ꪶ'ombra ꪀera che ꀤcombe su di ꪑe.

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Cado di culo a terra con le mani appoggiate sul terriccio, dei rivoli di sangue sgorgano da esso.

Porto le braccia avanti come protezione mentre l'enorme sagoma nera mi vola sopra pronta per sbranarmi...

Mi sveglio urlando nella mia stanza, la fronte sudata e gli occhi spalancati mentre grido.

L'ennesimo incubo su quel essere nero, sono ormai passati dodici anni da quel giorno e ancora non me ne capacito.

Ero svenuta e la mio risveglio ero viva con solo qualche graffio sulle gambe e sulle mani.

Mi alzo ignorando le pulsazioni alla testa per lo scarso sonno, metto le prime cose comode dell'armadio ed esco fuori.

Il venticello fa vibrare i miei cappelli e qualche fiocco di neve rimane incastrato nelle ciglia, forse dovevo mettermi qualcosa in più, sto congelando!

Sfregandomi le braccia per riscaldarmi continuo la mia passeggiata fino all'inizio del bosco dietro al supermarket.

Qui anni prima venni attaccata da una sagoma nera ed ora, anni dopo mi ritrovo nello stesso posto a passeggiare.

Che gioco del destino.

Un rumore mi fa fermare e di soppiato mi guardo in torno, non c'è niente.

<Una piccola preda>un gigante sulla cinquantina, con barba folta e capelli rasati mi punta un pistola addosso.

Alzo le mani per mostragliele mentre cerco di rimanere calma, se mi vede agitata se ne approfitterà.

La neve continua a scendere mentre l'uomo arriva davanti a me con qualche metro a separarci.

<Svuota le tasche ragazzina>

<Non ho niente neanche il telefono>parlo piano mentre mostro le tasche vuote.

<Male, male, male>bisbiglia mentre fa oscillare la pistola, lo vedo avvicinarsi fino a quando la canna gelida della pistola non tocca la mia fronte.

<Ho bisogno di qualcosa, non posso di certo andarmene con le mani in mano>mentre pronuncia queste parole toglie la sicura alla pistola.

Altre goccioline di sudore percorrono il mio collo, le mani tremano e le labbra sono rosse dal troppo mordere.

Con lo sguardo squadra il mio corpo e un conato di vomito mi sale ma cerco di rimanere impassibile.

L'ho fatto per anni ora non é un eccezione.

<Non sei affatto male però fa troppo freddo e qui maggiormente quindi cammina>con la pistola ancora puntata alla testa mi afferra una spalla facendomi girare.

Inizio a camminare non appena la sua pistola preme di più sulla mia testa.

Devo trovare un modo, non mi faccio rovinare di più di quel che sono.

Guardandomi attorno non trovo nulla se non una piccola porzione di terra calpestata da qualcosa.

Non c'è neanche un masso abbastanza grande da stordirlo.

Un ruggito lungo e potente mi pietrizza e solo ora noto la sagoma nera che mi tormenta correre nella mia direzione.

Man mano che si avvicina i suoi occhi grandi verdi mi spaventano e come quella volta cado all'indietro un attimo prima che lei balzi sopra di me.

Chiudo gli occhi aspettando il colpo che non arriva, gli spalancò non appena un ringhio dietro di me mi fa girare.

La pantera sta sopra un lupo, lo sta attaccando e non appena si gira per guardarmi il buio mi abbraccia.

𝖔𝖓𝖊 𝖘𝖍𝖔𝖙 ~𝑴𝒊𝒓𝒂𝒄𝒖𝒍𝒐𝒖𝒔~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora