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*SPAZIO AUTRICE*
"Non mentirò, mi ero proprio dimenticata di dover disegnare la copertina e, tra ieri ed oggi, ho anche avuto dei problemi con l'applicazione che uso per disegnare digitalmente, ma tra non molto riuscirò a caricarla.
Ciao"

Arrivarono in una caverna fradici poco dopo che il grande acquazone iniziasse a cadere su di loro.
Katsuki lasciò riposare il rosso che, ferito ed infreddolito, continuava a tremare nonostante ľamico provasse a scaldarlo come meglio poteva pronando a fregare le mani contro la sua pelle.
Accendere un fuoco era fuori questione, il fumo gli avrebbe fatti soffocare lì dentro nel giro di poco tempo.
Vedendo che la situazione con il ragazzo non migliotarava e, anzi, andava solamente peggiorando a causa del vento che aveva cambiato direzione, decise di sdraiarsi di fianco a lui e di abbracciarlo provando a non fargli male. nononstante sapesse che Kirishima sotto il pesante ma ormai bagnato e gelido mantello, fosse completamente nudo, non esitò nemmeno un secondo e lo cinse sia con le braccia che con le gambe.
I loro corpi iniziarono a scaldarsi a vicenda e il rosso smise di tremare.
Katsuki rimaneva comunque sulľattenti, con lo sguardo sempre puntato ora sulla sua spada posta sopra la sua testa e pronta per essere impunata, ora sulľuscita della caverna per osservare tutto ciò che si muoveva oltre alla pioggia.
Quando la pioggia iniziò a cessare, Bakugo decise di staccarsi dal amico per cercare qualcosa da dargli da mangiare nonappena si fosse svegliato; ma mentre provava ad alzarsi con le braccia e le gambe intorpidite per aver stretto troppo e troppo a lungo, il rosso gli prese debolmente un polso mentre ancora dormiva.
<non andartene, Marck> sussurrò.
"Marck?" Si ripetè il ragazzo in mente. Kirishima aveva già perso tutta la forza della presa ed era tornato a dormire pesantemente.
Katsuki prese la spada ma prima di uscire da quella caverna che gli stava temporaneamente offrendo un riparo sicuro, si chinò per dargli una carezza in viso e vederlo sorridere.
Sorrise a sua volta e si rialzò in piedi.
La gamba gli doleva molto, ma il dolore si era attenuato dalľultima volta che ľaveva appoggiata una settimana prima, ed era sicuro quasi al 90% che il dopore fosse anche causato dalla pioggia che influisce sulle ferite.

Tentò di rimanere dove avrebbe potuto controllare il ragazzo, ma nei paraggi non vi erano molti animali da cacciare, e per lo più erano conglietti che lo osservavano dalle loro tane, ma vista la situazione, loro erano il suo obbiettivo.
Tentò di prenderne uno, ma il coniglio fu più veloce di lui e si rifugiò nella piccola tana appena in tempo per sfiorare la sua presa.
Bakugo riprovò molte volte finchè alle sue sple non sentì un fruscio.
Si era distratto e non aveva ascoltato i suoni che lo circondavano.
Si girò di scatto e vide un ragazzo basso con degli strani vestiti verdi e i capelli a loro volta del colore delľerba avvicinarsi al suo amico che riposava ancora.
Gli saltò addosso, lo prese per il collo e si avvicinò al suo orecchio per sussurrargli in modo arravbiato e inquietante <cosa cerchi di fare e da dove sei venuto?>.

Il ragazzo era troppo spaventato per riuscire a rispondre.

<vuoi forse che questo diventi il tuo ultimo giorno tra i vivi?> chese puntando la spada al suo ventre.

Il ragazzo dagli strani capelli scosse la testa velocemente.

<allora parla!> gli ordinò il biondo.

<p-provengo da-da una città vicina. S-sono venuto a caccia, ma ho incontrato voi prima di qualsiasi animale> disse con voce tremante.

Bakugo si accorse della feretra ancora piena di frecce e ľarco che teneva in spalla che preso dalla foga non aveva notato e lasciò la presa.

<vai via!> gli intimò minacciandolo con la spada.

<v-voglio aiutarvi> disse il ragazzo alzando le mani per mostrare di non avere armi pronte alľuso istantaneo, tipo pugnali.

<non mi fido di te! Gira a largo!> continuò con sguardo severo.

Il ragazzo poggiò a terra ľarco, e per poco Bakugo non lo infilzò per il gesto inaspettato, poi ritornò con le mano in altto <non voglio farvi del male. Ma lui sembra essere ferito, vorrei aiutarlo. Mi chiamo Izuku>.

Bakugo gettò un occhio sul ragazzo che era tornato a tremare. <non osare fare passi falsi, o sarà la tua fine> rispose rifoderando la spada.

Il biondo si caricò sulla schiena il ragazzo e lo sentì gemere nonostante sembrava fosse ancora in un sonno profondo. Anche lui era provato dal dolore alla gamba, ma ormai stava smettendo di sentirlo.

Il verde gli fece strada fino ad una casetta in una campagna non molto lontana da dove si trovavano.
<forza, entrate> disse tenendo aperta la porta.

Nonappena furono dentro, una signora con lo stesso colore di capelli del ragazzo li salutò. La donna era impegnata a cucinare, ma appena si accorse di Eijiro lasciò tutto ed andò dal biondo. <cos'è successo? Stendilo lì> disse insicando un letto in un altra stanza.

Senza rispondere con altro se non con un cenno con il capo, di gratitudine; si avviò alla camera.
Izuku lo seguì e lo aiutò poi ad appoggiarlo senza creargli troppo dolore.

<come mai ci vuoi aiutare? Nessuno fa mai nula senza aspettarsi qualcosa in cambio> disse Katsuki mentre ossevava il ragazzo prendere qualcosa da un mobiletto.
Quando stava per togliere il mantello bagnato che copriva il ragazzo; Bakugo bloccò la sua mano con fare minaccioso, ma la lasciò subito. <scusa, è... lui non è vestito> disse imbarazzato.

<ah, capisco> gli porse dei vestiti ed una coperta <puoi pensarci tu se ti ingelosisci. Sai, anche io sono geloso del mio ragazzo> subito dopo uscì dalla stanza e chiuse la porta.

Katsuki tolse il mantello ed iniziò a rivestirlo per poi coprirlo con la coperta.
Proprio mentre stava per unscire dalla stanza, sentì provenire dalla cucina le voci del ragazzo e della madre.

<si madre, ne sono certo. È lui il principe Katsuki>

Il cuore nel petto del ragazzo si fermò per qualche secondo prima di riprendere a battere velocissimo.

<devi andare ad avvisare le guardie reali!>

<sì, è quello che farò. State attenta a come agite, mi fa parecchia paura quel ragazzo. Non sembra scherzare con quekla spada>.

Il discorso si concluse coaì e sentì i passi provenire nella sua durezione.

Katsuki si fece in dietro di qualche passo e sguainò la spada pronto ad affondarla nel corpo minuto del ragazzo.

Come immaginato, la porta si aprì ed il ragazzo si fece subito in dietro appena vide la spada puntatagli contro. <aspetta, possiamo parlare...>.

<parlare un paio di cazzi!> disse continuando a puntargli la lama contro mentre il suo fiato si faceva sempre più corto ed accellerato a causa della rabbia.

La madre si fiondò su di lui e, evitando la spada con agilità, lo spinse dentro la stanza e nel chiuse la porta a chiave.
Sentì la donna ordinare al figlio di andare a chiamare le guardie reali e che lì ci avrebbe pensato lei.

Bakugo iniziò a sbattere il piede contro la porta per mandarla giù, ma doveva essere stata bloccata dall'esterno con qualche mobile.

Tentò invano ancora qualche calcio ma la porta rimase serrata senza nemmeno scalfirsi.

<Katsuki...>

Sentì pronunciare debolmente da dietro di lui. Si voltò e vide che il ragazzo provava a mettersi seduto. Bakugo si fermò e corse a farlo stendere nuovamente.
<non credo nemmeno che le tue ferite si siano iniziate a richiudere, stai giù> disse con voce calma.

<dove siamo?> chiese il rosso guardandosi attorno <e cos'è successo?>. Subito dopo aver formulato la domanda, sbiancò e guardò impaurito il biondo.

<Che succede?> chiese lui inginocchiandosi al suo fianco mentre povava a farlo stare sdraiato dato che il ragazzo continuava a fare forza per alzarsi.

<Tu... tu lo sai, vero? Non era un sogno> chiese tremante di paura <I-intendi u-uccidermi, ora?>.

Bakugo rimase senza parole per qualche secondo, effettivamente con ci aveva pensato troppo alľaccaduto, preso com'era ad occuparsi di lui. <no> rispose poi rassicurandolo.

SE CI SEI TU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora