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 "Martina, piano, non correre" disse Fabio portandosi sulla spalla il borsone della cugina "per ora dovrai restare a casa, sto aspettando che quello stronzo mi risponda per..." la ragazza lo interruppe guardandolo male "come te lo devo spiegare?" disse alzando lo sguardo al cielo "scusa, è abitudine..." disse Fabio imbarazzato, la donna rise e attese che Fabio continuasse a parlare "dicevo, sto aspettando che mi dica qualcosa, solo che non si muove." disse infine "c'è tempo" rispose "non c'è più tempo" la corresse "lo sai benissimo invece..." sussurrò la ragazza, Fabio non la sentì e lei ne fu felice, non voleva sentisse i suoi pensieri e la sua sicurezza di una morte certa. Lei era a conoscenza che fosse così, ne era cos sicura perchgé mentre l'ex marito la picchiava le ripeteva in una maniera talmente tanto convinta che non avrebbe rivisto i suoi cari, ed era sicura che così sarebbe stato, voleva solamente mettere al sicuro le persone più care a lei.

"mamma!" urlò la bambina appena la donna si avvicino alla porta di casa "mamma aprì, ti faccio vedere il gioco che mi ha comprato zio Mirko!" disse la bambina appendendosi alla porta d'ingresso, la donna sorrise "vuoi davvero rinunciare a tutto questo?" le sussurrò Fabio appena la bambina corse in casa dopo che la madre le aprì la porta. Lei non voleva rinunciare a tutto quello, lei avrebbe desiderato vedere crescere i suoi bambini, stargli accanto quando ne avrebbero avuto bisogno e fargli capire le cose belle e quelle brutte, avrebbe voluto portare avanti la sua famiglia e niente più, ma ciò sembrava non le fosse permesso. Scosse la testa, preferiva tenersi i pensieri al suo interno che preoccupare ulteriormente il cugino, le aveva già fatto una delle più grandi promesse. Bastava quello, era tranquilla.

"guarda!" disse la bambina mettendole davanti al volto il gioco "wow, amore, ma zio Mirko è stato proprio bravo!" disse sorridendole, la bambina annuì e sorrise allo zio che era felice finalmente di rivederla attiva come un vulcano. Si sedettero entrambi sul divano in silenzio, era una cosa che li ha sempre caratterizzati, a loro piaceva quella cosa. Quando erano più ragazzini, prima che tutti i problemi degli adulti iniziassero a colpirli, stavano lì a fumare e a parlare assieme, non si sentivano solo cugini, ma per loro c'era qualcosa in più, si sentivano fratelli, perché nonostante tutto hanno sempre cercato di aiutarsi a vicenda per via del loro modo poco facile di crescere, i genitori pensavano a lavorare e alla loro educazione pensavano quando avevano tempo, loro si erano fatti le ossa in strada. E ne erano usciti quasi miracolati. 

Martina si gettò tra le braccia delle madre, stringendola a se e facendola gemere per il grosso livido sul fianco colpito esattamente dalla bambina "Martina, sta attenta!" la rimproverò lo zio "no, no, non fa niente..." disse scusandola la donna e stringendo la sua bambina al petto, il dolore non gli importava, sentiva soltanto un bisogno di stringerla, come se fosse ormai ora, come se fosse finito tutto. 

Senza Un Posto Nel Mondo|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora