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*Spazio autrice*
Ciao.
La descrizione dei combattimenti per me è sempre stata difficile ( T _ T )
Quindi se volete potete dirmi se capite o non capite ciò che sta succedendo, perchè almemo potrei revisionarla.
Accetto anche le critiche costruttive, non fatevi problemi.
Grazie♡

<Quel ragazzo per me non ha segreti, ma ammetto che mi sta mettendo in difficoltà> disse la voce del generale.

Bakugo si morse il pugno ed imprecò mentalmente. La sua voce, come i suoi passi, erano sempre più vicina.
Sarebbe dovuto nascondersi passando da un albero alľaltro fino ad arrivare al carro.
Si diede una breve occhiata in giro e corse verso la seconda quercia.

<Cos'è stato?!> dissero delle guardie di discreta distanza.

<Presatate attenzione> disse Iida <Il ragazzo non deve morire, ma se dovesse servire, potrete usare le spade>.

"Ci mancava solo questa!" Pensò mentre cercava di regolarizzare il fiato che non era affaticato, ma ricolmo di adrenalina. Se in quel momento lo avessero pugnalato, probabilmente non avrebbe sentito niente.

Passò dietro a dei cespugli mantenendo una postura bassa, fino ad arrivare ad un altro albero dal fusto grande.
Si sporse per guardare i soldati, ma si ritrovò a faccia a faccia con uno di essi.
Egli fece subito per dare ľallarme, ma Katsuki lo aveva già colpito con il manico della spada su una tempia, facendogli così perdere i sensi.
Per sua sfortuna, due guardie poco lontane avevano sentito quelle poche lettere della frase <è qui!> bloccatesi a metà, e provvederono a dare ľallarme.

"No, no, no, NO! Così non va! Che devo fare ora?!" Pensò mentre faceva qualche passo alľindietro.

Quando vide le due guardie correre nella sua direzione, si voltò e scappò senza mai perdere di vista il carro.
Finchè si trattava di due persone che non potevano ferirlo mortalmente, avrebbe potuto batterle, ma se fossero arrivati i rinforzi prima di riuscire a stenderle, non ci sarebbe mai riuscito.

Il carro nonostante tutto, era sempre sorvegliato, il che non fece altro che confermare la sua teoria.
"c'è qualcuno là dentro!".

Vide di sfuggita il generale che si faceva consegnare un cavallo per poi salirci subito in groppa.
Per una volta, se avesse sfruttato bene le sue carte, sarebbe stato in vantaggio.

Corse a perdi fiato un altra volta, raggiungendo il punto più lontano dalla quale era ancora visibile il gruppo di guardie.
La sua mossa era stupida, ma non riusciva a non pensare ad Eijiro su quel carro destinato prima a delle torture e poi una morte priva di significato.

Le guardie, con le loro armature pesanti, non riuscivano a stargli al passo; nessuno sarebbe mai riuscito a stargli al passo in quel momento.

Riprese a muoversi dopo qualche secondo di ripresa. Doveva arrivare dalľaltro lato del bosco, combattere contro le guardie e controllare il carro. Gli serviva un diversivo.

Vide una catena di alberi e cespugli che continuava per un lungo tragitto, corse dietro di essi e, dopo un iniziale ripensamento e non prima di aver controllato la distanza delle guardie più vicine, si mise ad urlare con tutta la forza che aveva simulando delle urla di dolore.
Subito dopo aver fatto ciò, si ritrovò a scappare il più lontano possibile in direzione del carro.

Quando vide il generale arrivare sul posto ed accorgersi delľinganno, era già abbastanza lontano.

Aveva rischiato molto, ma in qualche modo ce l'aveva fatta. Le sue tracce erano perse anche grazie al buio persistente di quella notte illuminata solo dalla fievole luce della luna.

Arrivò al carro dove vi erano rimaste solo quattro guardie.

La prima non si accorse di nulla e riuscì a stendrla con un altro colpo di manico sulla tempia.
La seconda non fece in tempo a dare ľallarme, che già si trovava a terra priva di sensi.
Le ultime due guardie gli arrivarono alle spalle dopo aver sentito i tonfi dei corpi dei compagni d'armi.

Uno provò a prenderlo per il collo e ľaltro a bloccargli le braccia. Si trovò in difficoltà ma riuscì a sottrarsi alla presa del secondo, e così facendo, riuscì a liberarsi dalla braccio attorno al collo, spingendolo via con quanta più forza aveva.

Tutti e tre ipugnarono le spade, ma Katsuki fu il più veloce tra tutti, ed entro poco tempo, aveva già rotto la cotta di maglia della seconda guardia, infilzandola alla spalla con cui reggeva ľarma e obbligandolo a farla cadere al suolo.

Con la prima guardia, invece, vi fu un vero e proprio scontro.
Le loro spade fischiavano ad ogni parata, la cosa richiamò le altre guardie lasciate indietro che sembravano guadagnare terreno molto rapidamente, stavolta.

Ľagitazione e la fretta gli permisero di concludere lo scontro.
Ľuomo riuscì a ferirlo profondamemte di punta al bicipite, mentre compieva la stessa mossa con cui aveva già steso gli altri.

Ringhiò mentre la lama usciva dal suo braccio trascinandosi dietro del sangue, ma ignorò il dolore ed aprì il carro.

<Cosa?!> improvvisamente esplose dalla rabbia <CHE RAZZA DI GUARDIE SORVEGLIANO UN CARRO VUOTO?!> disse dando un calcio alľunico soldato ancora cosciente ma che non riusciva a muoversi dal dolore.

"Eijiro non è qui" pensò di conseguenza e, dopo aver fatto qualche passo indietro, si rimise a correre.

Dopo quasi un quarto d'ora di corsa ininterrotta, dovette fermarsi dietro un grosso albero.
Le gambe non avevano più intenzione di rispondere ai suoi ordini, il braccio gli faceva male e si seniva sempre più stanco.
La testa diventava pian piano più leggera e le palpebre più pesanti, ma non poteva svenire in un tale momento.
<Eiji... dove sei... aiutami> disse allo stremo delle forze.
Portò la mano alla ferita che grondava di sangue e premette per provare a fermare l'emorragia.
La vista stava diventando sempre più sfocata, ma davanti a lui riuscì a vedere una figura in lontananza.
Provò a mettere a fuoco con scarsi risultati.

<Katsuki> sentì gridare nonostante il fischio nelle orecchie.

<Eijiro> riuscì a sussurrare.

La sua figura si avvicinava sempre più rapidamente, ma ormai non sapeva dise se fosse un allucinazione o fosse davvero lui.
Provò a restare coscente, ma le palpebre protestavano. Desiderava riposarsi, ma il ragazzo era così tanto vicino ormai.
Sentì il fusto delľalbero graffiargli la schiena mentre lo scenario che stava guardando si ribaltava. Sentì come ultima cosa il freddo terreno che raffreddava la sua faccia e bruciava sulla sua ferita, poi solo buio.

SE CI SEI TU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora