Il Mercenario e il Principe

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"Principe Thomas siete sicuro di volerlo fare?"
"Non mi pare ci restino alternative"
"Lo so signore ma dei mercenari… sono la feccia della società, guerrieri senza onore che vendono la loro spada al miglior offerente, non può nemmeno essere sicuro della loro fedeltà perché se il vostro nemico li pagasse di più passerebbero dalla sua parte"
"Non questa compagnia, sembra che sia guidata da un comandante giovane ma in grado di farsi rispettare e quella della fedeltà è una delle principali regole" il suo servitore non sembrava convinto ma non aveva importanza, non aveva viaggiato fino ai regni dell'acqua da quelli del fuoco per niente, no avrebbe assoldato quei mercenari, con o senza la sua approvazione.
"Siamo arrivati signore" Thomas si guardò intorno, i regni dell'acqua erano meravigliosi, ovunque si potevano ammirare fontane, laghi e fiumi, sfortunatamente questo valeva solo nelle grandi città, nei villaggi imperversavano i briganti e questo aveva portato morte e distruzione e la conseguente creazione di compagnie mercenarie.
La loro guida li attendeva all'uscita della città di Ashford tristemente nota per le sue continue distruzioni, in ogni caso il posto migliore per conservare l'anonimato, quella missione era segreta, nessuno doveva sapere che si trovava lì o l'esito della guerra sarebbe stato compromesso.
"Buongiorno principe, devo inchinarmi per caso?"
"Non è necessario, limitati a condurci dal tuo comandante"
"Con piacere" il mercenario si avviò a passo spedito verso un accampamento poco distante tra gli sguardi di disapprovazione del suo servitore, quell'uomo era un'imposizione del suo generale (a cui aveva dovuto affidarsi a causa della sua inesperienza in campo militare), era troppo apprensivo e altezzoso per i suoi gusti. Raggiunsero la tenda più grande dell'accampamento e vi trovarono un ragazzo giovane e imponente, aveva due profondi occhi neri, folte sopracciglia e una zazzera di capelli castani.
"Buongiorno, sono qui per assegnarvi un incarico"
"Grandioso! Penso che dovrebbe discuterne con il capitano, vengo spesso confuso con lui ma non sono degno nemmeno di allacciargli le scarpe, è molto più forte di tutti noi e di gran lunga più astuto, lo troverà dalla parte opposta dell'accampamento, è appena tornato da una missione" Thomas annuì imbarazzato e raggiunse il posto indicatogli, un ragazzo più giovane di lui era lì in piedi, era più esile del ragazzo che aveva visto in precedenza ma aveva due occhi blu che sembravano oceani profondi e che trasudavano intelligenza, dei folti capelli blu e un ghigno divertito.
"Siete in ritardo, avevate detto che sareste arrivati per il sorgere del sole"
"Come osa rivolgersi con questo tono di voce al mio signore, voi sporco merce…"
"Basta così Arnold, ha ragione, siamo in ritardo e qui noi due siamo pari, in fondo lui è il capitano e qui non ho alcuna autorità, ti prego di lasciarci soli" Arnold se ne andò contrariato e lanciando occhiate assassine al capitano che però non sembrò curarsene più di tanto.
"Allora, siete qui per discutere di affari, a quanto ammonterebbe la cifra?"
"Non vi interessa conoscere in cosa consiste la missione? Non mi avete nemmeno detto il vostro nome"
"Andiamo non siate così formale, non sono un nobile, il mio nome è Reginald e da quattro anni a questa parte sono a capo della compagnia, per quanto riguarda l'incarico non ha grande importanza, per il giusto prezzo siamo disposti praticamente a tutto" era sincero, glielo leggeva negli occhi, gli faceva quasi paura quella fredda determinazione ma di sicuro gli avrebbe fatto comodo durante le battaglie future.
"Si tratta di guerra, nei regni del fuoco sta imperversando ed il mio regno è in pericolo, la cifra è di diecimila dragoni d'oro"
"Non bastano e lo sapete anche voi caro il mio principe, non potete sperare di portarci in una guerra che non ci riguarda per così poco" sorrise, aveva un che di famelici e un lampo divertito negli occhi
"D'accordo, posso arrivare a trentamila, non di più"
"Va già meglio, accettiamo l'incarico ma per quella cifra potrò portare con me solo tre quarti dell'esercito"
"Va bene, cinquantamila"
"Ottimo, quando avete intenzione di partire?"
"Appena possibile"
"Bene, quindi si parte. Avete sentito? Muovetevi a preparare i bagagli, si parte! Hans ti lascio il comando, io andrò con il nostro caro acquirente per controllare che rispetti la sua parte" si avviarono verso la sua imbarcazione, Arnold non fu affatto felice di vedere il capitano ma si astenne dal fare commenti. Gli assegnò una cabina accanto alla sua e lo osservò attentamente mentre vi sistemava i suoi pochi bagagli, una spada e qualche vestito, li aspettavano due settimane di viaggio e avrebbe avuto tempo di conoscerlo meglio, suo malgrado quel ragazzo lo attraeva ed incuriosiva.
"Non ho intenzione di essere di peso, sono in grado di cucinare e di pulire, sono ai vostri ordini capitano, in fondo questa è la vostra imbarcazione"
"Non se ne parla, siete ospite qui e un alleato, non vi chiederei mai di fare nulla del genere"
"Mi lusingate signor principe, in tal caso non mi dispiacerebbe avere altre informazioni sulla guerra imminente"
"Naturalmente, seguitemi nella mia cabina" entrarono nei suoi alloggi e Thomas gli mostrò il modello della prima battaglia che li aspettava, ascoltò ed applicò molti dei suggerimenti del capitano e rimase ulteriormente sorpreso dal suo acume a dalla sua abilità strategica.
"Si trattenga a cenare qui se le compiace"
"Mi compiace e lo farebbe anche se mi desse del tu o mi chiamasse per nome"
"Va bene capitano Reginald io sono Thomas, puoi evitare di chiamarmi principe o darmi del lei, in fondo siamo alleati" un sorriso apparve sulle labbra del mercenario
"Dubito che il suo fedele servitore approverà ma se è un ordine lo farò" passarono i giorni successivi a parlare, era sempre più bello trascorrere del tempo con lui e si rese ben presto conto che il piacere che provava non era dovuto esclusivamente all'intelligenza del suo interlocutore ma anche alla sua attraenza, si stava innamorando di lui e non poteva fare nulla per impedirlo. Dal canto suo Reginald non sembrava minimamente interessato ma questo non lo demoralizzò e si ritrovò, una sera in cui aveva alzato un po' troppo il gomito a provare a baciarlo
"Non fare cose di cui ti pentiresti Thomas"
"Non me ne pentirò, dannazione, sono innamorato di te, ti desidero, per favore permettimelo"
"Ti basterebbe ordinarlo e lo sai bene, come ho già detto per il giusto prezzo farei qualunque cosa e se è questo ciò che desideri non hai che da chiedere" i suoi occhi blu lo scrutavano con intensità, lo voleva con tutto sé stesso ma non in quel modo, volevo che anche lui lo bramasse
"Non voglio che sia per soldi, voglio che ci sia un desiderio di fondo anche da parte tua"
"Mentirei se dicessi che non c'è ma non sono sicuro che sia lo stesso interesse di cui parlate voi. Sono cresciuto in terre in cui ci si prende le persone che si desiderano, non è necessario esserne innamorati, infatti non lo sono ma non vedo perché questo dovrebbe impedirci di trascorrere la notte insieme" lo disse con una voce roca e incredibilmente eccitante, si baciarono, le loro lingue che danzavano e si spogliarono, lentamente, con un desiderio sempre più impellente. Toccò ogni centimetro di pelle del mercenario, assaporando e ogni imperfezione, ogni singola ferita e cicatrice ed entrò dentro di lui, inizialmente con dolcezza per poi passare a un'intensità incredibile dettata dalla profonda passione che gli bruciava dentro. Continuò fino a venire e sentí le labbra dell'altro stringersi sulla sua erezione e venne nuovamente, fece la stessa cosa con lui e sentí i suoi gemiti di piacere seguiti dal sapore salato del suo sperma tra le labbra. Fecero sesso per tutta la notte, senza pause e imbarazzi e la mattina successiva si svegliato o uno accanto all'altro.
"È stato bellissimo, voglio che ogni notte sia così"
"Dubito sia possibile, dovrai sposarti e non tutte le mogli accettano di buon grado un mercenario nel letto del proprio marito, in più stiamo andando in guerra, non ci sarà spazio per queste cose" aveva ragione, si accontentò di averlo durante il viaggio e, appena tornato a casa, si concentrò sulla guerra imminente o, perlomeno, ci provò, i suoi pensieri erano altrove, erano ricordi di nottate bollenti trascorse avvinghiato a Reginald e, anche se sapeva che lui non lo amava, era certo di aver perso la testa per lui. Era passato poco tempo ed era una cosa affrettata e sbagliata ma non gli importava, quando stava con lui tutto sembrava avere senso e i pensieri e ricordi più dolorosi passavano in secondo piano. Si preparò ad assumere il suo ruolo di comandante del suo esercito e cercò di scacciare ogni altro pensiero nella sua testa. Andò a letto nella speranza di riuscire a ritrovare la sua lucidità con un sonno ristoratore.
Il viaggio proseguì in modo relativamente tranquillo e, nel corso di cinque giorni, raggiunsero il palazzo reale situato all'interno delle terre del fuoco.

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