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Il mattino dopo trovo Emery in cucina e le rivolgo una serie di sguardi inquisitori. Lei mi ignora e finge che non sia successo nulla ma, rimaste sole, non ha via di scampo e subisce il mio interrogatorio senza lamentarsi.

È rimasta a dormire da noi e mi confida che sì, è andata a letto con Jonathan e che usciranno insieme questo weekend. Salto sul posto e batto le mani, felice come non mai per la mia amica.

Siamo in attesa della terza candidata, dopo aver messo un punto di domanda sulle prime due.

Entra una ragazza bionda e minuta, con un sorriso tutto gengive e una risata contagiosa. Si chiama Matilda e si è diplomata all'istituto grafico pochi mesi fa.

Emery le posa davanti il computer e le chiede di improvvisare una locandina con Photoshop e lei ci stupisce, creando una versione molto elegante ed originale.

<<Molto bene, Matilda. Se per te va bene, ci troviamo in ufficio lunedì. Per caso c'è qualche tuo compagno di corso che si è diplomato con te e sta cercando un impiego?>>

Lei annuisce entusiasta e mi dice che può chiamarlo anche subito. Mezz'ora dopo veniamo raggiunte da Nicolò, un bellissimo ragazzo gay, con un lungo ciuffo laterale e due profondi occhi grigi. Come Matilda, supera senza difficoltà la prova grafica e firma il contratto senza pensarci due volte.

Alla fine della giornata, Emery si prepara un gin tonic e ci battiamo il cinque, felici e soddisfatte. Mancano ancora due event planners, ma le figure che più mi preoccupavano erano quelle dei grafici. La prossima settimana, quando sarò in ufficio, esaminerò altre candidature e farò i colloqui direttamente in sede, nella speranza di trovare le due persone mancanti; sei event planners e due grafici è sicuramente un buon punto di partenza.

Nel tardo pomeriggio chiamo Emmett e passiamo un'ora al telefono ad aggiornarci.

Alle otto ceno con Alec e John e, verso le dieci, lo vedo venire in sala a salutarci prima di uscire.

<<Salutami Emery!>> gli grido e, per tutta risposta, solleva il dito medio sopra la testa.

Venerdì mattina Alec mi accompagna in centro perché ho appuntamento con Emery nel nuovo ufficio. Controlliamo che sia tutto in ordine per lunedì e sistemiamo i computer nelle giuste postazioni. Matilda e Nicolò hanno un ufficio loro perché so che i grafici hanno bisogno di calma e tranquillità, soprattutto durante gli eventi in cui i clienti richiedono centinaia di modifiche.

Io e Emery occupiamo l'ufficio in fondo con due scrivanie posizionate una di fronte all'altra. È quello più grande e si affaccia sul bellissimo panorama torinese. L'altro ufficio, adiacente al nostro, ha quattro postazioni per le altre events planner.

Apriamo le finestre per rimuovere l'odore di chiuso e io posiziono all'ingresso i fiori che ho comprato stamattina. Faccio un video di esplorazione da inviare a Emmett, senza dimenticarmi di includere la cucina.

Verso mezzogiorno saluto Emery con un abbraccio e raggiungo la Ferrari di Alec dall'altro lato della strada. Ci fermiamo a mangiare in una trattoria lì vicino, poi ci dirigiamo allo studio medico per eseguire la morfologica. Sono agitata e mi muovo senza sosta sul sedile, ignorando categoricamente le occhiate ammonitrici di Alec.

Arrivata alla clinica sono un fascio di nervi e sono curiosa come non mai. Alec mi accarezza la schiena e mi tiene la mano quando mi posiziono sul lettino.

Il medico mi cosparge di gel e, posizionando la sonda sulla pancia, dà il via all'esame. Cerco di rimanere immobile e guardo fissa lo schermo accanto a noi.

<<Eccoli qui, i gemelli Moore>> commenta il dottor Facchini con un sorriso. Si vedono chiaramente le due sacche, posizionate una sopra all'altra e, all'interno, i bambini. Il dottore scatta diversi fermi immagine in cui si vede chiaramente il viso, con occhi, naso e bocca ben definiti.

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