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Ecco qui l'aggiornamento, come promesso!

Buona lettura <3

La settimana vola in un lampo e mi ritrovo in un attimo a venerdì. Ho promesso ad Alec che sarei uscita prima in modo da avere il tempo di salutarlo prima che parta per Firenze.

Martedì sono andata a visitare la location con Emery, Anna e Valeria. Non eravamo necessarie tutte e quattro, ovviamente, ma volevo renderle partecipi in modo che riuscissero ad impratichirsi. Ovviamente era perfetta, anche se dovremo apportare qualche modifica con i pannelli, come previsto. Ho già in mente qualche idea, ma dovrò parlarne con i grafici lunedì.

Anna ha fissato diversi appuntamenti con delle agenzie di catering ed è deciso che andrà alle degustazioni con Emery, visto che io molte cose non posso mangiarle. Nel frattempo, potrò occuparmi degli arredi insieme a Valeria.

Finisco di abbellire la prima parte di presentazione e aggiorno il file costi, poi spengo il computer ed esco dall'ufficio.

Sto mandando un messaggio ad Alec per avvertirlo quando sento qualcuno chiamarmi a pochi passi da me. Sollevo la testa di scatto e gli occhiali da sole mi riparano da un flash, poi da un altro.

Paparazzi.

Tiro un respiro profondo e mi faccio coraggio. Con la testa china e la borsa con il computer stretta al petto, accelero il passo dalla parte opposta in cui si trovano. Purtroppo, però, vengo placcata anche dall'altro lato.

<<Signorina Olivieri, qual è il sesso del bambino?>>

<<Come lo chiamerete?>>

<<Avete in programma di sposarvi?>>

Non ho via d'uscita, sono accerchiata e continuano a tempestarmi di domande.

Okay, bambini: possiamo farcela!

Con un gesto teatrale e spazientito mi sfilo gli occhiali da sole in modo che possano vedermi bene in faccia; ormai sanno chi sono, è inutile tentare di nascondersi.

<<L'unica domanda a cui posso rispondere ora è che non sappiamo il sesso. Per tutte le altre domande dico solo "no comment". Alexander è molto attivo sui social e, di comune accordo, abbiamo deciso che d'ora in avanti tutte le informazioni che siamo disposti a rilasciare verranno condivise lì.>>

<<Continuerà a lavorare nonostante la gravidanza?>>

<<Sto seguendo i consigli dei medici, ovviamente. Però sì, finché mi sarà permesso recarmi al lavoro, ci andrò; come migliaia di altre mamme, dopotutto.>>

Rivolgo loro un sorriso accondiscendente e molte giornaliste donne annuiscono all'unisono.

<<E come farà dopo il parto?>>

<<Non ne abbiamo ancora parlato, ma posso dirvi che ho la fortuna di non essere sola. Ho supporto totale da parte di Alexander, della mia famiglia e della sua.>>

Mi domando, per la centesima volta, a chi diamine interessino queste informazioni. Ciononostante, cerco di mantenere un tono di voce neutro e di pesare bene le parole prima di rispondere; purtroppo, so quanto queste persone siano in grado di rigirare i discorsi.

Mi arrivano decine di altre domande tutte insieme, ma non posso stare qui tutto il giorno.

Mi scuso con i presenti, sottolineando più volte che devo andare perché ho un appuntamento di lavoro, anche se non è vero. Ci metto quindici minuti abbondanti, ma alla fine riesco a raggiungere la Toyota e a chiudermi dentro.

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