Jaycob IV - Mi sfiancate, Jaycob

73 4 25
                                    


Lucas sopraggiunse per annullare la tensione di quella confessione, con una brocca d'acqua e un paio di bicchieri. Li offrì ai due ragazzi, che bevvero scoprendosi realmente assetati.

«Avete intenzione di continuare, milord?» domandò qualche attimo dopo. Frederick alzò lo sguardo sul giovane ragazzo, accigliato. «Che ore sono, Lucas?»

«È quasi l'ora di pranzo, Lady Angelica e Miss Wise, assieme ai capitani, stanno facendo ritorno dai boschi» li informò.

Frederick scambiò una breve occhiata col cugino e, voltandosi verso il servo, replicò: «Allora no, sarà meglio per entrambi rendersi presentabili prima di mettersi a tavola.»

Non fece in tempo a pensare di alzarsi e mettersi in cammino verso Holker Hall, che il gruppetto appena citato comparve alle spalle di Lucas.

«Ben trovati, quale cavaliere dobbiamo portare in gloria fra voi due?» scherzò amabilmente il capitano Query. Jaycob alzò agilmente la mano, ma la spallata del cugino lo fece crollare nella sua più che evidente sconfitta. Non fu semplice ignorare i discorsi fatti precedentemente, ma nemmeno impossibile. Il rigoroso, quanto prevedibile, silenzio del capitano Jailor aiutò i due ragazzi a non dimostrare alcun imbarazzo nei suoi confronti. L'uomo, che stazionava alle spalle del capitano Query in compagnia delle due fanciulle, li osservava però con attenzione. Jaycob si sentì i suoi occhi addosso e, forse per la prima volta, non riuscì a considerarli con la stessa superficialità che aveva contraddistinto i loro precedenti incontri, non c'era più scherno lì dentro. Quando alzò lo sguardo, per immergersi inevitabilmente in quegli occhi chiari, rivide in un lampo la persona dipinta in quel quadro: era tuttavia meno gioviale, poco curata e affatto serena. E ora che ne conosceva il motivo, individuava nel suo volto e nei suoi modi di fare anche un certo fascino: la tragedia aveva saputo renderlo sventuratamente più affascinante. 

Dopotutto non era una novità, per Jaycob, trarre il bello fra le ceneri di una disgrazia.

Lucas si allontanò senza aggiungere altro, salendo la scalinata. Dedussero da sé che stava andando a recuperare la custodia che conteneva le armi per riporle e poter così far ritorno verso casa.

Durante quell'attesa, Frederick si alzò abbandonando il fioretto lì dove era seduto fino a poco prima: «Come è andata la passeggiata?» si rivolse un po' a tutti, ma l'ultimo sguardo rimase fermo e interessato sulle due fanciulle. Lady Angelica eluse visibilmente il suo sguardo, osservando ridicolmente la punta delle proprie scarpe, mentre Julia, dopo una breve occhiata all'amica, fissò il marchese con un sorriso gentile: «Molto bene, abbiamo raggiunto la costa. Il capitano Jailor è rimasto molto affascinato dalla variabilità di questa zona. Mentre il capitano Query apprezza il clima più stabile» affermò. 

 Frederick era rimasto attento, per qualche secondo di troppo, alla reazione recalcitrante della cugina. Aveva spostato l'attenzione su Julia quando questa aveva menzionato il primo uomo ed era rimasto ad ascoltare visibilmente distratto nei meandri dei suoi pensieri. Jaycob notò, seduto di fronte a lui, il cipiglio che aveva aggrottato le sue sopracciglia. Aveva prestato attenzione a sua sorella, comprendendo poi che non fosse lei la carnefice di quella reazione e osservò più attentamente Angie, che faceva di tutto pur di non incrociare lo sguardo di Frederick.

«Sul clima, capitano, avrete modo di constatare da voi quanto vi sbagliate» intervenne Jaycob. Hareton Query fece un ampio sorriso e poi alzò le spalle: «Dopotutto siamo nelle terre della regina Vittoria, con tutte le sue contraddizioni» ironizzò divertito.

Frederick si destò giusto in tempo per prendere la sua posizione: «Non toccata la mia Regina» esclamò. La maggior parte di loro scoppiò a ridere.

Personaggi in cerca di VoceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora