Capitolo 1

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Ian Pov

Stavo tranquillamente parlando con Giorgia, mentre mio fratello giocava alla Switch.

"E' sempre attaccato lì".

Insomma, stavamo tranquillamente camminando quando, ad un certo punto, andai a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno, battendo una culata per terra. Mentre quella stronza di Giorgia rideva, io imprecavo verso quel qualcuno che mi era venuto addosso, ma appena alzai lo sguardo mi bloccai. Davanti a me avevo un bel ragazzo, alto circa 1.90 con dei capelli nero pece, sparati in aria e un piccolo ciuffo che ricadeva sull'occhio destro. I suoi occhi ambrati erano bellissimi. Notai che anche il ragazzo mi stava fissando da capo a piedi, i suoi occhi si ridussero a due fessure, sembravano gli occhi di un predatore che aveva appena visto la sua preda e non voleva più perderla di vista.

Giorgia Pov

"Ma può questo fare solo figure di merda?!"

Mentre stavo parlando con Ian, lo ritrovai con il culo a terra e scoppiai a ridere.

"Non imparerà mai a guardare avanti quando parla".

Lo scemo si mise ad imprecare, finché non vide contro chi andò a sbattere. In quel momento, capii che il suo unico neurone funzionante si era spento.

"Non ci posso credere.. sta veramente sbavando?!"

Per salvare quella poca dignità che gli era rimasta, mi piazzai davanti a lui per aiutarlo ad alzarsi, impedendo al ragazzo di vedere la faccia da ebete che aveva. Mi girai verso il moro, chiedendo scusa al posto del mio amico, poi lo presi per il polso e iniziai a tirare. Continuammo a camminare, finché non sentimmo Kozume parlare col moro.

"Non ci credo."

Ian Pov

"Non ci credo. KENMA CONOSCE QUEL FIGO?!"

Distolgo lo sguardo dal ragazzo, e guardo mio fratello con un'espressione interrogativa, dopo dovevamo parlare. Mi avvicino di nuovo a loro tirando Giorgia con me.

<Kenma, muoviti, dobbiamo andare> gli dico tirandolo per il braccio. Ma lui si inchioda sul posto.

<Sta calmo.. Prima almeno presentati. Guarda che lui è un vostro Senpai.> In effetti guardo meglio il moro e mi accorsi che indossava la stessa divisa mia e di Kenma, quella camicia bianca che evidenziava i suoi addominali scolpiti, insieme alle spalle abbastanza larghe e quei pantaloni attillati che lasciavano poco all'immaginazione.. beh.. divinità greche, spostatevi. ANCHE LUI VA ALLA NEKOMA?! Io e Giorgia ci guardiamo allibiti, per poi fare un piccolo inchino.

<Quindi tu sei Giorgia> dice il ragazzo indicando la mia migliore amica <E tu Ian, giusto?> Io e la mia amica annuimmo e anche lui fece un piccolo inchino. <Io sono Kuroo Tetsurou, e vado al terzo anno. Spero di vedervi spesso nei corridoi> ci sorrise ad entrambi, per poi guardare l'orologio.

<Però ora muoviamoci o farete tardi al vostro primo giorno> e detto ciò, io, Giorgia e i due ragazzi, ci incamminammo verso la scuola, che era solo a pochi metri da noi.

***

Non appena arrivammo a scuola, mi persi nel guardarla, da fuori sembrava veramente imponente. Fuori da essa c'erano veramente tantissimi studenti che parlavano tra di loro, alcune ragazze che guardavano i ragazzi e ridevano, altre che facevano degli urletti striduli non appena ne vedevano uno figo, e la scena più ridicola di tutte, un branco di oche intorno al ragazzo che ci aveva accompagnati insieme a Kenma. Da come ho capito dai loro urli, è il capitano della squadra di Pallavolo.

"Ora capisco perché è così popolare."

Mi perdo di nuovo a guardarlo, ma vengo di nuovo interrotto da Giorgia che mi trascina via. Io, oltre che ad infamarla per avermi tolto da un bellissimo spettacolo, inizio a parlarle un pochino di lui.

<Forse è lui l'amico di Kenma.. ma non lo so.. insomma, ero sempre da te, non l'ho mai visto, anche se il nome è quello.> dissi alla mia amica, che già sembrava voler morire.

<Non saprei, non ne ho mai sentito parlare, so solo che tu venivi da me e mi dicevi che tuo fratello aveva ospiti>

<Beh, però ha un bell'amico, insomma.> le dico, giocando con le dita e arrossendo un po'.

"Che faccio? Glielo dico?!"

<Ecco.. vedi.. io.. ehm.. come dire.. sono Pansessuale..>

<Lo sapevo già.> disse lei con un sorrisino in faccia, iniziando ad incamminarsi verso la classe.

<M-MA COME! DA QUANDO?!> La vidi girarsi a guardarmi.

<Ti conosco. Ti ho 24 ore su 24 a casa mia, secondo te non me ne accorgo?>

"Beh.. effettivamente è vero.."

La raggiunsi, abbracciandola e sorridendole, per poi insieme entrare a scuola.

Non appena entrammo iniziammo subito a cercare i fogli per vedere in che classe fossimo, e per fortuna, eravamo nella stessa classe. Ci dirigemmo verso la nostra aula, mentre io continuavo a pensare e a parlare di quello strano, ma affascinante ragazzo dagli occhi ambrati. Andammo a sederci infondo alla classe, ovviamente vicini, e iniziammo a parlare del più e del meno anche durante le lezioni. Per parlare del più e del meno, si intende che io parlavo, e lei moriva sul banco.

Tre Gatti e un GufoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora