roccia..ma la verità è un'altra,e io lo so bene. Lauren è stata sola per tutta la sua vita,tra le mura di questa casa enorme,ha imparato a non avere paura del buio perché per quanto piangesse nessuno è mai corso a consolarla nel mezzo della notte,nessuno le ha mai letto le favole,ne l'ha cullata quando aveva la febbre,ha avuto le migliori educatrici,le governanti più esperte,le baby sitter più preparate...ma non ha mai avuto una madre che l'amasse come solo una mamma può fare,o un padre presente..è una persona profondamente sola,quando l'ho conosciuta io ero una bambina che aveva tutto,e lei..pur avendo una famiglia mille volte più ricca della mia,non aveva niente. Ci sono cosi tante cose che non sai di lei Camila...così tanti lividi nella sua anima,alcuni sono guariti,altri non guariranno mai"disse seria.

Mi raggelai all'istante,e lei se ne accorse.

"I suoi genitori non l'hanno mai davvero voluta,nessuno dei due desiderava avere figli,suo padre era troppo impegnato col lavoro,e sua madre era troppo legata al suo fisico perfetto e alla sua mania per i viaggi e la bella vita,non avevano tempo per crescere un figlio, Lauren gli è capitata un po' tra capo e collo,e benché non abbiano avuto cuore di non farla venire al mondo,nessuno si è mai curato più di tanto di lei questa è la verità,hanno pensato che i regali,e i soldi potessero sostituire quell'amore che non avevano il tempo di darle."spiegò.
"Ha sofferto terribilmente in questi anni,ha nascosto la sua frustrazione e la sua solitudine dentro di se,mascherandola con la rabbia,con l'odio.Si è creata nella sua testa questa strana convinzione che tutti prima o poi la abbandoneranno,che non meriti di essere amata,ha represso cosi tanta rabbia e cosi tanti sentimenti ostili da bambina che le si sono rivoltati contro una volta cresciuta,ha un rapporto difficile con i sentimenti con l'ira in particolare,un genitore attento si sarebbe accorto da un pezzo che lei avrebbe bisogno di un aiuto,di qualcuno con cui parlare,qualcuno che la aiuti a tenere a freno la sua rabbia.."

"Intendi uno psicologo?"la interruppe Normani.

"Intendo,qualcuno che la aiuti ad esternare tutti i sentimenti che si tiene dentro,per evitare che esplodano cosi violenti sotto forma di rabbia repressa"spiegò la bionda.
"Ma lei è troppo orgogliosa e testarda per ammettere di aver bisogno dell'aiuto di qualcuno."disse stringendosi nelle spalle.

"Anche io ho un rapporto controverso con i miei genitori,beh non quanto Lauren certo,ma sapete,i miei non sono esattamente una coppia unita,oserei dire che si odiano a morte,sono anni che vanno avanti cosi, il motivo per cui sono rimasti insieme è che mio padre è una figura troppo di spicco in questa stupida città e bisogna mantenere le apparenze"disse ironica,il padre di Dinah era stato eletto sindaco per sei anni consecutivi,e il primo punto della sua politica era proprio l'importanza della famiglia, era chiaro che non poteva portare avanti quell'ideale cosi fermo se si fosse separato da sua moglie.

"I miei genitori sono sempre stati troppo impegnati ad odiarsi a vicenda,a farsi la guerra a colpi di insulti,e non si sono mai preoccupati di quanto la cosa potesse ferirmi. Ma Lauren c'era sempre per me"disse sorridendo fiera "...Quando avevamo nove anni ci siamo giurate di proteggerci a vicenda,abbiamo fatto un patto di sangue,e lei non ha mai mancato a quel giuramento cosi come non l'ho fatto io. Lei è la mia famiglia,e io sono la sua,perciò puoi capirmi Camila, se prima ti ho trattata in quel modo."disse alzando lo sguardo per puntarlo dritto nel mio.

Mi limitai ad annuire.

"Capisco le tue ragioni"continuò lei "...Mi dispiace per averti giudicato male,forse sia io che Lauren siamo corse a conclusioni affrettate,ma ciò non toglie che voglio che ti sia ben chiaro,che non posso tollerare di vederla soffrire cosi,mai!Stavolta passa,non è colpa tua e adesso lo so,ma Camila..."disse guardandomi fisso "..tutto questo dolore lei non lo merita,non da te,ti ha aperto il suo cuore e non hai idea di quanto sia difficile e raro per lei,non farla soffrire,io non te lo perdonerei ti avverto."concluse.

"Non accadrà"dissi sicura,lei annuii.
"Ne sono certa"disse "Va da lei adesso...sta male,e anche se sei stata tu a farla soffrire,so anche che sei l'unica persona che vorrebbe accanto in questo momento"disse con un sorriso sincero.

Le sorrisi a mia volta,alzandomi,mi affrettai a salire le scale col cuore in gola

Arrivai davanti alla porta della camera,ingoiando a vuoto mi fermai con la mano appoggiata alla maniglia,presi un profondo respiro,mi tremavano le gambe,mi girava la testa,sentivo gli occhi bruciare per il troppo pianto,l'ansia mi bloccava il respiro.

Bussai lievemente,e attesi.
Nessuna risposta arrivò dall'interno,riprovai,con un po' più d'energia.
Niente.

Temporeggiai ancora qualche istante ragionando sul da farsi,poi presi un bel respiro e aprì la porta,facendo capolino nella stanza,le tapparelle erano abbassate fino a metà,una leggera luce solare filtrava all'interno,la camera era completamente sotto sopra,metà dei libri che originariamente erano poggiati sulla scrivania,se ne stavano sparpagliati sul pavimento cosi come alcuni vestiti,la sedia della scrivania e i cuscini del letto.

Lei era stesa scompostamente a pancia in giù sul materasso,mi avvicinai quel poco che bastava per notare che dormiva profondamente,qualche clinex appallottolato accanto al viso,un altro stretto in un una mano chiusa a pugno,i capelli le ricadevano sul viso ancora coperto di trucco sbavato,il respiro irregolare,e quella maglietta larga,che le lasciava intravedere una spalla nuda,e le arrivava appena sotto al sedere lasciandole scoperte le gambe.

Anche cosi riusciva ad essere bellissima,era sexy da togliere il fiato,anche in quel momento..ripensai alle parole di Dinah,era vero non c'era cosa che Lauren non sembrava in grado di fare.

Mi ricordava la bimba delle favole,le fate buone si erano radunate in torno alla sua culla e ognuna di esse vi aveva deposto un magnifico dono: Bellezza,grazia,dignità,intelligenza,forza,spirito...Ma allo stesso tempo una strega cattiva era arrivata e come una maledizione aveva fatto in modo che tutti quei dono le si rivoltassero contro per non garantirle alcuna felicità,per impedirle di conoscere pace.

Quanta fiducia doveva aver riposto in me per aprirsi come aveva fatto,quanto avevo scavato nella sua anima senza rendermene conto?! Ora lo capivo davvero,e benchè mi scoppiasse di felicità il cuore a quel pensiero,mi sentivo un verme per averle fatto del male senza volerlo,e in quel momento giurai a me stessa che mai e poi mai l'avrei fatta soffrire ancora.

I miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime,cercai di soffocare un singhiozzo,ma quello usci prepotente dalle mie labbra,e rimbombò nel silenzio.

La corvina si riscosse appena dal suo sonno leggero,strinse gli occhi ancora chiusi.

"Dinah"mormorò con voce flebile.

Presi un lungo respiro.

"Lolo..sono io"dissi con voce tremante.

Appena sentì il suono della mia voce,si tirò a sedere sul materasso con uno scatto felino,mi guardò ad occhi spalancati per qualche secondo.

"Vattene"ringhiò a denti stretti.

"Lau, ascoltami ti prego."la implorai tra le lacrime.

"Vattene"mi ordinò con più veemenza alzandosi dal letto,mi raggiunse a passo svelto,e quando fu davanti a me mi spinse con forza,facendomi sbattere contro la porta.

"Lauren per favore.."tentai di pregarla,ma lei aveva già ripreso a piangere,con una rabbia incredibile si era avventata su di me
"Vattene via..."Urlò

Le afferrai i polsi,prima che le sue mani arrivassero a toccarmi,con tutta la forza che riuscii a trovare,tentavo di immobilizzarla,era una furia,si oppose alla mia presa agitando nervosamente i polsi,urlandomi contro.
Esercitai un po' più di pressione sui suoi polsi,non volevo farle male,ma allo stesso tempo volevo che si calmasse,che mi ascoltasse.

Con uno scatto repentino riuscì a farla girare su se stessa,senza smettere di tenerla per i polsi,la attirai a me cercando di evitare di essere colpita dalla sua testa che si agitava avanti e indietro,nel tentativo di liberarsi.

"lasciami...puttana...lasciami" Urlò,ma non la ascoltai,la attirai a me,facendo in modo che la sua schiena aderisse perfettamente al mio petto,le sue braccia erano incrociate sul suo seno,le stringevo ancora con forza i polsi da dietro,scalciò urlando ancora,un paio di volte,ma non mollai la presa.

"Shh..calmati..per favore..calmati"la pregai tra le lacrime,stringendola di più a me,poggiai le labbra sulla sua spalla scoperta,lasciandovi qualche bacio leggero,respiravo sulla sua pelle,implorandola di calmarsi.

Smise di divincolarsi,lasciandosi cullare dalle mie braccia,ancora in preda al pianto disperato si lasciò cadere sulle ginocchia e io la segui nella discesa,si inginocchiò sul pavimento e io feci lo stesso ,accasciata dietro di lei insinuai entrambe le ginocchia tra le sue gambe chiuse,lei mi lasciò fare,separai le sue cosce con le mie,e lasciai che adagiasse tutto il suo peso all'indietro contro il mio petto,poggiò la testa sulla mia spalla,e si voltò di lato,per incastrare il viso nell'incavo del mio collo,respirava ancora a fatica,e piangeva,sulla mia pelle,lasciai la presa salda in torno ai suoi polsi,per circondarle la vita sottile,tenendola più stretta possibile a me,le sue braccia scivolarono sulle mie,nella stessa posizione,cercai le sue dita e vi intrecciai le mie,mentre non smettevo di raccogliere prontamente con le labbra tutte le lacrime che le scivolavano lungo il viso.

"Shhh..va tutto bene...va tutto bene piccola..sono qui."sussurrai.

"Come..come hai potuto farmi questo? Io mi sono fidata di te..io.."tentava di parlare ma la sua voce mi arrivava come un lamento sommesso,soffocato dalle lacrime.

"Ascolta...ascoltami ti prego.."tentai,ma lei ricominciò

"Non puoi lasciarmi..tu mi hai promesso che non mi avresti lasciata,mi hai promesso che..non.."proruppe in una nuova crisi di pianto,e fece piangere anche me.

"Io non ti lascerò...non ti lascerò mai. Lolo guardami"la implorai poggiando una mano sul suo viso,mi scostai per fare in modo che potesse guardarmi negli occhi "..Io non ti lascerò mai"sussurrai scrutando nel profondo quelle iridi verde scuro, prima di lasciarle un bacio leggero sulle labbra secche di lacrime.

A quel bacio seguì un altro,e un altro..e un altro ancora,ogni volta il contatto era sempre più prolungato,sempre più forte,finchè la sua lingua non cercò la mia,chiedendo silenziosamente un contatto che mai e poi mai le avrei negato.
Venerai quelle labbra perfette,accarezzandole con le mie,senza sosta,entrambe avevamo bisogno di ossigeno ma nessuna delle due riusciva a staccarsi dalla bocca dell'altra.

"Io non ti lascerò mai"ripetei interrompendo quel bacio affamato solo per ritrovare respiro.
Appoggiai la fronte sulla sua,e le accarezzai nuovamente il viso,prima di far scivolare la mano,lungo il suo corpo,leggera ma decisa,raggiunsi il suo centro intrufolando le dita tra le sue gambe,spostai senza indugio la stoffa leggera delle mutandine,sfiorando la sua apertura con la punta delle dita.


"Io sono tua"le sussurrai sulle labbra,dischiuse e tremanti,mentre lei teneva ancora gli occhi lucidi e imperlati di lacrime fissi nei miei.
"Sono tua"ribadii,facendo scivolare un dito dentro di lei,che sussultò gemendo a quel contatto,senza smettere di guardarmi.
"..Mi hai stregato anima e corpo..e io ti appartengo"le sussurrai all'orecchio continuando a penetrarla con decisione e dolcezza,mentre lei in preda ai sospiri di piacere aveva abbandonato la testa all'indietro sulla mia spalla.

Dovevo farlo,sentivo dentro di me che dovevo farle capire che non l'avrei lasciata,che lei non era sola,che non lo sarebbe stata mai più. Ero sua, incondizionatamente e totalmente sua, e sentivo il disperato bisogno di dimostrarglielo in tutti i modi possibili,avrei voluto sparire dentro di lei,fondermi con la sua anima,per formarne una sola.

"Mi dispiace...mi dispiace Lolo"continuai a sussurrare con voce tremante,mentre la sentivo ansimare al mio orecchio.
"Non ti farò più soffrire cosi,te lo prometto..te lo prometto piccola"dissi sicura

La guardavo,con tutto l'amore possibile senza smettere di muovermi piano dentro di lei.

"Io ti amo Lauren" dissi tutto d'un fiato,guardandola fisso,spalancò gli occhi come piatti sentendo le mie parole,ma prima che potesse dire qualsiasi cosa,l'orgasmo la travolse,soffocando il suo respiro in un lungo gemito che le mie labbra corsero ad accogliere.

"Guardami,guardami Lau"implorai,intrecciai la mano libera tra i sui capelli,sorreggendole la testa,appoggiai la fronte alla sua,e mi persi nell'infinito dei suoi occhi verdi.

"Io ti amo"dissi ancora,mentre mille brividi le attraversavano il corpo,e io suo respiro affannato rimbalzava contro le mie labbra.

Le mie dita scivolarono via da lei,che ancora faticava per ritrovare respiro,si appoggiò ancora di più a me con tutto il peso del suo corpo,e affondò ancora di più il viso nell'incavo del mio collo.

Non so perché le avessi detto quelle parole,beh in realtà lo sapevo,lo avevo detto perché era vero.
Io l'amavo,con tutta me stessa,lei era tutto ciò che avevo sempre desiderato e tutto ciò che non sapevo di desiderare.
L'amavo già quando l'ammiravo silenziosamente da lontano,quando piangevo la notte stringendo la sua foto tra le dita,l'amavo quando la vedevo sorridere e desideravo con tutta me stessa che un giorno quel sorriso potesse rivolgerlo a me.
E poi l'amavo per come si era lasciata andare ,per il modo in cui mi sorrideva,per il suo imbarazzo,la sua gelosia,e anche in quel momento l'amavo,per la sua immensa fragilità che riusciva a nascondere agli altri ma che io avevo visto.
L'amavo,e me ne accorsi perché in quel momento,con le lacrime che mi rigavano il viso e io suo respiro sulla pelle,col peso del suo corpo abbandonato contro il mio e i nostri cuori che battevano allo stesso ritmo,io mi sentivo a casa,mi sentivo viva...mi sentivo sua.

***

Ero completamente paralizzata,non riuscivo a muovere neanche un muscolo,respiravo a fatica senza avere la forza nemmeno di fermare le lacrime e che silenziose mi scivolavano sul viso.

Mi amava,cosi aveva detto.
Non sapevo se avrei dovuto fidarmi,non sapevo nemmeno se volevo fidarmi ancora di lei.
Non sapevo se la ricambiassi,forse si,ma non avrei saputo dirlo con certezza,l'amore era una faccenda complicata con cui io non avevo molta confidenza,non avrei saputo riconoscerlo e certamente non avrei saputo gestirlo.

Ma lei era li,e diceva di amarmi,e per quanto io avessi paura,per quanto fossi ancora cosi arrabbiata con lei,non potevo sottrarmi al suo abbraccio,al suo profumo cosi avvolgente e rassicurante,non potevo sfuggire a quei due occhi nocciola che mi leggevano dentro.
Non sapevo se l'amavo,ne se meritasse il mio perdono,sapevo solo che lei era li in quel momento e per quanto avrei desiderato essere forte e odiarla con tutte le mie forze,non potevo.
Avevo bisogno di lei come l'aria,come mai avevo avuto bisogno di qualcuno in tutta la mia vita,lei era ossigeno,ossigeno puro e per quanto mi facesse male la sua vicinanza in quel momento,non potevo allontanarmi,dovevo respirarla,ancora e ancora.
Lontana dalla sua pelle,non ero niente.

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