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La mattina seguente apro gli occhi molto prima che la sveglia suoni; è sempre così, quando qualcosa mi preoccupa. Mi rotolo tra le lenzuola fino a trovarmi a pancia in su, fisso il soffitto bianco illuminato dai raggi del sole che filtrano attraverso le persiane. 

Che cosa ho fatto di male?

Mi pongo questa domanda tante di quelle volte che ad un certo punto perde di significato. I gemelli sono insolitamente tranquilli, probabilmente perché percepiscono la mia ansia e decidono di lasciarmi in pace o, almeno, mi piace pensarla così. 

Incrocio le caviglie più volte e mi tormento le dita mentre penso e ripenso a quello che dovrò dire, indossare, pensare... è estenuante. 

<<Mia?>> 

La voce roca e assonnata di Alec mi desta da quel turbinio di pensieri e ci metto qualche secondo a riprendermi e voltarmi verso di lui. Ha gli occhi gonfi e i capelli scompigliati che gli incorniciano il viso bellissimo.

Gli rivolgo un sorriso triste e i suoi occhi si spalancano mentre scivola verso di me. 

Inizia a baciarmi il collo, il viso, le labbra e il petto e so benissimo cosa sta cercando di fare. Spengo il cervello e mi arrendo alle sue carezze, lasciandomi amare completamente ed inesorabilmente. 

Fare l'amore con Alec è sempre una sorpresa, la stessa persona da mesi eppure diversa ogni volta. Lo stringo forte, per quanto mi è possibile, e intreccio le dita ai suoi capelli mentre si muove piano senza mai smettere di accarezzarmi. 

<<Meglio?>> chiede qualche minuto  dopo, quando sono con la testa sul suo petto e le gambe intrecciate alle sue. Mi limito ad annuire e sento le sue dita scostarmi i lunghi capelli dal viso per potermi vedere meglio.

<<Victoria... Sto iniziando a preoccuparmi. Non hai ancora detto mezza parola.>>

Alzo lentamente la testa verso di lui e mi perdo per un attimo negli oceani blu che mi fissano guardinghi. 

<<Ho paura che tutto questo mi si ritorcerà contro>> ammetto con un filo di voce.

<<Non accadrà, piccola. Non sei da sola. Andrà tutto bene.>>

Lascio che le sue parole si imprimano dentro di me, poi mi costringo ad alzarmi e a trascinarmi in bagno. 

Entro in doccia e mi sembra che tutto intorno a me si muova a rallentatore. Mi lavo con calma, lasciando che l'acqua calda faccia il suo effetto contro i miei muscoli tesi. Una volta fuori, mi avvolgo nell'asciugamano e mi siedo sul water ad osservare la mia espressione allo specchio. Mi allungo per prendere il telefono sul lavandino e digito il mio nome nella barra di ricerca, per la seconda volta in dodici ore. 

L'articolo è finito ovunque, e con ovunque intendo ovunque. Emetto un gemito di frustrazione e chiudo la ricerca. Non contenta, apro Instagram e scorro i commenti: ammetto che questi mi fanno ritornare un briciolo di buonumore, anche se non abbastanza da strapparmi un sorriso vero.

<<Non sei obbligata, Victoria.>>

Sobbalzo sul posto e il telefono mi cade di mano; sono così distratta da non sentire la presenza di Alec intorno a me? Dannazione. 

Mi si avvicina cauto  e si inginocchia davanti a me, cosicché il suo viso è allo stesso livello del mio.

<<Sei forte, amore mio. Puoi farcela.>>

Mi accarezza una guancia e io mi sciolgo come neve al sole.

Dio, lo amo così tanto!

Una volta nella cabina armadio, decido di farmi forza e smettere di pensare. Accendo la musica e lascio che la melodia sovrasti il rumore dei miei pensieri.

A Corner Love - 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora