12

127 7 0
                                    

Quando Ochaco si fu allontanata, Kirishima trovò il coraggio di allentare la presa. <Calmati!> gli disse in tono imponente m comprensivo.

<Come posso calmarmi?! Hai visto ciò che sta succedendo? Quanti saranno ormai che stanno soffrendo a causa del mio egoismo?>. Katsuki spinse via il ragazzo e si portò le mani tra i capelli <Cazzo!>.

<Non siamo certi che quella ragazza fosse sincera! Smettila di preoccu...> non ebbe il tempo di concludere.

<E se lo fosse?!> ormai gli occhi gli erano diventati lucidi e il cuore gli batteva forte nel petto <Se fosse sincera, quante persone...> prese una pausa e si guardò in giro per evitare di dimostrarsi debole davanti al rosso <... Quante persone saranno costrette a soffrise e quante ne moriranno?>.

Eijiro stava ribollendo internamente dalla rabbia, tanto che le scaglie sul suo volto cominciavano già ad intravvedersi <Tu non devi assolutamente niente a quelle persone, non preoccuparti per loro. Ti hanno costretto a vivere come un leone in gabbia, ma adesso sei libero>.

Bakugo si inginocchiò e si sedette sui talloni <come possono queste parole essere uscite dalla tua bocca?> disse in tono triste mentre guardava ľerba sotto di lui <sono sempre stato istruito a governare, a portare il peso di un regno sulle spalle, a prendermi cura di loro. Come posso ora non interessarmi di ciò che sta succedendo. Devo tornare al castello>.

Il colorito di pelle di Kirisima divenne rossastro e le scaglie si fecero più evidenti e nonappena Bakugo se ne accorse si alzò di scatto e lo guardò quasi intimorito, e la cosa fece arrabbiare ancora di più il rosso.

<Eijiro...> provò ad avvicinarsi ma lo temeva veramente.

<Preferisci degli sconosciuti a me!>

<No, aspetta. Non intendo dire questo> provò a correggersi nonostante il ragazzo sembrava essere fuori controllo. Il suo corpo stava velocemente mutando in quello del drago e nonappena vide le ali crescere dietro la sua schiena, gli si fiondò addosso e lo abbracciò <perdonami> sussurrò poi lasciando fluire le lacrime che aveva trattenuto.
Sentiva il cuore di Eijiro accelletato, lo sentiva tremare dalla rabbia e sentiva il suo respiro affannoso sempre più forte, ma nonostante questo non lo respinse e si fece calmare da quelľabbraccio fino a tornare nella sua forma umana.

Ochako aveva assistito alla scena, ma era rimasta in silenzio ad osservare da dietro gli alberi.

Bakugo si stringeva forte a lui, mentre Kirishima rimaneva impassibile a guardare il vuoto.

<Vai> disse poi il rosso.

Katsuki si staccò tenendo le mani poggiate sulle sue spalle <Cosa?> si portò una mano sugli occhi e si asciugò le lacrime.

<Se vuoi tornare al castello fallo, non sarò certo io ad impedirtelo>.

Vi fu qualche attimo di silenzio <Io non voglio, ma...>

Eijiro socchiuse gli occhi e lo guardò con una falsa calma <Ma cosa?! Vuoi farmi credere di essere obbligato a farlo?>.

<Si! È questo ciò di cui si tratta! Io scelglierei te, voglio te ma non potrei in ogni caso. Non posso vivere sapendo che qualcuno soffre per causa mia>.

Il rosso si staccò le sue mani di dosso e se ne andò <Non seguirmi!>.

Il biondo rimase immobile, lo sguardo fisso verso il nulla che cadeva contro ľacqua che rifletteva la luna piena di quella notte tanto magica quanto terribile.

<Che intendi fare?> chiese la ragazza mostrandosi.

Lui si passò una mano sul viso <Torno al castello>. Detto questo si girò e prese a camminare nella direzione in cui erano venuti.

<A-aspetta un attimo> disse la mora correndogli in contro. <Tenete questo e portane uno anche a lui. Rivoglio il mio migliore amico e per riaverlo serve che smettano di pensare che vi abbiano rapito, ma vedervi in quel modo è stato uno spettacolo così triste ed emozionante> mise due pendenti a forma di gemma di colore verde nella sua mano.

<Cos'è?> chiese osservando il ciondolo.

<È magico. È un ciondolo che risplende quando due cuori che si amano, sono vicini> gli spiegò <fate buon viaggio mio principe. Il regno conta su di voi e anche io>. La ragazza fece un inchino per poi girarsi ed andarsene.

Katsuki rimase a guardare la pietra colorata di uno dei due ciondoli e, dopo che Ochako fu andata via, corse nella direzione in cui era andato Eijiro.
Iniziò a gridare il suo nome mentre correva con quanta più velocità aveva. Lo aveva perso, ormai?
Era buio, gli sarà successo qualcosa? Si trovava in pericolo? Doveva trovarlo!
Si era comportato come un idiota?
No, lui aveva solo messo a tacere ciò che diceva il cuore per sentire ciò che aveva da dire la testa.

<Ei... *anf* Eijiro!> chiamò mentre si fermava a riprendere fiato. Si era addentrato nella foresta fitta e nonostante avesse urlato per farsi sentire meglio da lui ma anche qualunque predatore nel bosco, non lo aveva incrociato.

Le sue orecchie avevano smesso di funzionare da tempo; o meglio, erano concentrate solo a captare qualsiasi possibile risposta da parte del rosso; ma erano anche assordate dal vento che tirava in faccia e dal suo respiro.

<Da questa parte!> disse una voce famigliare che tuttavia, non era quella che Katsuki voleva sentire.

Ebbe ľistinto di nascondersi. Sapeva a chi apparteneva quella voce, il Generale delle guardie reali, Tenya Iida. Lui gli aveva insegnato tutto ciò che sapeva fare con la spada, certamente non avrebbe mai vinto in uno scontro contro lui.
Era forse la figura più vicina a quella di genitore ma, seppur lo avesse cresciuto, non avrebbe avuto pietà di lui; lo avrebbe riportato subito al palazzo reale, ma prima doveva trovare Eijiro.

Ebbe conferma dei suoi pensieri quando sentì le guardie muoversi dietro di lui che le capitanava.

<Dividiamoci! Voglio che perlustriate tutta ľarea! Nemmeno un centimetro di questo bosco deve essere lasciata scoperta. Sono stato chiaro?!> disse scandendo bene le parole. I soldati risposero un sonoro sì ed eseguirono gli ordini.

Sembravano essere ancora lontani da lui.
Improvvisamente il cuore parve fernarglisi nel petto. Avevano preso Eijiro? Doveva controllare.
Si sporse da dietro il grande fusto e osservò il carro che solitamente veniva usato per trasportare i prigionieri di guerra che era trainato da due cavalli e due guardie; ma attorno ad esso ve ne erano molte di più. Non sarebbe mai riuscito a non farsi scoprire.
Ľimmagine di Kirishima che veniva torturato e poi ucciso gli si piantò in testa e per poco non pianse.
Doveva riuscirci!

SE CI SEI TU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora