Parte 2💋

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Davanti a me c'era solamente il mio collega, Jungkook... con un'aria così tranquilla che tanto avrei voluto strozzarlo

"O per la miseria!" tirai un sospiro di sollievo e, abbassando la pistola, mi precipitai ad aprire la vetrata, per poi dirgli con aria innervosita.

"Ma sei impazzito?" lui intanto entrava in camera mia ridendo

"Ciao anche a te!" mi rispose con tutta calma mentre io cercavo ancora di regolarizzare il mio battito cardiaco accelerato dallo spavento.

"Mi hai fatto venire un colpo!" Lui intanto, scusandosi sempre con una risata, si levò uno zainetto nero dalle spalle, che appoggiò per terra, e il giubbotto, che appoggiò sul letto.

Solo in quell'istante notai come era vestito: era semplicemente perfetto! Aveva un pantalone nero che gli fasciava le sue muscolose cosce, con sopra un maglione blu molto aderente, anche troppo visto che si potevano benissimo notare le sue braccia muscolose e la sua stretta vita.

Chiunque si incanterebbe ad osservare solo il suo viso, ma fortunatamente io in quel momento stavo pensando ad un modo per ucciderlo visto che era entrato in casa mia in quel modo.

"So che sei felice di vedermi!" mi sorrise facendomi un occhiolino e per poco non svenivo sul pavimento, ma io non mi lascio smuovere così facilmente, e per questo controbattei.

"Fammi capire, hai intenzione di dirmi perché sei piombato in casa mia alle 22.30 oppure vuoi stare lì fermo a perdere tempo?" lo guardai cercando di tirar fuori tutta l'attrice che è dentro di me, in modo tale da sembrare arrabbiata. In fondo, direi molto infondo, mi faceva piacere fosse venuto da me, per qualsiasi strano motivo mi avrebbe detto.
Il suo sguardo intanto non era cambiato, per nulla mosso dal vedere il mio, come avveniva sempre. Era fermo, al centro della stanza, con le mani nelle tasche dei pantaloni, che mi osservava.

Finalmente lui si decise a parlare

"Beh siccome domani abbiamo il grande colpo finale, volevo assicurarmi che non fossi morta o cose del genere..." intanto lui iniziò a muoversi verso la sua destra, andando incontro al mio letto.

"...e inoltre ero e sono certo che tu fino a pochi minuti fa stessi ricapitolando tutte le mosse di domani..." poi Jungkook si sedette ai piedi del letto, mentre io, immobile, mi sorpresi nel sapere quanto lui mi conoscesse, così tanto...
"...quindi eccomi qui, al tuo servizio per calmare la tua ansia" io attentamente lo ascoltavo parlare, cercando di non incantarmi nell'osservare la sua muscolosa silhouette. Ma quelle parole furono ciò che mi colpirono di più.

"Come facevi a sapere che fossi preoccupata?"
"Chi ti conosce più di me?" terminò con aria di convinzione il suo discorso accavallando una gamba sull'altra e circondando il suo ginocchio con le sue mani.

"Beh comunque ci hai azzeccato, perché stavo giusto controllando le ultime cose prima che tu piombassi in casa mia!" cercando di irritarlo, anche io mi avvicinai al mio letto indicando i famosi fogli.

"Questa è la mia Y/N!" sorrise contento di aver indovinato ed io, ancora confusa per come ci fosse riuscito, sentii il mio battito perdere un colpo per quella frase, per poi riprendere regolarmente a funzionare...

"E comunque non sono piombato in casa tua: io ho bussato e tu mi hai aperto!" si giustificò lui convinto mentre prese in mano alcuni dei fogli. Questo ragazzo vuole proprio portarmi al limite della pazienza.

"Ma ti ricordo che sei entrato dal balcone! Non potevi telefonarmi o bussare dalla porta di casa?" gli feci notare giustamente io e lui iniziò a ridere, la tipica risata di chi prende per il culo.

Alzò lo sguardo dai fogli, verso di me. Fece finta di pensare e poi strizzò il suo naso dicendo
"Mh, nah! È più divertente così!" e poi ritornò sui fogli, sotto il mio sguardo irritato ma ormai abituato alle sue cretinate.

"Cosa devo fare con te.. !" presi anche io i fogli restanti
"Può farmi tutto quello che vuole signorina Park, sono ai suoi ordini!" lui riprese a leggere, ridendo sotto i baffi ed io roteai le pupille negli occhi, per come mi avesse chiamato.
Ovviamente non potei fare a meno di ridere, anche se in realtà stavo morendo internamente.

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