Capitolo 13 (Una Notizia Traumatica)

97 32 11
                                    

MIREA'S POV

Sono passate ormai settimane dalla fine dei tornei di beneficenza in cui, al primo posto, si è classificata la Corea Del Sud, al secondo l'Italia e al terzo la Cina.
Sono molto soddisfatta di quello che abbiamo creato perché siamo riusciti a sbloccare molti soldi per la ricerca dei tumori.
Anche se questi tornei non sono serviti solo a questo, ma sono stati utili anche per migliorarmi. Sono giunta alla maturazione mentale e anche a quella fisica. Sono migliorata molto rispetto a quando l'ho lasciata e questo solo con pochi allenamenti con Kippeum.
Pertanto, gran parte del merito è suo.

Attualmente, riesco solo a pensare al mio allenamento che si terrà oggi con la Nazionale Sud Coreana.

"E... Se fallisco? Se alla squadra starò antipatica? E se mi rifiutano? E se non sarò abbastanza per il coach Minho?" mille domande e mille dubbi mi perseguitano la testa, andando avanti e indietro per la stanza.

Delle fitte dolorose mi asfissiano la mente e di getto, mi porto le mani alle tempie, massaggiandole.

"Non posso abbattermi per uno stupido mal di testa! Devo essere in forze per il mio primo allenamento" esclamo, convincendo me stessa ad abbandonare quell'attimo di gracilità per far ricomparire la mia sanità, la mia prestanza.

Ultimamente non mi sto sentendo molto bene. La forza mi abbandona, ogni tanto, lasciandomi sola con la fragilità.

Sospiro, sperando che il dolore passi, da un momento all'altro. Appoggio la mano sulla maniglia della porta e la apro. I miei occhi allibiti, sgranano di stupore alla vista della sua sagoma che gironzola per casa.

"Mamma...?" domando con quel filo di voce piena di insicurezza, sperando che sia lei e che stia meglio rispetto a prima. Non voglio che un'illusione, generato dalle mie opprimenti fitte, giochino con i miei punti deboli, con il mio cuore e con la mia mente.

La mamma si gira nella mia direzione e mi sorride.

"Tesoro" mormora, abbacchiata.

"Q-quando ritorna Josh?"

"Stasera" risponde, con la solita voce graffiata.

La mia felicità, appena sfiora il mio cuore, svolazza via scattante come gli uccelli appena percepiscono un lieve rumore che gli si addossa.

La mamma, con passo fiacco, mi si accosta e sorride in modo coatto. Mi tiene il volto tra le sue mani rugose e sul suo avviene l'inizio di una pioggia di lacrime che sembrano effiggiare dei sentieri sulle sue guance.

"Mam-" mi interrompe.

"Figliola, mi dispiace"

Diciotto lettere, tre parole enunciate con tono differente.
La cosa che le accomuna?
La depressione.
Dalle sue labbra sottili, arcuate in un sorriso di disperazione, si scaturisce un tono depresso.

"C-cosa, mam-"

"Figliola, mi dispiace così tanto di non esser stata la mamma che desideravi, la mamma che voleva solo il meglio per i propri figli, la mamma che non si lasciava mai abbattere dalle difficoltà. Quando eravate piccoli, vi ho sempre promesso una vita felice e benestante, per mandarvi a scuola e praticare lo sport che vi piace. Perdonami se ho infranto la promessa. Perdonami se non sono stata una buona mamma" balbetta tra i singhiozzi "Ma, arriverà quel giorno in cui porrò fine a tutto questo strazio, per il vostro bene"

"Ma... Ma-"

"Sshh, non dire nulla. Non voglio essere ingiuriata"

Mi sfiora la spalla e ritorna nella sua camera buia, trascinando con sé quell'aria pesante e afflitta che la perseguita da quando ha perso il suo lavoro.

🏐❤️Un amore Pallavolesco❤️🏐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora