16. Take me your best friend

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"Mio Dio, mio Dio, mio Dio... non posso crederci! Questo è il giorno più bello della mia vita, oh mio Dio! "
"Camila, dannazione, vuoi darti una calmata e spiegarmi cosa diavolo ti rende così euforica?Magari il tutto dopo aver rimesso apposto il letto" Normani mi rimproverò interrompendo l'ondata di entusiasmo che mi aveva travolta. Dopo essere uscita dalla casa di Lauren avevo telefonato ai miei per avvertirli che avrei dormito dalla mia amica e, subito dopo, avevo mandato un messaggio a Normani per dirle che stavo arrivando. Appena mi aveva aperto la porta l'avevo abbracciata con tutta la forza che avevo, sollevandola in aria. Non riuscivo a smettere di ridere. Mi ero fiondata in camera sua ed avevo iniziato a saltare sul letto come un'ossessa, urlando frasi sconnesse, con la mia amica che mi guardava un po' confusa.

Non riuscivo a contenere la felicità. Mi scorreva dentro come un vortice, sentivo l'energia fremere sotto la pelle, mi sentivo grande, potente, sentivo di poter essere capace di fare tutto.

Non mi ero mai sentita così, mai nulla nella mia vita mi aveva segnata così positivamente. Era mia, lo era.
Lo avevo capito da come mi baciava, da come ansimava sotto il mio tocco, lo avevo capito dai battiti del suo cuore impazzito che ancora mi rimbombavano in testa. Era mia. Avrebbe potuto negarlo a vita, non le avrei più creduto! Il suo cuore mi aveva parlato, lo avevo sentito ed adesso lo sapevo, sapevo che la volevo più di ogni altra cosa al mondo! E l'avrei avuta... l'avrei avuta e non lo dicevo per presunzione, era consapevolezza. Lei voleva essere mia. Lo avevo letto nelle sue iridi di verdi, l'eco del suo respiro lo aveva sussurrato alla mia pelle.

"Mani, è successa una cosa incredibile! Non posso crederci! Sul serio, Dio, dimmi che non sto sognando... oh cielo..."
"Mila vuoi spiegarmi?" mi ammoni nuovamente la mora.

Mi lasciai cadere sul letto rimbalzandoci sopra un paio di volte, poi puntai i miei occhi in quelli della mia amica senza smettere di ridere e piangere allo stesso tempo.
"E poi cosa diavolo hai sul collo? Ti ha morso una medusa gigantesca o sei semplicemente rimasta incastrata nel tubo dell'aspirapolvere? E' enorme" sbottò scioccata.
Passai istintivamente le dita sul segno che pulsava ancora sul mio collo, un brivido mi attraversò la schiena nel ripensare alle sue labbra su di me. E non riuscii a trattenermi dal sorridere come una scema.
Scrutai nuovamente la mia amica, la invitai a sedersi accanto a me battendo la mano sul materasso e lei obbedì guardandomi curiosa.
Presi un bel respiro e cominciai a raccontarle tutto.

***

"Lau c'è qualcosa che vorresti dirmi per caso?" domandò Dinah vagamente allusiva mentre richiudeva la porta alle sue spalle entrando non appena sentimmo il rumore inconfondibile della porta d'ingresso che si richiudeva con un tonfo sordo, segno che Camila era ormai uscita.

"D. io..."
Cazzo, era decisamente la situazione più imbarazzante ed inverosimile in cui mi fossi mai trovata. Cosa diavolo avrei potuto dirle? Passai in rassegna tutte le scuse che avrei potuto usare ma nessuna sembrava abbastanza plausibile. Dinah non era mica stupida! Spinta da un improvviso monito di coraggio alzai gli occhi su di lei che mi fissava con un espressione indecifrabile, abbassai nuovamente lo sguardo mentre l'imbarazzo tornava a colorarmi le guance. La mia amica da parte sua non emise alcun suono, si avvicinò a passo lento stendendosi comodamente accanto a me sul letto dove io ero ancora inginocchiata.

"Devo essermi persa qualcosa" bisbigliò "Hey ma era un succhiotto quello?" domandò poi dal nulla.
Voltai lentamente la testa nella sua direzione guardandola interrogativa.
"Intendo quell'enorme, gigantesco, ematoma violaceo che aveva sul collo" si spiegò lei un po' perplessa.

Aprii la bocca per dire qualcosa ma non uscì alcun suono, la richiusi prontamente avvampando ancora, mi voltai per nascondere ai suoi occhi il mio imbarazzo.

with somebody who loves meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora