Capitolo 19 (Alla Ricerca Della Placidità)

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MIREA'S POV

Il peso sulle mie spalle si fa sempre più opprimente e arduo quando odo quelle parole infauste sulla morte di mia madre e, io, non riesco più a sopportare questo enorme fardello sulle mie spalle.

"Se vuoi andare via, dimmelo. Scapperemo assieme"

Una semplice frase, bisbigliata in modo abissale al mio orecchio, fa attivare, in modo serrato e incalzante, il mio battito cardiaco. E penso che sia un'ottima proposta, in questo momento. Magari scappare via, lontano da qui, lontano da questo peso ingombrante ma so che mi perseguiterà per sempre.

Rammentando ciò, i miei occhi iniziano a gonfiarsi, lasciandosi dominare dalle lacrime di afflizione. 
Chino il capo e fisso i miei piedi sull'erba, per non farmi notare da nessuno.

"Rammentate tutti i ricordi che avete avuto con lei. Rammentate vostra madre che ha dato alla luce voi due: Josh Tea e Mirea Tea" continua il Prete.

Con un cenno di quest'ultimo, Josh si avvicina alla bara e la bacia con le sue labbra tremanti. Le sussurra qualcosa tuttavia non riesco a scandire bene le sue parole mentre tenta con tutta la sua tenacia di non piangere. 

Forse ha ragione Kippeum: dovrei scappare.

Mi volto verso il suo lato, a destra e lo ammiro. Kippeum sa benissimo come mi sento, sa alla perfezione le emozioni che sto provando, la mia burrascosa fortunale di emozioni fosche. 

Singhiozzo e asciugo le lacrime che mi rigano il viso.

Ad un tratto, avverto un leggero tocco sulla mia mano destra. 
Abbasso lo sguardo e assisto la scena di Kippeum che cerca di intrecciare le nostre mani. La sfiora, accarezza il dorso con il suo indice per poi intrecciarle in una presa salda.
Osservo quel gesto mentre il mio cuore mi martella nel petto, picchietta al mio petto selvaggiamente e prega solo di essere liberato, come se volesse scappare da me e rifugiarsi nel suo petto per essere coccolato e amato di più. Perché io, ad oggi, mi odio profondamente.

"Non piangere o farai piangere anche me perché non voglio vedere quel bellissimo visino esser bagnato da lacrime di dolore"

"N-non merito la tua d-dolcezza" balbetto tra i singhiozzi.

Rafforza la presa delle nostre mani.

"A chi dovrei prodigare la mia dolcezza, se non a te?"

"A-ad un'altra persona… Purché non sia io"

Mi solleva il mento con le sue lisce dita e, quando i nostri occhi si imbattono l'una con l'altra, lo accarezza con il suo pollice.

"Purtroppo, al mondo esiste una sola Mirea Tea. E io sono l'unico che ha potuto deliziare della tua presenza. Ebbene mi ritengo fortunato"

Mi accarezza ancora e i miei occhi, da quell'affermazione, lacrimano, ancora di più.

"Vuoi scappare con me?" domanda, non distogliendo i suoi occhi dai miei "Ora?"

Senza indugio, annuisco, non riuscendo a sopportare questo strazio. Ho bisogno di cambiare aria ed essere confortata da lui, da Kippeum. Ho bisogno di stare con lui. Di camminare mano nella mano e ascoltare le pulsazioni dei nostri cuori che battono all'unisono.
In quest'ultimo periodo, stanno mutando molte cose, specialmente i miei sentimenti. 

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