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La cosa si dimostrò terribile quanto lo era stato per il rosso e adesso lo stavano lasciando riposare.

Sia Ochako che Kirishima erano poggiati allo stipite della porta a prendere delľaria fresca. Ormai la notte era passata e loro due non avevano chiuso occhio.

<va a dormire anche te, ti sveglierò nel caso qualcuno dovesse avvicinarsi>.

<E voi osereste disturbare una giovane fanciulla mentre sta riposando?> disse quasi in tono provocatorio.

<Più che una giovane fanciulla mi sembrate...> notò la faccia contrariata della ragazza <Scusate>.

Finita ľagitazione avevano preso a darsi del voi, come da etichetta.

<Posso farvi una domanda al quanto personale?> chiese poi il rosso tornando a guardare il bosco che finiva qualche metro più anvanti.

<Certo> rispose la ragazza che stava facendo lo stesso.

<Il vostro migliore amico, è davvero solo un migliore amico?>.

<Che genere di domanda è? Ovvio no? Lui è persino già promesso sposo ed è felice, cosa vi fa pensare una cosa così ridicola> rispose con uno spiccato rossore sulle guance.

<Sembra infastidirvi il fatto che io e il principe siamo così legati> rispose con sorriso di chi sa già il motivo.

La ragazza si voltò dal lato opposto <Siete troppo appiccicosi. Il principe non dovrebbe neanche stare con voi; deve portare avanti la dinastia e con voi non può farlo>.

Kirishima sospirò <Ne sono consapevole, vorrei solo essere felici insieme il più a lungo possibile>.

L a ragazza tornò a guardarlo <Scusa> ma il ragazzo sembrava ormai perduto nei suoi pensieri <Vado a dormire>.
Mentre la ragazza si allontanava aggiunse <È possibile che mi piaccia, ma non posso costringerlo ad essere infelice insieme a me piuttosto che essere felice con un altro uomo> poi si richiuse la porta della stanza alle spalle.

Eijio fece un mezzo sorriso <lo sapevo> sussurrò a se stesso.

La mattinata passò poi velocemente, anche se il sonno iniziava a farsi sentire.
Erano passate circa tre ore da quando Ochako era andata a riposarsi e non avrebbe potuto chiederle un cambio così presto.
Rietrò in casa dopo essere stato seduto in giardino a sorvegliare il bosco inanimato per tutto quel tempo e si mise a guardare in giro.
Aprì qualche scaffale e vi trovò qualche fiala contenenti liquidi colorati. Una in particolare attirò la sua attenzione; era un ampolla color rosso dal collo molto lungo ed un tappo in sughero sigillato con la cera, sulľetichetta sbiadita vi era la scritta "Pozione d'amore". La prese in mano con molta attenzione e la osservò riponendola allo stesso posto subito dopo.

"Chi sa se l'ha mai usata?" Pensò continuando a guardare in quello scaffale.

Vi era una fiala con un contenuto verdognolo ed anchessa sigillata con la cera. La scritta era girata dal lato opposto dalla quale la stava guardando e quando la girò e lesse la parola "Veleno" rimase un stupito.

"Forse non dovrei fidarmi di lei" scosse energicamente la testa per scacciare quel pensiero "ci avrebbe già uccisi se avesse voluto".

Ripose anche quella fiala e richiuse ľarmadietto.
Si avvicinò poi alla libreria che si trovava vicino al camino e si fermò a guardare il ragazzo che dormiva d'avanti al fuoco acceso con una coperta addosso. Katuki fece un lieve scatto involontario con il braccio non fasciato ed Eijiro sorrise.
La librieria non era molto ricca; vi erano circa una quindicina di libri posizionati in orizontale o in diagonale appoggiati gli uni sugli altri. Ne sfogliò uno e vi trovò molti disegni di erbe e scritte a lui incomprensibili.
Prese un altro libro dalla copertina porpora e dal titolo "pozioni", lo sfogliò velocemente, ma anche lì la lingua sembrava incomprensibile, ma notò che il segnalibro era fermo su una pagina piana di appunti dove vi era anche il disegno della fiala di veleno che aveva visto prima.

"Mi sto facendo troppe paranoie, sono stanco" si disse per rassicurarsi.

Si sedette su una sedia e poggiò la testa al tavolo nascosta tra le braccia mentre ascoltava il suono della legna che ardeva e guardava il torace del biondo che si alzava ed abbassava a ritmo del suo respiro.

Pensò a quanto fosse bello ed effimero ciò che stava vivendo insieme a Bakugo. Se avesse deciso di tornare al palazzo reale, la loro storia non avrebbe avuto futuro e il loro vissuto sarebbe stato persino insabbiato.

Tentò a rimanere vigile, ma le palpebre si fecero sempre più pesanti.

<Hey> lo svegliò la voce della ragazza <Vi siete riposato?> chiese in tono gentile ed improvvisamente si rese conto che non avrebbe dovuto temete quella ragazza per nessuna ragione, li stava aiutando.

Mugugnò e alzò la testa <Quanto ho dormito?> chiese con voce assonnata mentre si grattava un occhio.

<Si è fatta sera, spero voi abbiate dormito abbastanza perchè dobbiamo cenare ora>.

<Katsuki?> chiese nonappena notò che il ragazzo non si trovava più sul pavimento.

<Glì è venuta la febbre, gli ho dato una pozione con un po' di pane, ma gli effetti collaterali sono la sonnolenza e la nausea. È andato in giardino a vomintare anche ľanima> rispose mentre prendeva dal fuoco un coniglio <Ľho preso io! Anche le fanciulle possono cacciare, vedete?>.

Kirishima sorrise mentre lo portava in tavola <Non sono mai stato il tipo che si fa problemi su chi può fare o non fare cosa>.

<Siete molto saggio allora, ve lo riconosco> rispose sorridendo e porgendoli la sua porzione.

Subito dopo, la porta si spalancò ed entrò Katsuki mentre si puliva la bocca con il dorso del braccio.
<Ben svegliato, Eijiro> gli sorrise debolmente ed il ragazzo ricambiò.

<Venite, la cena è pronta. Mi scuso per non aver servito prima lei> disse la ragazza porgendo una porzoone anche a lui dopo che si fu seduto.

Il ragazzo ringraziò <Non ci troviamo a corte, non ho bisogno di servigi. Potete stare tranquilla>.

Ochako fece un lieve inchino e si sedette alla tavola. Invitò gli altri due ragazzi a pregare con lei per ringraziare del cibo che vi era sulla tavola e dopo iniziatono a mangiare.

Kirishima versò del vino, che era poggiato in tavola, nel bicchiere della mora per poi versarne un po' anche nel suo.

Anche Bakugo allungò la mano per prendere la bottiglia di vino appena posata dal rosso, ma venne interrotto dalla ragazza. <Niente vino per i malati e i bambini>.

<Non sono più un bambino> si lamentò Katsuki che tanto desiderava berne da quando erano stati costretti ad andarsene dalla casa del rosso.

<Ma siete malato> Disse la ragazza, ma la sua voce fu coperta da ciò che stava già dicendo Kirishima alzando il bicchiere come per prenderlo in giro: <Chi replica è un bambino>.

Il ragazzo si mise a ridere alla faccia contrariata del biondo, ma mentre stava per portarsi alla bocca il bicchire per prendere un sorso, si accorse che la ragazza lo stava guardando in modo strano.

<Allora? Non bevete?>

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