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Erano passati pochi giorni dall'accaduto, e tutto sembrava aver ritrovato la sua regolarità. Eppure Martina continuava a sentire qualcosa che non andava, forse era lei, pensava. Si sentiva così impotente e più piccola di quanto non fosse già. D'altro canto la madre era tremendamente preoccupata per sua figlia, da quando era accaduto quel fatto la bambina non parlava, nemmeno  suo fratello a nessuno, in quella casa mancava l'allegria che la bambina portava ogni santo giorno. Le mancava quella chioma di ricci scuri che correvano ad abbracciarla ripetendole che le voleva bene. Si sentiva colpevole del dolore della figlia, si sentiva una passima madre e sapeva che infondo quel trattamento lo meritava.

"non ti preoccupare, le passerà" disse Fabio venuto a prendere la nipotina per portarla con sé in studio, vedendo il volto sconvolto della cugina non se la sentiva di andarsene senza rincuorare la sua cugina. "lo spero Fabio, mi sento così responsabile" sospirò la donna gravemente "non devi, nessuno di noi poteva immaginare che sarebbe venuto, dai... Non fare così" disse abbracciandola. "spero passi in fretta" sussurrò sul petto del cugino "assolutamente" disse Fabio fiducioso "conosci tua figlia, lo sai che poi ti perdonerà, ha bisogno del suo tempo" disse, lei annuì e si staccò dal cugino "è meglio se andate, starà impazzendo" disse ridendo la ragazza "sì, forse è meglio" rispose Fabio sorridendo. Si alzò dalla sedia e andò nella stanzetta di Martina, era seduta dando le spalle alla porta, guardava qualcosa che Fabio non riusciva a capire, la bambina si accorse della presenza dello zio e nascose i fogli "ehi bimba, andiamo?" sorrise il moro porgendole la mano tatuata, Martina l'afferrò fece un timido cenno alla madre ed uscì di casa accompagnata dallo zio.

[...]

"fra, ma ascoltami, questo pezzo spacca, perché dici di  no?!" disse incredulo Piermarco "non lo so Del" disse Fabio portando una mano dietro alla testa "vediamo se ho ragione" disse guardando la bambina seduta sulle gambe dello zio che seguiva la conversazione senza capirne il senso "Marti...-disse lo zio- che ne dici se ascolti un pezzo dello zio, e mi dici se ti piace?" le propose, la bambina sorrise a trentadue denti, l'amore per la musica da parte della mora era qualcosa che non si poteva descrivere, Fabio ripeteva costantemente che fosse una caratteristica che aveva ereditato in maniera indiretta da lui, alla fine il sangue è lo stesso, non si poteva negare. 

Piermarco fece partire la canzone, entrambi con gli occhi puntati sulla bambina che ascoltava attenta. Sorrise e iniziò a far andare la testa a tempo, facendo sorridere di trionfo Deleterio "vedi, avevo ragione!" disse entusiasta cercando di sovrastare il volume della musica, Fabio non diede peso alle parole dell'amico, vedeva la nipotina che saltellava a ritmo di musica, e dopo ciò che aveva vissuto questa sua reazione non faceva altro che scaldare il cuore dello zio e renderlo orgoglioso del suo lavoro. La musica finì, Martina guardò lo zio e successivamente il suo collaboratore "ancora!" urlò entusiasta, Fabio rise soddisfatto "vacci piano piccola Mozart, ti romperai i timpani" disse ridendo il moro e abbracciando la bambina "ma zio, a me piace" rispose la bambina "ho visto" rispose "ma non dire a tua mamma che ti ho fatto sentire un pezzo, lo sai che non vuole che tu senta parolacce" disse ridendo "no zio, non glielo dico" disse imitando la chiusura di una zip sulle sue labbra, Fabio sorrise e annuì, fece un cenno al suo amico che rimise nuovamente il pezzo.

Fabio si accorse dei fogli accanto a sé e approfittando della distrazione della bambina li prese. Avevano le stesse caratteristiche di quello che aveva regalato a suo fratello, con la differenza che c'è una quinta persona, messa più lontano, pieno di macchie rosse e sembrava fosse arrabbiato. I disegni erano molto confusi, come se li avesse disegnati di fretta, oppressa da qualcosa, ma chi poteva essere quella persona? Fabio ci pensò su, mentre fissava attentamente il foglio, dove comparivano lei, la madre, il fratello, Fabio e Mirko. Chi era quella quinta persona sporca di sangue e arrabbiata? Ad un tratto la mente del moro si illuminò, era il padre biologico della bambina, ma perché pieno di macchie rosse? Non aveva visto il volto del padre mentre Fabio lo picchiava, era svenuta, e allora come poteva anche solo aver realizzato la cosa?

Martina si fermò, come se la musica non stesse più facendo il suo effetto, Fabio rimise i fogli al suo posto ignorando il disegno dopo, guardò la nipote. Martina si girò verso lo zio, aveva uno sguardo perso e che lui non riusciva a decifrare e nemmeno a capire che cosa stesse passando per la testa della bambina "dobbiamo andare a casa zio" disse, Fabio la guardò confuso, Martina stava iniziando ad avere fretta, doveva andare dalla madre -corri! Lui è lì!- le disse qualcuno -fai veloce! Le sta facendo male!- continuò, Martina, si portò le manine sul volto chiudendo gli occhi, la testa le stava chiedendo pietà "Marti, che ti prende?!" domandò preoccupato lo zio "voglio andare a casa zio!" urlò la bambina disperata e prendendo la mano dello zio tirandolo, Fabio si alzò in fretta "va bene d'accordo" disse ancora più confuso, guardò Piermarco che non capiva la reazione della nipote del suo amico "scusa fra" disse correndo fuori con la bambina fra le braccia.




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