Un'insolita Alleanza

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Thomas si svegliò di soprassalto all'alba, certo che non sarebbe riuscito a riprendere sonno, si alzò ed andò nella sala del trono. Ad aspettarlo c'era Arnold, fantastico la giornata era proprio iniziata con il piede giusto...
"Mio signore, è un piacere vedervi. Stavo giusto cercandovi, ho avuto un'idea che vorrei sottoporvi"
"Sentiamo" rispose desiderando che la conversazione si chiudesse il più in fretta possibile.
"Credo che dovremmo organizzare un ballo, potrebbe essere utile per risollevare il morale delle truppe e anche a concedere una notte di svago agli abitanti della città."
"Mi sembra un'idea assurda, non credo sia il momento adatto a celebrazioni del genere soprattutto considerando che c'è un assassino che vuole la mia testa ancora in circolazione"
"Motivo in più per organizzare il ballo, potrebbe essere un buon modo per farlo uscire allo scoperto. Senza contare che potrebbero presentarsi persone con informazioni utili" a parlare era stato Reginald, era dietro una colonna e gli dava le spalle ma, anche solo sentire la sua voce, lo aveva fatto trasalire
"Da quanto tempo stai origliando la nostra conversazione? Non dovresti trovarti qui, questa stanza ti è preclusa salvo previa autorizzazione del principe e..."
"Basta così Arnold, ha appoggiato la tua idea dovresti esserne compiaciuto, non arrabbiarti. Comunque sia d'accordo, con queste premesse penso che il ballo possa essere un'idea meno terribile di quel che pensassi. Ti affido i preparativi, non voglio nulla di troppo sfarzoso e limita anche le quantità di cibo, non possiamo permetterci di sprecare troppe risorse " Arnold si inchinò goffamente e abbandonò la stanza per eseguire il suo ordine.
Thomas esitò, desiderava parlare con Reginald ma temeva di provocare nuovamente una reazione come quella della sera precedente. Si decise a scambiare qualche chiacchiera di circostanza
"Allora, da quando ti interessano i balli?"
"Da mai, penso semplicemente che potrebbe essere una buona occasione per attirare il sicario, tutto qui" Thomas percepì la freddezza nel suo tono di voce e la cosa lo ferì più di quanto avesse preventivato.
"Pensi che riusciremo a neutralizzarlo?"
"Ci riuscirò, questa volta non gli permetterò di cogliermi di sorpresa. Tu limitati a fare il bravo padrone di casa, mi occuperò io di lui" detto questo si allontanò dalla stanza avviandosi al campo di addestramento. Quella conversazione era stata molto più pesante del previsto, ma era riuscito a non far trasparire le sue reali emozioni. L'idea di confrontarsi con il sicario lo riempiva di un misto di ansia e trepidazione. Lo spaventava l'idea che potesse fare del male a Thomas ma al contempo non vedeva l'ora di affrontarlo in battaglia ed eliminare la sua minaccia.
Raccolse una spada e si preparò a combattere, il familiare cozzare delle lame e la danza della battaglia riuscirono a tranquillizzarlo. Smise di pensare e si concentrò unicamente sulla sua arma e sul suo avversario.

Il principe osservò il mercenario abbandonare la stanza e resistette all'impulso di seguirlo. Si era ripromesso di lasciargli i suoi spazi ed era ciò che avrebbe fatto. Si avviò verso gli accampamenti, voleva parlare con Caleb, il capitano delle guardie era diventato una figura quasi paterna dalla scomparsa di suo padre ed era certo che un confronto con lui lo avrebbe aiutato a riordinare le idee. Raggiunse la tenda ed annunciò la sua presenza prima di entrarvi. L'uomo era seduto dietro a un tavolo spartano, uno dei pochi pezzi d'arredo presenti. Stava controllando alcune carte ma si interruppe appena lo vide avvicinarsi.
"Principe, a cosa devo l'onore di questa visita?"
"A niente in particolare, volevo solo poter parlare con qualcuno"
"Sono onorato che abbiate scelto me, di recente mi siete sembrato più interessato a un certo mercenario" Thomas avvampò e sperò vivamente che la penombra della tenda nascondesse la cosa.
"Diciamo che il nostro rapporto è in una fase di stallo ultimamente. Sembra che la mia presenza non gli sia particolarmente gradita e non ho intenzione di imporgli la mia compagnia" Caleb sentì chiaramente delusione e sofferenza nella voce del principe. Era insolito vederlo così coinvolto da qualcuno e, prima del suo combattimento contro di lui, sarebbe stato profondamente irritato da questo suo interesse nei confronti del mercenario
"È successo qualcosa in particolare? Mi sembrava che le cose andassero abbastanza bene fino a poco tempo fa"
"Beh, dopo l'ultimo attacco abbiamo avuto un confronto che pensavo ci avrebbe reso più uniti ma sembra aver avuto l'effetto opposto. In più ieri dopo il vostro duello mi è sembrato pensieroso e smarrito, mi sono preoccupato ma la cosa lo ha innervosito e...non so come interpretare la cosa quindi mi sto limitando ad interagire con lui solo se strettamente necessario "
" Capisco, temo che la reazione di ieri sia in parte colpa mia. Prima di sfidarlo gli ho espressamente detto che non apprezzavo la sua influenza su di voi. Non mi ha risposto e sul momento non ho dato peso alla cosa ma, ora che mi fate presente la sua reazione, credo che le mie parole abbiano avuto un effetto più grave di quel che mi aspettavo " Thomas rimase interdetto, non aveva mai preso in considerazione che il malessere di Reginald potesse essere legato ad un suo confronto con il capitano. Si sentì terribilmente stupido, come aveva fatto a non comprenderlo?
" Capisco, sei ancora della stessa idea?"
"Non posso dire di fidarmi del tutto di lui, in fin dei conti rimane un mercenario, ma ho avuto modo di vedere un lato di lui che apprezzo e rispetto quindi la mio opinione su di lui si è, almeno in parte, modificata"
"Mi fa piacere sentirtelo dire, sai che nutro un profondo rispetto nei tuoi confronti e che il tuo parere è importante per me" Caleb sorrise, Thomas era come un figlio per lui, era sì un principe ma era prima di tutto un ragazzo giovane e pieno di insicurezze.
"Lieto di esservi stato d'aiuto, adesso se non vi dispiace avrei delle carte da sistemare. Vi chiedo il permesso di tornare al mio lavoro"
"Ma certo, ti ringrazio per la chiacchierata e ti lascio ai tuoi incarichi" detto questo abbandonò la tenda e si avviò a controllare come procedevano i preparativi per il ballo. Trovò Arnold intento a dirigere alcuni servitori e notò con piacere che era tutto quasi pronto, Arnold aveva tanti difetti ma di certo non si poteva dire fosse inefficiente. Proseguì il suo percorso e si diresse verso le sue stanze, si sedette sul letto e rimase lì a ripensare alla conversazione che aveva avuto con il capitano.

Il Mercenario e il PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora