quattro

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Fabio senza porre altre domande alla nipote la riportò a casa, con il presentimento che qualcosa di brutto stava accadendo alla cugina, era preoccupato ma non voleva farlo vedere a Martina che, sembrava già in ansia di suo. D'altro canto Martina effettivamente era preoccupata ma di cosa nemmeno lei sapeva e un po' influiva sui suoi sentimenti.

Arrivarono davanti al palazzo dove abitava assieme alla madre, Martina aprì la portiera appena l'auto dello zio si fermò. "Martina!!" urlò Fabio sorpreso dalla reazione della bambina. Non gli diede ascolto  e continuò a correre per le scale nella speranza di raggiungere quanto prima possibile il suo appartamento. Fabio la rincorse, cercando di afferrarla  e prima che potesse cadere e farsi male la prese in braccio "che cazzo fai?!" urlò il moro con il fiatone "voglio andare da mamma!" urlò la bambina cercando di ribellarsi alla presa dello zio "ci andiamo insieme, cazzo smettila!" disse stringendo ancora di più la presa sulla bambina, Martina sbuffò innervosita  e continuando a scalciare, rischiando di fare del male allo zio. Arrivarono davanti alla porta della casa, sembrava che fosse tutto tranquillo e per qualche istante Martina si sentì stupida per aver fatto correre via lo zio dallo studio per qualche sciocchezza. Fabio insospettito aprì la porta, sapeva che quello non era un comportamento che faceva parte della nipote, sapeva che c'era qualcosa sotto. 

Aprì lentamente la porta pensando a come agire, nascose la bambina dietro al suo corpo ed entro silenziosamente, preoccupato di non sentire alcun rumore provenire dalla cucina o da qualsiasi altra stanza. -in cucina! A terra!- le suggerì qualcuno, Martina corse seguendo quella voce che le aveva dato il suggerimento, Fabio le andò dietro. La scena che si trovò davanti quasi lo spaventò. Non era pronto ad una cosa del genere. "mamma!!" urlò in modo disperato la bambina accasciandosi affianco al corpo semi-morto della donna "merda!" urlò il moro avvicinandosi al corpo della cugina "Martina allontanati! Vai in camera!" ordinò in modo autoritario lo zio " no, voglio stare con mamma!" protestò la bambina "non me ne frega un cazzo di quello che vuoi tu! Vai e basta! Obbedisci!" urlò Fabio esasperato dal comportamento della bambina e innervosito da una situazione su cui non poteva avere controllo.

Martina obbedì allo zio, sapendo che se non lo avesse fatto sarebbe passato alle cattive. La bambina si tormentava, i suoi sensi di colpa non facevano altro che peggiorare la situazione, voleva intervenire ma lo zio non glielo avrebbe mai permesso. 

Arrivò l'ambulanza con la massima emergenza, il suono delle sirene continuava a rimbombare nella testa della bambina anche una volta che questo suono si concluse. Portò le mani fra i ricci e chiudeva gli occhi sussurrando un fievole "basta", come se qualcosa o qualcuno potesse far smettere quel rumore che la stava perseguitando. Fabio vide i soccorritori portare via il corpo della cugina, sentiva le lacrime al limite, non doveva finire così, non voleva le accadesse questo. Si sentiva uno stupido, si sentiva impotente in questo caso. Qualsiasi cosa avesse fatto non era sufficiente per salvare la cugina, e lui non aveva la minima idea di come fare. Non poteva accettare che facesse una brutta fine, non poteva accettare che la sua nipotina potesse avere qualche trauma, doveva rimediare in qualche modo. Doveva portarli via di lì, in modo che lui potesse avere più possibilità e contatto con loro. Era l'unica cosa da fare.

Raggiunse la nipotina, mentre attendeva Cosimo e suo fratello. "ehi..." sussurrò avvicinandosi alla bambina rannicchiata a terra "scusami per prima..." disse sedendosi affianco a lei, la bambina alzò le spalle "mamma torna presto?" domandò "non credo tesoro, non penso..." disse Fabio "dovrà fare qualche controllo, hai visto che è uscito molto sangue alla mamma?" disse utilizzando un tono quasi infantile, non voleva nascondere la verità a Martina, sapeva di sbagliare, che non stesse dipingendo un mondo di rose e fiori come per il resto dei bambini della sua età, ma Fabio non sapeva mentire, non ne era mai stato capace,e non ci sarebbe riuscito davanti agli occhi così innocenti e tristi della sua bambina preferita. "vuoi stare a casa con lo zio?" le propose "verrà anche Matteo non ti preoccupare" sorrise " e se farai la brava, verrai ogni giorno con me, d'accordo?" propose "dove?" chiese la bambina "in studio a sentire l'album che sta per uscire" sorrise "va bene..." disse alzandosi in piedi, prese il suo zainetto rosso e iniziò a riempirlo con i giocattoli "dovresti metterci qualche vestito" intervenne Fabio "io non ci arrivo zio, dovresti prenderli tu" rispose mentre Fabio si alzava e lei continuava a prendere i suoi giocattoli. Il moro sospirò, si sentiva colpevole ma allo stesso tempo non poteva fare altrimenti. Doveva difendere sua nipote, era l'ultima cosa che poteva fare...

Senza Un Posto Nel Mondo|| Marracash Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora