50. I'll Protect You

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C'era la neve nei miei sogni, neve bianco latte.
Correvo ma non avrei saputo dire dove stessi andando, correvo lungo un'immensa distesa di neve candida.
La cercavo nella solitudine di quel luogo freddo e vuoto, cercavo lei, ma non c'era.
Il freddo mi entrava nelle ossa intorpidendo i miei sensi, piangevo e tremavo.
Ma lei non c'era.

"Camila" chiamai con tutto il fiato che avevo in corpo.
La mia voce rimbombò nel vuoto e poi si spense, portata via dal vento gelido.

Ero sola, ancora una volta.
Imprigionata in quella gabbia di ghiaccio ed inquietudine che era la mia vita.
Ero sola.

Riaprì gli occhi piangendo a singhiozzi, trovai solo una sfera di buio ad aspettarmi e due braccia strette intorno alle mie spalle.
Un profumo buono, l'odore rassicurante e familiare di chi ci ama.

"Shh, era solo un brutto sogno" sussurrò la sua voce dolce al mio orecchio, mentre il mio corpo era ancora scosso da brividi e singhiozzi.
Le sue braccia mi strinsero con più forza attirandomi verso il suo corpo caldo.

Un sogno? Quanto avrei desiderato che fosse vero, che quello fosse stato solo un incubo senza alcun senso. Quanto avrei voluto risvegliarmi e trovare lei al mio fianco, stesa a pancia in giù, con i capelli sparsi scompostamente sul cuscino, le labbra contratte in un tenero sorriso, il viso dolcissimo rilassato nel sonno. Con il suo profumo buono a riempire l'aria.

"Va tutto bene" mi rassicurò ancora, mentre nascondevo il viso nell'incavo del suo collo e lasciavo che le sue braccia mi cullassero con una tenerezza infinita.

"Perché mi ha fatto questo Dinah?" domandai tra le lacrime.

"Starai bene, vedrai. Supereremo anche questa" si limitò a dire ignorando la mia domanda, forse conscia di non avere alcuna risposta da darmi.

"Non posso vivere senza di lei" confessai in un lamento.
"Si che puoi, devi essere forte" mi disse.
"Non lo sono, non lo sono abbastanza" mormorai in un singhiozzo.

"Allora lo sarò io per te" mi rassicurò stringendomi di più.

"Perché nessuno riesce ad amarmi Dinah, cosa ho di sbagliato?" chiesi con un filo di voce bagnando la pelle della mia amica con lacrime amare.

"Non hai nulla di sbagliato piccola e non è vero che nessuno ti ama, io ti amo. Ti amo come una sorella, Lauren, e non ti lascerò" disse sicura "Siamo io e te, non avere paura" sussurrò al mio orecchio prima di lasciarmi un bacio sulla fronte.

Istintivamente mi strinsi di più a lei e mi rinchiusi nel suo abbraccio come fosse l'unico riparo sicuro.

Stretta alla mia migliore amica, cosi persa nel mio dolore, mi sentì d'un tratto piccola come una bambina, indifesa ed esposta, come non mai, alla crudeltà del mondo che mi circondava.

Non ero mai stata davvero sola. Dinah c'era stata sempre e, sempre, sarebbe stata al mio fianco.

Eppure nemmeno lei era riuscita, nonostante l'importanza che avesse per me, a scalfire fino in fondo la mia corazza. Per quanto le volessi bene lei non avrebbe mai potuto darmi la pace che Camila, in quei mesi, mi aveva donato.

Mi aveva toccato il cuore, lentamente infilandosi sotto la mia pelle, leggera come la neve che cadeva soffice nei miei sogni. Mi era scivolata dentro le vene riempiendomi di lei e, cosi facilmente come era entrata in me, nel tempo di un respiro, di un battito di ciglia, lei era già andata via. Lasciando solo il vuoto dietro di se, sulla mia pelle, nelle mie mani, nella testa, nel cuore.

"Mi manca" mormorai mentre ancora le lacrime scivolavano senza sosta lungo il mio viso per andare a depositarsi sulla pelle liscia del suo collo.

"Lo so, tesoro, lo so" rispose lei in un sospiro.

"Cosa devo fare Dinah?" chiesi pregando con tutte le mie forze che lei avesse una soluzione per me.

C'era un antidoto per ogni veleno, una cura per quasi tutte le malattie, un sollievo almeno.
Ma non c'era rimedio per il mio dolore. Niente che Dinah o chiunque altro potesse darmi.
Solo Camila, solo lei poteva mettere fine a quello strazio. Ma lei non c'era, mi aveva lasciata e il mio dolore non poteva avere fine.

E Dinah lo sapeva. Cosi non rispose, si limitò a stringermi ancora di più, come se fosse stato possibile essere più vicine di cosi, ed a cullarmi con un dolce e disperato ritmo.

Non c'era risposta alla mia triste domanda, non c'era soluzione.

Il tempo.
Provai a ripetere nella mia mente.
Il tempo mi avrebbe curata.

Si, col passare del tempo mi sarebbe mancata sempre meno, sarebbero passati minuti, ore, giorni, settimane, forse mesi e mi sarebbero sembrati interminabili senza di lei ma poi, un giorno, mi sarei svegliata consapevole di aver sentito sempre meno la sua mancanza col passare del tempo e finalmente sarei arrivata a riavere la mia vita.

Ogni barlume del suo ricordo si sarebbe sciolto come neve al sole nei mie pensieri, sarebbe scomparsa e, con lei, il dolore.

Ma se quel pensiero avrebbe dovuto rassicurarmi, beh non aveva avuto l'effetto sperato.
Pensare a quando non avrei sentito più la sua mancanza non fece altro che bloccarmi ancora di più il respiro in gola.

Era possibile che il mio cuore stesse battendo ad un ritmo più lento perché una parte di esso mi era stata strappata via dal petto?

Mi ritrovai a pensare che, si, doveva essere proprio cosi.

"Non amerò mai più" sentenziai.

L'amore mi aveva lacerato l'anima. Sapevo che sarebbe accaduto, sapevo che non ero fatta per amare, per essere amata.

L'amore, come la felicità sono di chi li merita, ed io nella vita non ero stata in grado di meritare nulla, se non tutto l'odio che avevo ottenuto senza fatica.

"Non amerò mai più nessuno, nessuno che non sia tu" dissi tra le lacrime "Tu sei l'unica famiglia che ho, sei tutto ciò che mi rimane Dinah" dissi consapevole fino in fondo di ogni singola parola.

"Ti voglio bene Lo e ci sarò sempre per te" rispose suggellando quella promessa con un abbraccio ancora più saldo mentre una piccola lacrima le rigava il volto e mi cadeva sulla guancia.

"Ho paura DJ" confessai in un lamento.

"Siamo io e te, ti proteggerò..non avere paura Laur. Non avere paura" mi sussurrò come un mantra, cullandomi ancora.

with somebody who loves meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora