due

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Quella giornata era iniziata in modo tranquillo, stava andando tutto come sempre. Martina si stava preparando per andare all'asilo, prendendo i suoi giochini, desiderosa di farli vedere alla sua maestra. La testa iniziò improvvisamente a farle male, le girava tutta la sua stanzetta, non riusciva più a riconoscere il posto in cui si trovava, come se quello non le appartenesse. -non andare!!- le urlò qualcuno che lei non riusciva a capire -lui le farà del male!- continuò, la bambina si girava attorno, confusa. Chi stava parlando? Che cosa voleva da lei e soprattutto, chi farà del male a chi? La bambina non capiva. 

Cadde a terra fissando il soffitto sul quale vedeva una sagoma nera, qualcosa di nero ed oscuro che la fissava, sentiva l'aria entrare a fatica nei suoi polmoni, si coprì il volto con le mani, spaventata e iniziando a singhiozzare forte, ma sembrava che nessuno la stesse sentendo, sembrava che la madre non la stesse ascoltando, Martina aveva paura, non sapeva che fare. Quell'ombra lentamente si avvicinò, fino a quando in qualche maniera Martina urlò, facendo allarmare la madre che corse immediatamente dalla figlioletta. La vedi stesa a terra tremante, lo sguardo fisso sul soffitto e le lacrime che rigavano le sue guance morbide.

"amore mio, che ti prende?" disse la donna abbassandosi all'altezza della figlia, la mise a sedere e la bambina prese grandi respiri, riconoscendo finalmente la madre "mamma...-sussurrò-l'ombra era qua, mi stava per fare male!" urlò ricominciando a piangere, la madre la strinse a sé preoccupata, le accarezzò i ricci ribelli e sospirò "nessuno amore te ne farà, capito?" la rassicurò, Martina rimase in silenzio, stretta alla madre, chiudendo gli occhi e cercando di scacciare quell'ombra che la tormentava forse da tutta la vita. "non voglio andare all'asilo..." disse poi la bambina, la donna annuì, non era da lei non voler andare all'asilo, non era da lei comportarsi in questo modo. La madre era preoccupata di quello che stesse accadendo alla sua dolce bambina, per un momento guardò i suoi occhi, non ci vide il solito bagliore dei bambini di quell'età, sembravano più vecchi, sembravano più grandi di quanto lei fosse.

[...]

Le cose parevano finite, era tutto tranquillo, o almeno così sembrava. Qualcosa continuava a martellare nella testa della povera bambina, sentiva tutti i suoi sensi ancora più sviluppati, come se fossero tutti in allerta di qualcosa. Gettò i suoi giocattoli e si alzò, avvicinandosi alla porta. Fissò quella porta di legno, come se attendesse qualcosa o qualcuno "Martina, allontanati da lì." disse la donna con tono severo "ma mamma..." sussurrò la bambina "niente "ma" allontanati, forza" disse severamente. 

La bambina tornò al suo giochi, continuando a tenere lo sguardo fisso su quella porta, che dopo poco dall'altro lato si sentì un rumore. Qualcuno stava bussando, Martina si alzò appena la madre si avvicinò alla porta. L'aprì " ehi ciao!" disse facendo un grosso sorriso alla persona ancora all'esterno della porta "venite entrate pure" disse facendo entrare le due persone, Martina li riconobbe subito, i suoi due zii Fabio e Mirko "ehi nanetta, non vieni a salutare il tuo zio preferito?" disse Fabio ridendo e allargando le braccia verso la bambina, lei sorrise e si avvicinò velocemente con le braccia spalancate "comunque sono io lo zio preferito" intervenne Mirko sorridendo e lasciando un bacio sulla guancia della bambina "è così?" chiese Fabio alla bambina che sorrise furba "voglio zio Mirko" disse allungandosi poi verso il minore, la prese in braccio vittorioso "ah quindi la metti così?" disse Fabio fingendosi offeso "beh sì...direi di sì" disse ridendo Mirko, la bambina nascose il viso sul petto dello zio ridendo " non ti porto più in studio allora" disse Fabio ricattando la bambina, consapevole che avrebbe ceduto "la porta zio Mirko allora" intervenne il fratello facendo ridere la bambina "la smettete voi tre?" disse ridendo la donna, era felice che Martina volesse così bene ai suoi due zii, sapeva che si poteva fidare di loro e sapeva che qualsiasi cosa le sarebbe accaduta, Martina era in buone mani.

"come mai qua?" domandò la donna sedendosi al piccolo tavolo posto al centro della stanza, Fabio alzò le spalle "eravamo da ste parti, e volevamo vedere la piccola" rispose Mirko, la ragazza annuì "zio, zio!" disse tirando la maglia di entrambi la bambina "Martina..." disse la donna scuotendo la testa per il comportamento disubbidiente della bambina "lasciala fare dai..." la scusò Fabio sorridendo "dimmi, che c'è" disse poi alla bambina "questi siamo, io, la mamma, Matteo, te e zio Mirko." disse indicando persona per persona "wow, ma sei bravissima!" disse Fabio contento "me lo regali?" disse Mirko sorridendo "sì!" disse la bimba porgendo il disegno allo zio "ma lo voglio io!" intervenne nuovamente Fabio "poi te lo presto dai" disse ridendo "va bene" rispose sorridendo Fabio.

Martina continuava a sentire qualcosa che gli martellava in testa e non riusciva a capire che cosa stesse succedendo, non riusciva a capire chi o cosa fosse questo pericolo che la sua testa tanto gli diceva. -è qua!- disse nuovamente qualcuno, alzò lo sguardo dal foglio fissandolo nuovamente sulla porta -stai attenta!- disse, la porta ricominciò a fare rumore. Qualcuno stava bussando con troppa forza "no..." sussurrò Martina iniziando a sentire i suoi sensi ancora più attivi " stavi aspettando qualcuno?" domandò Fabio alzandosi in piedi e seguendo la cugina con lo sguardo "no Fabio, non stavo aspettando nessuno" disse la donna confusa pure lei, posò la mano sulla maniglia e appena la porta si aprì di poco, venne spalancata immediatamente. " sapevo che eri con loro lurida troia!" urlò il padre biologico avvicinandosi pericolosamente alla donna, lo fissava negli occhi, non aveva paura di lui, ormai non più, l'unico suo interesse era quello di difendere i suoi bambini, quello di tenerli il più possibile al sicuro. 

Martina si mise in piedi, come se anche lei sentisse il bisogno, questa volta, di intervenire -non andare!- disse quella voce che ormai era decisa ad ignorare, voleva seguire il suo istinto, quello e basta "che cazzo sei venuto a fare qua?!" disse Fabio avvicinandosi all'uomo e allontanandolo dalla cugina che continuava a tenere lo sguardo fisso sulla sua bambina, preoccupata "Martina...vai via.." le disse la madre, quando notò che si stesse muovendo verso di lei. Si posizionò davanti al corpo della madre, ferma, come se la sua presenza potesse fermare l'uomo o almeno ci sperava. "ti farà male, va via!" disse la madre tentando di toglierla di mezzo. Era irremovibile, e questo non faceva altro che rendere la situazione ancora più disperata. 

"devi strare lontano da lei!" urlò l'uomo verso il maggiore dei Rizzo "è mia cugina cazzo, e questa è casa sua, se voglio venire ci vengo." disse fermo Fabio, ma sapeva che la sua pazienza sarebbe durata ben poco " tu invece, che cazzo ci fai qua" disse Mirko "questi non sono cazzi tuoi, lei è mia moglie e l'altra mia figlia "hai perso ogni diritto su di loro, meglio che te ne vai." disse a denti stretti Fabio, stava per scattare e questa volta sarebbe stata l'ultima. L'uomo si riavvicinò alla donna con chissà quale intenzione, Martina si intromise spingendo via il padre "levati dal cazzo!" urlò l'uomo spingendo via la bambina con violenza che andò a sbattere contro la porta, la testa iniziò a pulsarle, la confusione nella sua testa iniziò ad aumentare "Martina!!" urlò la madre disperatamente. La bambina chiuse gli occhi sdraiandosi sul pavimento.

Fabio perse il controllo, come se avessero toccato lui stesso per primo, si avvento su quello che era l'ex marito della cugina, iniziando a colpirlo ripetutamente e con una furia che quasi spaventava sia Mirko che la cugina, si guardarono senza sapere che fare "Fabio fermati!" urlò la donna, Fabio si fermò sentendo la voce della cugina e del fratello che lo richiamavano, tanto che non si accorse dell'uomo posto sotto di lui, che rapidamente si alzò gli sferrò un colpo in pieno volto e scappò. "merda Fabio..." disse Mirko avvicinandosi al fratello "Martina...pensiamo a lei" disse avvicinandosi alla bambina, la prese in braccio, controllando attentamente che dal capo della bambina non uscisse sangue, e fortunatamente così era, si sentiva solo gonfio e tirò un sospiro di sollievo, la posò sul divano e l'accarezzò. Mirko nel frattempo pensava alla madre, in preda ad una crisi di pianto per via dei sensi di colpa, lentamente la bambina si svegliò, si guardò attorno e si spaventò appena vide il volto livido dello zio "sh, non è niente bimba, lo zio sta bene tu?" chiese preoccupato "bene..."mentì la bambina sentendosi in colpa per le condizioni della madre. Abbassò lo sguardo, si sentiva in colpa per non aver difeso la madre, quel dolore per lei superava di gran lunga quello al capo. Voleva piangere pure lei, unirsi alla madre, solo in quel momento si rese conto di non esserne più capace.

Senza Un Posto Nel Mondo|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora